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02/09/2012 09:13:36

Trivellazioni, allarme del Movimento Cinque Stelle di Mazara

 Il Mediterraneo è un bacino chiuso, con un ricambio molto lento e basta anche un modesto sversamento di greggio per provocare un disastro ambientale, che potrebbe avere conseguenze devastanti per due comparti economici molto importanti per le nostre zone quali la pesca e il turismo legato al mare.

E’ questo in sintesi l’allarme che lancia il Movimento 5 Stelle di Mazara del Vallo per bocca del suo “portavoce” prof. Sergio Tancredi. E scatta così l’interrogazione agli amministratori comunali sulle competenze territoriali di dette attività, sui possibili pericoli cui vanno incontro i nostri litorali e la fauna marina esistente e sui piani per affrontare le eventuali emergenze.

Diverse associazioni di pescatori e ambientaliste si sono incontrate qualche giorno fa al porto di Scoglitti di Vittoria per chiedere di fermare le trivelle petrolifere off-shore nel Canale di Sicilia, di prendere provvedimenti efficaci per la tutela dell`ecosistema del Canale di Sicilia e di istituire una Zep (Zona Ecologica Protetta) sul modello di quanto già fatto per il mar Ligure e il mar Tirreno. E anche Greenpeace ha ricordato a tutti, con un video dalla bianchissima scogliera della Scala dei Turchi di Realmonte, cosa potrebbe succedere in caso di disastro petrolifero in mare.

Mentre sembra che il mondo intero si stia scatenando in una caccia all’oro nero nel Mediterraneo i nostri amministratori si godono gli ultimi giorni di un “meritato” periodo di ferie, interrotto soltanto dall’idea di aumenti dell’IMU e della TIA. Nessun pensiero invece per il nostro mare e su quello che potrebbe succedergli, fra i trenta comuni che hanno detto no alle trivelle non risulta, infatti, il Comune di Mazara. Attendiamo risposte e possibilmente smentite. La domanda sorge spontanea: cosa sa la nostra Amministrazione per restare indifferente di fronte a questa folle corsa all’oro nero?

Sarebbe auspicabile la convocazione di un consiglio comunale aperto, che dia ampie informazioni e forse anche rassicurazioni sui fatti e che raccolga lo stato d’animo dei cittadini. Noi, da parte nostra -conclude il prof. Tancredi- non accetteremo mai che, mentre le compagnie petrolifere si arricchiscono, si metta in serio pericolo il nostro ambiente e la nostra economia. Il mare non si svende è un bene casomai da proteggere e valorizzare e dal suo stato di “salute “ dipende anche il nostro benessere.