Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
24/09/2012 04:39:55

Ecco tutti i costi dell'Ars in Sicilia. Ed ecco perchè è il posto più ambito dai politici...

Con i soldi dei siciliani si sistemano intere famiglie di deputati, ci sono ricchi vitalizi, auto blu, bilanci non controllati (e se un giorno qualcuno dovesse scoperchiare le carte dei bilanci dei gruppi parlamentari dell'Ars alla Regione Lazio resterebbero allibiti...). Una volta l'Ars pagava pure le spese funebri degli ex deputati, ma questa voce è stata cancellata. Sebbene abbia operato dei tagli, con la spesa complessiva di euro 165.887.657,24, l’Ars continua a tenere la maglia nera del costo di gestione rispetto ai pari organi istituzionali delle altre regioni. Però passa al quinto posto per l’incidenza del costo su ogni abitante (3.317,00), dopo Valle d’Aosta (12.048,5), Molise, Sardegna, Puglia e Basilicata. Tra le più alte, invece, risultano le indennità di percepite dai deputati e relative somme aggiuntive: l’emolumento base del deputato regionale siciliano è di euro 10 mila mensili al netto, più 2 mila per il «portaborse».  Il portaborse che di solito è in nero, prende 800 - 1000 euro al mese, e il resto dei soldi se l'incassa direttamente l'onorevole. Queste le indennità extra in aggiunta a quella base: presidente dell’Ars più 7 mila (come il presidente della Regione); i due vice presidenti più 5 mila cadauno; i tre questori più 4 mila a testa; i tre segretari più tremila ciascuno.
I presidenti delle commissioni legislative e speciali hanno un supplemento di 3 mila euro; i vice 800 euro; i segretari 400.
Gli assessori percepiscono la stessa indennità base dei deputati più un supplemento di 5 mila euro. Ma questi li paga la Regione. Tutti i titolari delle citate cariche istituzionali e di governo hanno diritto alla macchina e all’autista (per i presidenti di commissione, solo per motivi di servizio cioè sempre). Discorso a parte per i capigruppo: sono loro stessi che si assegnano l’indennità extra prelevandola dal contributo versato al gruppo, per la cui gestione non c’è controllo. Lo stesso capogruppo, che gestisce i fondi, si assegna macchina con autista. Il tutto pur essendo esagerato, si potrebbe pure giustificare se i figli d’Ercole lavorassero a tempo pieno per la comunità. Invece, le loro giornate di lavoro parlamentare in un anno sono appena 82.  I consiglieri regionali della Valle d’Aosta hanno il primato della prigrizia con 26 giornate l’anno, ma a loro indennità e di poco più di 5.500 euro mensili. Questi i risparmi effettuati dall’Ars: il vitalizio dei deputati scatta
dopo dieci anni di contributi, cioè due mandati pieni, mentre fino ad ora sono stati calcolati come legislatura due anni e mezzo. Risparmio calcolato 37 milioni.
Rinuncia all’adeguamento dell’indennità. Risparmio 3.900.000 euro. Sono stati tagliati 1.000 euro mensili cadauno, con un risparmio nel triennio di 2.240.000 euro. Elimate le indennità per l’aggiornamento politico culturale degli ex deputati: risparmio triennale 4 miloni. Decurtazione del 5 e del 10% delle competenze dei dipendenti: risparmio 2 milioni.
Sospensione del vitalizio degli ex deputati eletti al Parlamento nazionale o a quello europeo: risparmi 3 milioni e 300 mila euro. Non sono state adeguate a quelle del Senato le retribuzioni del personale dipendente e blocco del turnover: tagli per 7 milioni e 700 mila.
Tagli del 5 e del 10% per le pensioni che superano rispettivamente 90 e 150 mila euro. Sospensione del vitalizio agli ex deputati che ricoprano cariche pubbliche
in enti e l’abbassamento dall’80 al 60% della indennità parlamentare che si trasforma in pensione.