Al Pdl sono andati 13,5 milioni, al Pd 15, all’Mpa 7,5. Sono dati emersi dal corposo dossier che il presidente uscente dell'Ars, Cascio, ha consegnato alla Procura di Palermo.
Sono soldi distribuiti dall’Assemblea regionale siciliana ai gruppi parlamentari, in quasi quattro anni e mezzo di legislatura. Tredici milioni e mezzo al Pdl; 15,5 al Pd; 3 a Fli; 7,5 all’Mpa; 6,5 al Pid; 1,7 all’Udc; 1,2 a Grande Sud; 1,7 al Gruppo misto; 750 mila euro all’Mps.
Soldi che ufficialmente sono serviti per il «funzionamento » dei gruppi. Questo elenco è arrivato ufficialmente sulla scrivania del procuratore aggiunto Leonardo Agueci, che indaga sui fondi dei gruppi parlamentari assieme ai sostituti Sergio Demontis e Maurizio Agnello. Il rendiconto è stato consegnato ai magistrati dal presidente dell’Ars Francesco Cascio.
Alla presidenza dell’Ars non esiste un rendiconto delle spese: i gruppi sono associazioni private e dunque non devono renderne conto a nessuno. Adesso però emerge ufficialmente, e per la prima volta, la somma totale girata dall’Assemblea regionale ai gruppi. Così, con questa documentazione, i pubblici ministeri possono avviare i loro approfondimenti, che saranno condotti assieme alla Guardia di finanza.
Ecco, lo snodo dell’inchiesta: i gruppi parlamentari non hanno obbligo di rendicontare le proprie spese, ma sono tenuti a documentarle. Dunque, in caso di richiesta dell’autorità giudiziaria, dovranno fornire ricevute e fatture degli acquisti di beni e servizi, nonché delle eventuali iniziative realizzate. L’ha ribadito una recente sentenza della Corte di Cassazione, chiarendo che il reato scatta laddove le spese non hanno fini istituzionali.
L'Ars è il Parlamento regionale con il budget più ricco d’Italia (circa 170 milioni) ed è anche quello che concede lo stanziamento più robusto per i gruppi, quasi 12 milioni all’anno. Al secondo posto c’è il Consiglio regionale del Piemonte, con 7,5 milioni. Segue la Sardegna, con 6 milioni. Al terzo posto il Lazio, con 5,4 milioni. In Sicilia, oltre i soldi per i gruppi, c’è un contributo di 3.750 euro mensili per ciascun deputato: a questa cifra va poi aggiunta una somma per gli stipendi dei dipendenti “stabilizzati” e una quota relativa al rimborso per i portaborse dei deputati (circa quattromila euro al mese) che ogni gruppo gira poi ai singoli parlamentari.
E in tutto ciò, spunta pure la strana vicenda di un "buco" di 300 mila euro che nessun partito vuole coprire e che rischia di dover pagare l’Assemblea regionale, cioè i contribuenti siciliani. Sì, perché ai gruppi parlamentari non sono bastati i 13 milioni di euro che l’Ars versa ogni anno ai partiti per l’organizzazione dei loro uffici.Il buco nasce da una vicenda paradossale che parte nel 2011, quando il gruppo del Pid, quello dei cuffariani che si erano appena separati dall’Udc di Casini e D’Alia, si trova con quattro deputati iscritti e ben venti dipendenti a libro paga.
Ed ecco che, tra debiti precedenti e quelli che si accumulano perché non si riescono a pagare i contributi previdenziali, il buco sale a quota 400 mila euro.
Circa 100 mila si impegna a pagarli il Pid con un mutuo. I 300 mila euro rimanenti sono ancora lì: né l’Udc né il Pid vogliono coprire la falla.
I TAGLI. Tagli per un totale di 4,1 milioni l'anno (20,5 mln per un'intera legislatura), bilanci dei gruppi parlamentari certificati da societa' esterne, riduzione del 50% delle indennita' di spostamento su gomma dei 90 deputati al parlamento siciliano, e tagli anche alle spese per i portaborse.
E' la principale sforbiciata alle spese di Sala d'Ercole effettuata dall'Ufficio di presidenza dell'Ars, organo di autogoverno del parlamento siciliano, riunitosi stamane a Palazzo dei Normanni e presieduto da Francesco Cascio che, ad inizio conferenza stampa, ha subito tenuto a precisare: ''In questa settimana la Sicilia e' passata come terra degli sprechi e privilegi. Occorre fare verita': l'Ars costa 162 milioni all'anno e non 170 come hanno scritto alcuni quotidiani''.
Spiegando che ''costa cosi' tanto perche' nei 162 milioni ci sono 40 milioni per le pensioni del personale e 20 per le pensioni degli ex deputati''. In altri termini, per Cascio, ''quello che in altre regioni e' pagato dall'Inps qua e' pagato dall'Assemblea''. In merito ai gruppi parlamentari, Cascio annuncia che ''abbiamo varato un provvedimento che prevede che dalla prossima legislatura i bilanci dei gruppi parlamentari vengano certificati da una societa' esterna''.
L'Ufficio di presidenza dell'Ars, continua a spiegare Cascio, ''ha anche ridotto il contributo unificato ai gruppi che passa dai 4 milioni attuali a 3 milioni e 100 mila l'anno con un risparmio di 810 mila euro all'anno''. E ancora: ''E' stato abolito il rimborso trimestrale per i deputati di 10 mila euro all'anno per i viaggi ed e' prevista la riduzione graduale del 50% dell'indennita' per lo spostamento su gomma''. Quest'ultima voce finora ammonta annualmente a 13 mila 293 euro per il deputato che percorre una distanza massima di 100 chilometri, mentre e' pari a 15 mila e 979 se la distanza da percorrere e' superiore a 100 chilometri. Per i deputati residenti a Palermo, invece, tale rimborso e' di 6 mila e 646. Una lunga lista di tagli, quella elencata da Cascio, in cui sono inclusi anche quello di ''1000 euro per i portaborse'' e ''l'abolizione del rimborso mensile per le spese telefoniche e delle spese postali per tutti i deputati''. In ogni caso, per Cascio un fatto e' certo: - ''Non penso che in Sicilia ci possano essere casi analoghi a quelli di 'Er Batman''', ma ''non avendo ne' controllo ne' la facolta' di poter andare a guardare i libri contabili dei gruppi, immagino, conoscendo i capigruppo, che i fondi siano spesi correttamente''.