Si è svolto dal 24 al 28 settembre grazie ad una borsa messa a disposizione dalla Comunità Europea, tramite il Ministero della Giustizia, per i dipendenti delle carceri, chiamati a confrontarsi, su questi temi durante l’illustrazione del progetto “Grundvig”, un programma europeo di apprendimento permanente.
All’iniziativa ha preso parte anche il carcere lilibetano, rappresentato dall’educatrice Lilli Castiglione, che da due anni presta servizio presso la struttura di Piazza Castello, l’unica educatrice intervenuta in rappresentanza della Regione. La città, quindi, per la prima volta presente a un’iniziativa che ha coinvolto 12 operatori italiani, tra funzionari della professione giuridico-pedagogica, insegnanti delle scuole, ma anche volontari, agenti della polizia penitenziaria e psicologi intervenuti da
tutti i paesi europei. «Un’esperienza bella e interessante – dice Lilli Castiglione – che ci ha messi a confronto da un punto di vista normativo istituzionale e trattamentale, facendo emergere alcuni punti comuni – tra cui il sovraffollamento e la conseguente difficoltà a gestire questo genere di problemi, ma anche
una realtà positiva come quella del carcere di Malta, che, con i suoi circa 400 detenuti, dovrebbe fungere da esempio, dotata di celle singole, molto più adatte alla rieducazione».