"La cooperativa Servizi Scolastici - dichiara Isaia con una nota inviata in redazione , nell’arco della sua lunga attività nel servizio scuolabus ha offerto opportunità di impiego a 343 lavoratori moltissimi dei quali (oltre i 2/3) dopo questa esperienza lavorativa hanno trovato delle sistemazioni definitive presso altre strutture. Adesso 2 lavoratrici sostengono di avere ricevuto un trattamento economico non conforme alla legge, mi pare evidente che i numeri esposti mi danno assoluta serenità e certezza che il tutto sarà chiarito nelle sedi competenti. Da sempre ho creduto nella giustizia e spero di potere continuare a credere".
Isaia avanza anche quella che lui chiama "una perplessità": "Visto che i fatti contestati dalle due lavoratrici risalgono al periodo 2005/2007 e che dopo questa data le stesse si sono dimesse (per loro interesse) per andare a lavorare, nello stesso servizio, con altra ditta aggiudicataria, allora come mai hanno atteso tutti questi anni e come mai non hanno proposto a suo tempo ricorso al Giudice del Lavoro?".
Isaia, uno dei più noti commercialisti marsalesi, è indagato per estorsione aggravata e continuata. Avrebbe «taglieggiato» le dipendenti della società («Servizi scolastici e sociali») di cui, secondo gli investigatori, era «amministratore di fatto», versando loro somme inferiori rispetto a quanto previsto, come stipendio, nel contratto di lavoro stipulato.
Un classico caso di «cresta» sui compensi erogati ai dipendenti che già in passato, in città, ha visto alcuni imprenditori indagati e condannati. Situazioni maturate nel contesto di un mercato del lavoro in cui domanda e offerta quasi mai sono su un piano di parità. Pur di lavorare, infatti, molte persone chinano il capo e accettano condizioni vessatorie. A Isaia la Procura ha notificato l'avviso conclusioni indagini preliminari, atto che solitamente prelude alla richiesta di rinvio a giudizio. Il consulente, il cui studio è in via Isolato Egadi, avrebbe attuato il «taglieggiamento» prospettando alle dipendenti la possibilità (nell'atto d'accusa si parla di «larvata minaccia») della perdita del posto di lavoro, giustificata con il contesto di grave crisi economica e occupazionale.
A fronte delle ore di lavoro svolto risultanti in busta paga, le lavoratrici sarebbero state costrette a firmare quietanze relative ai salari, agli straordinari, al Trf, alla 13esima e alla 14esima mensilità per importi superiori a quelli realmente incassati. I fatti contestati sono relativi al periodo compreso tra il 2005 e il 2007, quando la «Servizi scolastici e sociali» gestiva il servizio scuolabus appaltato dal Comune. Sui bus le donne avevano il compito di vigilare sui bambini, aiutandoli a salire e a scendere. L'indagine è stata condotta dalla sezione di pg della Guardia di finanza della Procura di Marsala e coordinata dal procuratore Alberto Di Pisa e dal sostituto Antonella Trainito.
E' questo l'ultimo sviluppo su un fronte, quello degli appalti banditi prima dal Comune e poi dall'ente Marsala-Schola per il trasporto scolastico, spesso costellato di ricorsi inoltrati dalle ditte perdenti e di polemiche. Lo stesso commercialista ora indagato (a difenderlo è l'avv. Paolo Paladino), da rappresentante di un'altra società (Ipa Service), aveva denunciato, in una lettera, che nel dicembre 2008 la sua ditta era stata esclusa dalla nuova gara a vantaggio di un altro gruppo di imprese che, però, non avrebbe rispettato uno dei requisiti del capitolato d'appalto: disporre di bus immatricolati dopo il 2000.