Per chi vince è sempre una "testimonianza che i siciliani hanno votato per il cambiamento" (anche quando chi vince, magari, è al governo da venti anni e passa). Chi perde dice sempre la stessa cosa: "Gli elettori non hanno capito, e non vogliono il cambiamento". A sinistra c'è poi la variante: "Via questa classe dirigente". Magari detto da chi, a quella classe dirigente, appartiene.
Per Baldo Gucciardi, che ha stracciato la concorrenza interna di Oddo e Scala, chiudendo accordi con tutti, e facendo il gioco delle tre carte con Papania e Milazzo, il risulato del Pd premia "la serietà dell’intero gruppo dirigente e l’impegno straordinario di tutti i candidati della lista in un momento particolarmente complesso della storia della Sicilia". Eppure in termini di voti è un collasso. Fra il 2008 e il 2012 il Pd ha perso in Sicilia 248.648 voti, il 49% in meno passando da 505.922 a 257.274 voti. Ma poco importa. Chi vince ha sempre ragione: "Pur con l’astensione dal voto di circa la metà degli elettori e con la presenza nuova del Movimento 5Stelle - continua Gucciardi - il PD si è collocato quale secondo partito della provincia, davanti anche al PDL.
Contento è l'uomo di Gucciardi - Papania nella Giunta del Sindaco Adamo a Marsala, Antonio Vinci: “Meglio di così credo non potesse andare. Con il voto di domenica i siciliani hanno voluto dare una ferma lezione a quello che era stato il distruttivo strapotere della destra che non ha saputo far altro che clientelismo e favori di ogni genere”. Dimentica però, Vinci, che al governo non c'era la destra, ma Lombardo, tra l'altro appoggiato dal Pd. “Voglio aggiungere -continua l’esponente della giunta marsalese - che, voto per il Movimento Cinque stelle a parte, i siciliani hanno deciso di riporre notevole fiducia alla coalizione PD-UDC risultata già vincente della nostra Città alle scorse elezioni amministrative. E’ un binomio questo che sono anche certo alle prossime elezioni nazionali si potrà ancor più consolidare cambiando anchela guida della nostra nazione”. E anche qui sbaglia, perchè a Marsala Pd ed Udc hanno vinto grazie ai voti degli autonomisti di Ruggirello e dell'attuale presidente del consiglio, Enzo Sturiano. Senza l'appoggio della loro lista, dati alla mano, Adamo non avrebbe vinto.
Se c'è qualcuno che ha diritto di esultare è Valentina Palmeri, del Movimento Cinque Stelle, uscita da Alcamo con un bottino di 4.000 voti. Non nasce ieri, la candidatura di Palmeri. Dietro c'è il movimento Alcamo Bene Comune, che già aveva fatto colpo in città durante le ultime amministrative di Maggio. Dichiara Palmeri: " Il risultato ottenuto in occasione delle consultazioni regionali è per me motivo di grande soddisfazione e, nello stesso tempo, di grande responsabilità.
La nostra priorità sarà dimostrare, attraverso il nostro operato all’interno dell’Assemblea Regionale Siciliana, di non essere solo espressione del malcontento generato dalle amministrazioni precedenti ma bensì una valida alternativa politica e programmatica, basata sulla partecipazione del cittadino alle scelte che lo riguardano. Mi sembra chiaro che l’ingresso del movimento all’A.R.S. segnerà un punto di discontinuità con la composizione del parlamento siciliano delle ultime legislature, ove è stata palese la mancanza di una vigile e propositiva opposizione, condizione che non ha di certo favorito la trasparenza e il contatto tra amministrazione e cittadino. Il nostro obiettivo è sanare la frattura che si è creata tra cittadini ed istituzioni che ormai da troppo tempo non comunicano più".
Tra gli sconfitti, chi mantiene onestà e lucidità nell'analisi è Paolo Ruggieri, candidato sconfitto nella lista Musumeci Presidente. Parla di un "modesto risultato elettorale personale, per il quale non ho da ringraziare che gli amici valorosi che mi hanno generosamente sostenuto". E conclude: "Un saluto ai “traditori” che hanno preso altre vie, senza gloria e possibilità di ritorno. Ancora un grazie di cuore a chi mi ha lealmente sostenuto".
Nel Pdl si leccano le ferite. Non parla D'Alì, nessuna dichiarazione da Cettina Spataro. Parla invece Gaspare Ernandez, da Favignana: «Le urne consegnano un partito che, pur condizionato come tutte le altre forze politiche dalla disaffezione dei cittadini e ridimensionato dalla astensione della maggioranza degli elettori, ha ancora energie ed intelligenze per dire la sua e ripartire da alcuni punti fermi. A Trapani e nell'hinterland la tenuta è evidente, considerato che il PdL ha avuto un incisivo ruolo di sostegno alla lista di Musumeci Presidente; nelle Egadi il Pdl è ancora il primo partito (come dimostra il voto: primo nelle liste e primo per l'indicazione del presidente); infine, l'elezione di Mimmo Fazio, al quale vanno i miei complimenti e gli auguri di buon lavoro, è dimostrazione che la buona politica e l'efficacia amministrativa vengono premiate. Da questi punti saldi riparte l'azione del PdL, nelle Egadi e, nell'interesse di tutti i trapanesi, nel resto della provincia».
Mastica amaro Fli. Il partito, abbandonato da Massimo Grillo (che ha votato, anche se in pochini lo hanno seguito, per Mimmo Turano) e schiacciato dalle strategie tentennanti di dirigenti ed alleati, non è riuscito a centrare il quorum del 5%. Ne prende atto il coordinatore provinciale, Felice Errante, che subisce lo smacco, da Sindaco di Castelvetrano, di vedere il tonfo del suo predecessore e amico, Gianni Pompeo nell'Udc, e il trionfo dell'avversariodi sempre, Giovanni Lo Sciuto, proprio a Maggio sconfitto nella corsa per la sindacatura. A fare le spese della debacle di Fli e Livio Marrocco, che non centra la riconferma all'Ars: "Oltre cinquemila trapanesi mi hanno gratificato con il loro voto, consentendomi di essere il candidato di Fli più votato in percentuale di tutta la Sicilia in rapporto ai bacini elettorali. E in tutto sono stati oltre 6.700 i voti ottenuti dalla nostra lista, a Trapani solo nominalmente Fli- Nuovo Polo per la Sicilia ma in realtà costituita da candidati esclusivamente in quota Futuro e Libertà e tutti politicamente a me vicini. Considerando questo secondo dato sono stato tra i pochi se non addirittura l'unico tra tutti i candidati di tutti i partiti a confermare il numero di consensi delle Regionali del 2008, nonostante una campagna elettorale difficile come non mai per il diffuso sentimento di anti-politica ora dominante. L'amarezza per la mancata rielezione dovuta al non raggiungimento del quorum regionale da parte della lista è compensata, quindi, dalla consapevolezza di poter contare su una comunità politica che mi sostiene numerosa e con affetto: ad essa rivolgo un sincero ringraziamento e assicuro che questa battuta di arresto non fermerà il mio cammino all'insegna della buona politica".
Una campagna elettorale dispendiosa, cominciata addirittura questa estate con la creazione di un movimento ad hoc, "Onda nuova", per inseguire la moda del momento, non è servita alla campobellese Doriana Licata per centrare l'elezione all'Ars. Lei, comunque, l'ha presa bene: "Nonostante il traguardo dell’elezione sia stato solo sfiorato, il risultato conseguito da Onda Nuova, una realtà nata tra la gente e per la gente, dimostra che il Movimento ha saputo interpretare i bisogni e le idee di una cospicua parte della Provincia di Trapani, che in esso si è identificata, molto più di quanto abbia fatto rispetto ai cosiddetti big della politica, uscenti riconfermati e non".