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12/11/2012 09:26:14

Prova su strada della Fiat 500L

 Con il marchio del “Cinquino”, infatti, la Fiat nei prossimi anni svilupperà una gamma completa che avrà un compito ben preciso: essere concorrente numero uno e togliere mercato alla Mini. Come la Bianchina o 500 Giardiniera,

 la 500L prosegue la tradizione, e come le sue antenate propone una carrozzeria allungata della citycar di successo da cui prende il nome. In realtà le dimensioni sono totalmente differenti rispetto alla 500 classica. Il pianale è quello modulare su cui si baserà la futura Punto e gli altri modelli compatti del gruppo Fiat-Chrysler. La 500 L è un mix tra Suv, monovolume e station wagon. E’ lunga 4.15 cm, larga 1.78 cm e alta 1.67 cm. L’auto in prova è la 1.3 Multijet 85 cv Pop Star da 19.000 euro.

Davanti il suo design riprende quello della “sorellina” minore, con la doppia coppia di proiettori che è l’elemento caratterizzante che ricorda lo stile di famiglia. Lateralmente, sono le grandi superfici vetrate e la linea di cintura alta a dare personalità all’aspetto. I grandi passaruota anteriori e posteriori hanno uno stile esagonale che si ritrova negli interni. 

Dietro c’è una coda che si raccorda bene con il resto dell’auto. Una volta salito a bordo, provo una piacevole e reale sensazione di spazio e luminosità. Spaziosa davanti e in altezza, altrettanto dietro, dove un divanetto posteriore può ospitare tre persone che possono godere di una libertà di movimento insolita per auto che tutto sommato rientra nella categoria delle compatte.

La plancia è costruita con buoni materiali e ha una impostazione semplice. Al centro c’è il monitor touch screen che ha la funzione di navigatore e radio. Il volante è un tre razze sportivo con un’ottima impugnatura ed è dotato dei tasti multiuso per l’impianto di intrattenimento. Su strada il 1.3 multijet da 85 cv si conferma un buon motore, ma non è sicuramente un fulmine, in futuro arriverà anche un 1.6 multijet e un 1.4 turbo benzina, questi propulsori saranno più adatti per chi vorrà più prestazioni. 

L’ho guidata in città e si è rivelata particolarmente agile nel traffico cittadino e facile da parcheggiare con l’aiuto del tasto city. Uscendo dal centro abitato e guidandola su un bel tratto misto come il lungomare di Petrosino, ho potuto provare la buona agilità e prontezza dello sterzo, come del cambio manuale a cinque marce, con una leva imponente e ben manovrabile.

La 500L ha una buona tenuta di strada, le gomme da 205/55/R16, le sospensioni votate al confort e la trazione anteriore danno al guidatore una piacevole sensazione di sicurezza. Di livello superiore gli spazi di frenata. Globalmente ritengo la 500L una vettura facile, comoda e soprattutto spaziosa. Per me è da pollice su. Per chi ha famiglia e cerca praticità è perfetta. Altrettanto per chi vuole un’ auto multispazio adatta per la spesa, per la gita domenicale o per chi pratica sport. Il compito di sostituire la Multipla lo svolge alla perfezione. Veniamo ai difetti: non mi sono piaciuti certi assemblaggi, la posizione dei comandi del climatizzatore, efficace ma scomodo da raggiungere, e il rumore creato dalla chiusura delle portiere.

Non so se dipende dalla mancanza di qualche elemento isolante o dalla leggerezza delle lamiere, ma non è un bel sentire. La 500L è una vettura che ha personalità. Non piacerà a tutti, ma la bellezza di un’auto è sempre soggettiva, a coloro che hanno commentato in questi giorni che è “proprio brutta”, dico di guardarsi attorno, sono poche le case automobilistiche che oggi ci propongono un design bello e personale. L’esterofilia a tutti i costi non mi piace. Se da un lato è criticabile l’operato di chi è al vertice di Fiat, io continuo a fidarmi della scuola e della tradizione italiana del Design. Se Volkswagen, Mercedes e gli altri colossi dell’auto si affidano ai disegnatori italiani, non vedo perché noi che li abbiamo in casa i talenti dell’auto non dovremmo più dargli fiducia. La 500L che presto avrà una versione a 7 posti più lunga di 20 cm e una versione Trekking, ha tutto in regola per essere le prima vera “auto globale” del gruppo torinese.

Carlo Rallo