Si accusano a vicenda dell'omicidio di Maria Anastasi, uccisa a colpi di piccone nelle campagne tra Trapani ed Erice, e poi parzialmente bruciata. Savalli e Purpura erano amanti, Anastasi era la moglie di Savalli. I tre vivevano insieme, in una situazione non più sostenibile. "E' stata Giovanna ad uccidere mia moglie", ha detto Savalli. "E' stato Savalli ad uccidere sua moglie, io ero in macchina terrorizzata", ha detto Giovanna Purpura. I due si sono visti per la prima volta dopo i terribili fatti del Luglio scorso e hanno confermato le due versioni, che la Procura di Trapani definisce, ovviamente, "incompatibili". I due amanti, in carcere dallo scorso mese di luglio con l’accusa di omicidio, sono stati sentiti dai sostituti procuratore Andrea Tarondo e Sara Morri che indagano sulla morte di Maria Anastasi. Al confronto ha presenziato anche il procuratore Marcello Viola. Savalli e Purpura, assistiti dai loro difensori, gli avvocati Giuseppe De Luca e Michele Renda, hanno confermato le loro versioni addossando l’uno sull’altra la responsabilità del delitto. `Si tratta di posizioni insanabili ed incompatibili`, dice il procuratore Marcello Viola. L’indagine si avvia ora verso la conclusione.
LA VICENDA. Tutto è cominciato con la strana denuncia di Savalli, che il 4 Luglio scorso denuncia la scomparsa della moglie, e racconta ai carabinieri di essersi trovato in auto, nelle campagne di Erice con la moglie e i tre figli adolescenti, e di essere sceso dalla macchina per accompagnarli a fare pipì. Allontanatosi dal veicolo, avrebbe sentito lo sportello della macchina richiudersi e, tornato dov'era parcheggiata, non avrebbe più trovato né l'auto né la moglie. La sua versione dura pochissimo. E' smentita dagli stessi ragazzini, che dicono subito che non erano con i genitori quando la mamma è scomparsa. Di fronte alla contestazione degli inquirenti, l'uomo ha cambiato versione dicendo di essere andato nella campagna insieme alla moglie, per incontrare la sua amante ed interrompere la relazione extraconiugale che la donna aveva da tempo. Savalli a questo punto accusa la sua amante Purpura ma quest’ultima dice di aver solamente assistito all’omicidio e accusa a sua volta l’uomo.
Il cadavere di Anastasi veniva ritrovato ad una ventina di chilometri di distanza dal luogo indicato dal fermato come quello dell'ultimo incontro con la moglie. Del delitto si sono occupati, anche, come consulenti delle difese, i criminologi Roberta Bruzzone, per Savalli, e Francesco Bruno, per Purpura accusata di concorso in omicidio premeditato con l'aggravante della crudeltà.