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10/12/2012 08:18:15

I precari di Valderice occupano ad oltranza l'aula del consiglio comunale

Per il secondo quinquennio. Lavorano da dieci anni presso il Comune di Valderice e, oggi, non hanno più alcuna possibilità di proroga.In realtà, la Regione (circolare 1 del 5/10/2012) ha dato uno spiraglio di speranza, dando la possibilità di prosecuzione del contratto per altri cinque anni e, con la circolare 2 del 30/11/2012, invita l'Amministrazione Comunale a mettere in atto tutte le misure propedeutiche per le prosecuzioni contrattuali, prendendo l'impegno di prevedere nel prossimo bilancio, la copertura finanziaria anche per le LLRR 21/03 e 27/07. Epperò, il Comune di Valderice fa sapere ai lavoratori che, in realtà, la circolare regionale non li riguarda; che forse, si potrebbe pensare ad una proroga di qualche mese, almeno per quel che compete la copertura della quota parte del Comune. E poi, c'è un altro però: infatti, nel bilancio del Comune di Valderice esitato dal Commissario ad acta (e non dal Sindaco, novello Ponzio Pilato), non sono state inserite le somme necessarie della quota parte dell'A.C. per procedere alla prosecuzione dei contratti: per cui, anche se la Regione provvederà ad emanare anche in tempi brevissimi, le norme di erogazione dei finanziamenti, i nostri precari restano comunque a casa. Intanto, la Giunta di Valderice è stata azzerata, quella nuova non ha giurato e, nonostante ci sia la volontà politica da parte del Consiglio di ripescare le somme necessarie, spalmate chissà dove, probabilmente non ci saranno i tempi tecnici.

Storie di ordinaria precarietà. Una precarietà che appartiene a tutti noi, in varia e diversa misura. Insegnanti, articolisti, operai, professionisti, archeologi. Che resistono. Che resistiamo.
Mi raccontano di questi mesi in cui ci siamo più volte incrociate, Pina e Cettina, durante le loro battaglie con quella maglietta blu con la scritta bianca. Parliamo di una situazione che va avanti da anni, da mesi, nell'incertezza di poter impiantare una vita, nell'incertezza di poter garantire una sicurezza economica alla propria famiglia: da mesi, vivono un carosello di "vi stabilizziamo" e "non c'è nessuna speranza", influenzato da un'evidente meteoropatia politica del Sindaco Iovino. Da due giorni, i 40 precari giunti allo stremo dell'umana pazienza, occupano l'aula consiliare ad oltranza, con un prendere tempo dei sindacati e con la speranza che l'Amministrazione Comunale capisca l'importanza del loro lavoro. Sono quasi tutte donne e, in quest'occupazione, lasciano a casa mariti e figli, in questo odore gelido di festività. Ma non è festa per loro, nè per i loro figli, piccoli ometti che parlano con cognizione di causa del dramma lavorativo delle loro mamme: perchè sarebbe bello fare un viaggio per Natale, ma è molto più importante che mamma continui a lavorare, perchè non è contenta, anche se cerca di nasconderlo. La tavola dell'aula consiliare è piena di dolci; in un lato della sala, c'è l'albero di Natale del precario, con le loro lettere di dimissioni, con l'immancabile scritta bianca su fondo blu, il loro marchio di fabbrica. Non è festa per loro, come lo scorso anno non lo è stato per il lavoratori di CNT, come non lo sarà per milioni di precari, di disoccupati: c'è chi combatte e va avanti, organizzando la cena di Natale al presidio, come Pina e Cettina. C'è chi non ce la fa e vive questo stato come una sconfitta personale, quando è invece una sconfitta del nostro Paese. I precari sono la sconfitta di una certa politica, avvitata su stessa, che avrebbe dovuto rappresentare ill mondo del lavoro tutto, dipendente e autonomo, stabilizzato e precario, per fare partire da qui una proposta di uscita dalla crisi senza operare quel massacro sociale insito nelle politiche di austerity condotte a livello europeo. Una certa politica che scarica il barile, anzi il precario, dal Comune alla Regione, andata e ritorno.
Sono la sconfitta di un Paese che non ha il coraggio di presidiare, di urlare la propria rabbia e indignazione. Oppure non ha il coraggio di cambiare. Perchè si sa, noi siciliani, siamo campioni nell'arte di annacarci.

Valentina Colli