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04/03/2013 05:28:02

Riflessioni del dopo voto/2: anche io ho votato Cinque Stelle. Mi hanno convinto quelli dell'Ato

Il successo del Movimento Cinque Stelle era noto a tutti, in anticipo. A tutti coloro, dico, che fanno il mestiere di giornalisti tra la gente. Io ho sentito, alla vigilia del voto, le persone più impensabili che facevano dichiarazioni di voto a bassa o ad alta voce per i grillini: imprenditori, lavoratori, ex politici, consiglieri comunali....Un mare di gente. Tant’è che l’altro giorno a casa ho ripreso il testo di quella canzone capolavoro di Gaber, “Qualcuno era comunista...”. E mi è venuto in mente che magari si potrebbe scrivere un “Qualcuno era grillino...”, mettendo dentro tutto e il contrario di tutto. Chi l’ha votato per rabbia, chi perchè ha letto davvero il programma, chi perchè tanto era un voto perso, e chi perchè era una voto utile. E via dicendo.
Anche io ho votato alla Camera il Movimento Cinque Stelle. Solo che il mio personale motivo non ci sta, nei versi di una canzone. E adesso vi spiego.
E’ stato un voto tribolato, il mio. Sono passato dal non andare a votare (ma il mio presidente di seggio mi aspettava per una foto ricordo, non potevo deluderlo...), all’andare e fare annullare la scheda; ho pensato di votare anche Giannino, lo ammetto, poi quello si è fregato da solo: cacchio, fai un partito fondato sul concetto di merito e poi si scopre che la tua laurea è finta.

Poi alla fine ho deciso, venerdì pomeriggio, che avrei votato per il Movimento Cinque Stelle. E vi spiego come e perchè.
Da circa un mese inseguo i commissari liquidatori dell’Ato Tp 1 “Terra dei Fenici” per un’intervista in diretta in radio sulla raccolta dei rifiuti a Marsala e le tante cose che non vanno, le proteste dei cittadini, la poca trasparenza nell’assegnazione di gare e forniture, le spese enormi (14 milioni di euro l’anno, per noi marsalesi). I due, Tumbarello e Provenzano, messi in quel posto dal Sindaco Giulia Adamo (erano candidati non eletti al consiglio comunale nelle liste che la sostenevano) rimandavano sempre l'intervista perchè, mi dicevano, non avevano tempo. Ma poi li trovavo  su Facebook a fare commenti qua e là, o nei pubbliredazionali su Marsala C’è in bella posa, o in altre interviste, sempre a pagamento. La mia disgrazia è che faccio interviste gratis, pensavo, ecco perchè non si fanno intervistare.
Quel venerdì pomeriggio finalmente Tumbarello, dopo l’ennesima buca, mi ha telefonato per dirmi: sarò sincero, io da te non mi faccio intervistare, perchè tu fai domande, metti in difficoltà, adombri. Mi ha detto proprio così: tu adombri. Per inciso, il fastidio di Tumbarello nasce dal fatto che noi abbiamo raccontato che i mezzi di Aimeri fanno, a Marsala, rifornimento di carburante nelle stazioni di servizio di proprietà della famiglia del Sindaco Adamo. Questa storia è una notizia, per noi, come per chiunque faccia il mestiere di giornalista. Ho ricordato allora a Tumbarello, da cittadino, che il suo lussuoso stipendio, che si è aumentato da poco, e che paghiamo noi con le tasse, prevederebbe anche il dover rispondere alle domande dei giornalisti, anche di quelli scomodi, o che adombrano. Gli ho ricordato che farsi intervistare non serve a fare una favore a me, ma alla città. Gli ho ricordato che la città è piena di rifiuti, che loro devono delle risposte. Non basta dire che è colpa dei cittadini. Nulla. Non ci ha sentito. Io adombro, che ci posso fare. Lui, invece, fa parte del sistema. Beppe Grillo la sua storia la racconterebbe così: ha partecipato alle elezioni per il consiglio comunale, è stato trombato, ma la sua fedeltà alla causa è stata ripagata con una nomina di lusso. Io non sono come gli altri, mi diceva Tumbarello al telefono. Sono un professionista prestato alla politica. Si, me lo dicono tutti, certo. La politica è una specie di monte dei pegni, sono tutti prestati. Mentre Tumbarello parlava, parlava della nostra faziosità, di come siamo sospettosi e cattivi, io pensavo a quanto il commissario liquidatore dell’Ato mi sembrasse una specie di panda, una figura in estinzione, una specie che scalcia perchè sa che sono gli ultimi giri. Ti credi il più intelligente di tutti, mi ha rimproverato Tumbarello al telefono. No, sono cretino, in verità, arrivo davvero tardi a capire le cose. Ma sono libero. E’ stato in quel momento che ho deciso di votare Cinque Stelle. Mi sono detto: basta. I prefer to not, è sempre quella cosa lì che scatta. Ho votato Cinque Stelle per questo, perchè mi è sembrato un modo per dire: voglio che in questa città ognuno, soprattutto chi è pagato con i miei soldi, si assuma davvero le sue responsabilità.
Ecco. Come vedete tutta questa roba non ci sta, in un verso di una canzone. Ma il mio è stato un voto dell’ultim’ora. E devo dire grazie a quelli dell’Ato, per questa ispirazione.

Giacomo Di Girolamo


Primo poscritto. Ho promesso a Tumbarello che il contenuto di quella telefonata non sarebbe rimasto privato. Fatto.

Secondo poscritto: via sms, lo stesso ragionamento ho fatto con l'assessore Benny Musillami, sabato scorso. Anche lui, si rifiuta di farsi intervistare da noi su quello che sta facendo a Porta Nuova. Non disturbare il manovratore, perchè siccome sta facendo una cosa bella, non può essere assolutamente messa in discussione.

Terzo proscritto. Magari anche Tumbarello, anzi, i tanti Tumbarello  e i Musillami del sottobosco della politica avranno votato per il Movimento Cinque Stelle (anche perchè nessuno sembra aver votato in città il partito del Sindaco, l’Udc. Ingrati). Ho pensato anche questo, per un attimo. Poi mi sono detto che non c’è nulla di strano: chi è al potere da sempre cerca di addomesticare le avanguardie, soprattutto in Sicilia. Un piccolo trucco da conservatori. E, in effetti, ci sono quasi sempre riusciti. Stavolta ho l’impressione di no...