I responsabili , fermati a bordo di un'automobile carica di refurtiva, sono i trapanesi Maurizio Di Dio, di 32 anni, il diciassettenne R.D. e il tunisino Hmida Hammami, di 31 anni, tutti già noti alle forze dell'ordine per diversi precedenti di polizia, soprattutto per reati contro il patrimonio. I tre sono stati arrestati nel pomeriggio di martedì scorso, a distanza di pochi minuti dalla segnalazione dei due furti arrivata alla sala operativa della Questura. L'individuazione dei presunti ladri, è stata favorita dai servizi di controllo del territorio disposti dal questore Carmine Esposito, ma è stato fondamentale lo spirito di osservazione dimostrato dalla proprietaria di una delle abitazioni saccheggiate. La donna, che ha telefonato al 113 non appena ha trovato la sua villetta di Pizzolungo ripulita dai ladri, ha saputo descrivere il veicolo dei possibili responsabili: una vettura di colore bianco, con una targa straniera ed un portabagagli ricolmo di masserizie coperte parzialmente da un telo, con tre persone a bordo, incrociata mentre fuoriusciva dalla traversa della propria abitazione.
Nel corso della telefonata, la vittima ha segnalato anche il secondo furto, avendo notato la porta di ingresso forzata nel villino attiguo al suo. Avviate le ricerche dell'auto a Trapani, in base alla direzione di marcia indicata dalla stessa signora, le pattuglie della Volante sono riuscite a rintracciare il veicolo sospetto in via Marsala e l'hanno fermato; sono stati così identificati, il tunisino Hmida Hammami che si trovava alla guida ed i due passeggeri, Maurizio di Dio e il diciassettenne. Un controllo del carico ha permesso il recupero di tutta la refurtiva, tra batterie da cucina, televisore, forno a microonde, bottiglie di spumante, ventilatori, posaterie, una borsa di marca, vari attrezzi da giardinaggio e altre suppellettili.
Formalizzato l'arresto nella flagranza del reato, il minore è stato accompagnato al Centro di prima accoglienza Malaspina di Palermo, mentre i due maggiorenni, dopo la convalida del fermo, sono stati sottoposti all'obbligo di firma, tre volte alla settimana, in attesa del processo.