Ieri il rinvio della nuova e pesante tassa sui rifiuti che dovrebbe scattare da luglio era stato portato sul tavolo del Consiglio dei ministri. Ma la riunione del governo non è stata in grado di prendersi la responsabilità di varare un provvedimento che ha implicazioni anche sui conti pubblici in zona Cesarini.
Niente da fare dunque, nonostante il pressing accorato dell'Anci, dei sindacati e del Pd. In particolare i parlamentari del partito del presidente incaricato Bersani hanno minacciato "azioni eclatanti" se il rinvio al primo gennaio del prossimo anno del nuovo balzello non sarà adottato. Grande irritazione anche in casa Anci: "La questione della Tares rischia di determinare un'emergenza di liquidità e di raccolta dei rifiuti", ha spiegato il leader dei sindaci Graziano Delrio. "Il governo ci sta prendendo in giro", ha dichiarato il sindaco di Potenza, Vito Santarsiero, delegato per il Sud. Delusione anche da parte dei candidati sindaci alle primarie del centrosinistra per Roma, Marino e Gentiloni.
La nuova Tares rischia di mettere in difficoltà le famiglie con un aumento, rispetto alle vecchie Tarsu e Tia del 2012 calcolato nella misura del 36 per cento: in totale l'aggravio sarebbe di 1,8 miliardi rispetto al 2012. Il punto è che la Tares introdotta dal governo Berlusconi e confermata da Monti con il "Salva Italia", appesantisce il metodo di calcolo e la base imponibile delle vecchie Tarsu e Tia. In primo luogo la Tares si pagherà sull'80 per cento della superficie calpestabile (le vecchie tasse-rifiuti invece sulla superficie dichiarata). Inoltre la Tares è gravata di un "balzello" di 30 centesimi al metro quadrato (che discrezionalmente può essere portato a 40) che andrà a finanziare i servizi indivisibili dei Comuni (manutenzione delle strade, illuminazione pubblica ecc.).
La questione tasse comincia a profilarsi come una vera e propria emergenza e si corre il rischio di una stangata estiva da oltre 30 miliardi. Ieri la leader della Cgil Susanna Camusso ha avvertito che a giugno si profila "un concentrato di scadenze che può diventare una miscela esplosiva: Imu, Tares e lo scatto di un altro punto di Iva".
Del resto già nella busta-paga del "27" marzo c'è stato il primo assaggio: il saldo-acconto Irpef comunale e regionale quest'anno ha registrato un rincaro del 13,3 per cento (68 euro) rispetto al 2012. A grandi passi si avvicina anche la prima rata dell'Imu: il 18 giugno, tra meno di tre mesi, un battito d'ali per chi ha a che fare con il bilancio familiare, si pagherà un acconto per un totale di 11,6 miliardi. Neanche due settimane e la mazzata replicherà: dal primo luglio è previsto un nuovo aumento dell'Iva che passerà, in assenza di interventi, dal 21 al 22 per cento per un impatto totale sulla seconda metà dell'anno di circa 2 miliardi. Il saldo Irpef peserà per 14,4 miliardi oltre al citato acconto Tares per 4 miliardi.