Si è parlato di utilizzo di manovalanza locale nei cantieri di opere pubbliche; snellimento delle procedure burocratiche relative alle concessioni di edilizia privata; revisione di oneri di urbanizzazione e costruzione per i cambi di destinazione d’uso e ristrutturazioni edilizie; revisione delle sanzioni amministrative per illeciti edilizi; revisione del regolamento edilizio; sblocco dell’attività edilizia nelle frazioni e nel quartiere Villa Rosina.
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"Certo che la minaccia delle ruspe sulle costruzioni abusive, generano mostri. Il primo mostro, è la posizione del Sindaco Damiano sull'abusivismo a Marausa, quanto mai caritatevole nei confronti dei proprietari e dei comitati a difesa: perchè in fondo, si sa, una villetta, una dependance, un pied à terre modello palafitta sulla spiaggia, chi non ce l'ha? E poi, c'è quella Legge Galasso, utile per carità, ma insomma, mettiamoci sopra una bella Crocetta, nei limiti del si licet, ci mancherebbe! Il secondo mostro,la conferenza dei capigruppo, all'amministrazione e ai proprietari delle case abusive di Marausa, come momento di confronto: nel senso che confrontiamo, tra noi, chi ha colato più cemento nei pressi del Lido. E poi l'ultimo mostro. Che è un mostro della ragione e del machiavellismo: oggi, seduta straordinaria ed aperta del Consiglio Comunale di Trapani, per parlare della crisi dell'edilizia, che continua ad attraversare un momento molto difficile. In questi anni, in provincia di Trapani, si sono persi migliaia di posti di lavoro: un' autentica emergenza sociale, sfociata anche in suicidi di operai rimasti disoccupati. Il Consiglio comunale si è occupato oggi della questione, con quella ragionevolezza improvvisamente risvegliatasi, con l'obiettivo di mettere in campo degli interventi per stimolare la ripresa del settore edile. Certo, ruspe ed edificazione sono una contraddizione in termini nello stesso pensiero. Se non fosse che, nella nostra cultura, l'edilizia fa il paio con cementificazione indiscriminata. Ragion per cui, se si riuscisse ad apporre una parvenza di legittimità. Chessò... un condono, una sanatoria. O anche un nuovo piano regolatore che metta le carte in ordine, perchè no.
Dietrologia più o meno legittima a parte, tra le richieste partite da più parti, c'è lo snellimento delle procedure burocratiche relative alle concessioni edilizie e l'idea, avanzata da Vito Mannina, di puntare sulla manovalanza locale nei cantieri di opere pubbliche. Oltre che rivedere le previsioni del Piano regolatore generale, cosa necessaria visto che occorrerebbe introdurre i piani particolareggiati. Soprattutto per favorire la rigenerazione urbana, delle periferie e delle frazioni. Come da richiesta del documento presentato da architetti, geometri ed agronomi congiuntamente e lasciato agli atti. Tutti d'accordo, dunque, istituzioni e liberi professionisti. Tutti d'accordo , nell'esigenza di rilanciare l'edilizia come strumento di sviluppo economico del territorio. Purchè non si riproponga quella cultura del cemento, prodotto di quella politica mussoliniana prima e di ricostruzione poi, strumento di arricchimento indiscriminato, di clientelismo, che si traduce nella politica degli appalti. Tutti d'accordo sulla bontà delle intenzioni. Purchè non si traducano nel mezzo, legittimante, di far rientrare dalla finestra ciò che è uscito dalla porta. Purchè non si traducano in un piano regolatore delle ruspe"
Valentina Colli