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18/04/2013 09:29:18

Francesco e Valdo

La novità però c'è stata e il mondo ecumenico sembra averla rilevata tributando al papa Francesco un saluto fraterno e  un credito di fiducia. La domanda è se l'intenzione positiva di un Papa che sa rallegrarsi dell'incontro con chi è diverso da lui segnerà una nuova primavera ecumenica dopo anni in cui le relazioni tra i cristiani si sono raffreddate e talvolta letteralmente congelate. Tra un'assemblea ecumenica internazionale e l'altra —l'ultima a Sibiu nel 2007 — accade molto poco e in molte realtà la Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani o «il tempo per il Creato» celebrati ogni anno rispettivamente a gennaio e settembre finiscono per l'essere i soli momenti di scambio tra cristiani di diverse tradizioni. Un ecumenismo delle feste comandate che non compensa la mesta routine dei giorni feriali nei quali cattolici, protestanti e ortodossi sembrano marciare ciascuno per la propria strada, disposti al massimo a scambiarsi qualche sguardo. Francesco da Assisi fu uomo del dialogo per eccellenza e la storia lo rese coevo di un altro riformatore, Valdo di Lione. I due non si incontrarono mai ma spesso furono confusi perché l'uno e l'altro predicavano la povertà e amavano una Chiesa in cammino, la cui forza non era nei crocifissi dorati ma nei calzari con i quali percorrevano le strade dell'evangelizzazione. Ciascuno a modo suo: all'interno delle istituzioni della Chiesa il primo, forzatamente all'esterno il secondo, ben presto bollato come eretico e perseguitato. Nella loro diversità, Francesco e Valdo furono facce «altre» di una Chiesa trionfante e orgogliosa del suo potere spirituale e materiale. Papa Francesco viene dall'Argentina e conosce i pronipoti di Valdo che nel XIX secolo lasciarono il Piemonte per cercare fortuna in America latina, perché con alcuni di essi ha intessuto rapporti di fraterna amicizia. Un'altra domanda è se quel dialogo potrà continuare anche in Italia e persino a Roma, dove più abissale è il divario numerico che separa la comunità valdese e quella cattolica. Le valutazioni della realpolitik ecumenica non lo incoraggiano ma lo spirito evangelico di Francesco e di Valdo lo suggeriscono con forza.

Paolo Naso in “Jesus” dell'aprile 2013