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07/05/2013 04:16:11

Marsala, città europea del vino 2013. Ma nel 2014 cosa ci inventiamo?

Dal Sindaco a scendere, hanno tutti difficoltà a parlarci, imbarazzo. Quando ci vedono in qualche pubblica occasione tossicchiano, cominciano a roteare gli occhi. Alcuni hanno reazioni poco edificanti, ricordano in maniera comica la piccola Linda di fronte all’esorcista Padre Merrin. Nelle poche volte che si rivolgono a noi spunta il j’accuse: voi non siete utili alla città, ci dicono, danneggiate l’immagine della comunità che noi faticosamente tentiamo di elevare, aggiugono (e giù querele), non fate mai proposte, solo proteste, chiosano.
Io chiarisco sempre - ma un po’ comincio a stancarmi - che non è che il giornalismo vive di proteste e proposte, si limita a raccontare fatti e ad accendere piccole e grandi spie luminose, per aprire gli occhi alle persone.
Però, cacchio, questa cosa che noi non facciamo proposte mi macera dentro. Non siamo degni di essere marsalesi, non ha torto il Sindaco quando lo dice. Questa estate, mi ricordo, Marsala C’è, ha fatto una grande battaglia di civiltà contro lo scottante problema di un albero che in Via Edoardo Alagna, mi pare,  creava problemi ai pedoni, suggerendone al Comune la potatura. Mi pare che fosse un fico, che faceva i fichi, e i fichi maturi cadevano, e la gente su quei fichi ci poteva scivolare...
Poteva essere una battaglia nostra, ma eravamo troppo occupati ad analizzare i costi dell’estate marsalese, o il falso documento del progetto del porto di Marsala, che non ce ne siamo accorti. Mannaggia.
Adesso gioco d’anticipo, e faccio qui una proposta, di larghe vedute, che spero mi permetta di rientrare nell’alveo dei marsalesi degni.
Marsala è quest’anno Città Europea del Vino. E questo lo sappiamo. La Regione ci ha dato 400.000 euro per il calendario di manifestazioni organizzate dal Comune, altre 400.000 euro verranno prelevati dalla casse comunali. Siamo tutti lì a gongolarci dei bei giardini - mausoleo di Porta Nuova, e del festival del giornalismo di inchiesta, costato 113.500 euro, e dei concerti, e della bella pubblicità per l’amata (e vinata) città nostra. Ma l’anno prossimo, signori miei, che succede? Nel 2014 corriamo il rischio di tornare nell’anonimato. Il titolo di Città Europea del Vino passerà ad un’altra città (se ci saranno pretendenti), e noi cosa ci inventiamo? Ci sono anche i mondiali in Brasile, mi pare, che concorrenza spietata. Senza evento non ci sono soldi. Senza soldi non possiamo fare nulla. Anche perchè da noi non si fa nulla che non sia già strapagato in anticipo da qualche pubblica cassa. E allora?

Già, allora. Ci ho pensato e ripensato. Poi ho trovato la soluzione: ci possono salvare i cinesi. Non tutti i cinesi, calmi. Quelli sono miliardi. Ci bastano i cinesi di Via XI Maggio, a Porta Nuova. Espongono, da un po’, in vetrina, una singolare ciabatta, uno zoccolo, come dire, una “tappina”, di grandi proporzioni. Io una “tappina” così grande, bella, azzurra, non l’ho mai vista. Fa anche da orologio, che meraviglia. Ed è tutta tempestata di pietruzze colorate. Ogni volta che passo da quella vetrina rimango incantanto. E non sono il solo, mi accorgo. Lo stupore è secondo solo al verde finto accecante dei giardini di Porta Nuova (che in realtà sono il più grande posacenere all’aperto di Marsala). Ecco, ho pensato, potremmo concorrere per il 2014 per il titolo di Marsala, Città Europea della “tappina” gigante. State sicuri che ci sarà in giro da qualche parte un’associazione, una rete, che ci darà il titolo “superando la concorrenza di altre importanti città”, come recitano i comuncati stampa, la Regione ci darà i soldi, faremo un altro calendario di eventi, sempre con il congresso nazionale della massoneria (quella sta bene dappertutto), un workshop con il Dottor Scholls, magari, qualche cantante che verrà a fare uno spettacolo su ciabatte e dintorni, un paio di retrospettive su “zoccoli e zoccole” nel cinema italiano e via dicendo. Basta fare un po’ di copia - incolla (in giro ci sono veri e propri maestri), cambiare la parola “vino” in “ciabatta”, e il gioco è fatto. Soldi, eventi, calendario. E il 2014 si passa così.
Ovvio, c’è il problema del 2015, lo so. Ma non è che vi possiamo risolvere tutto noi. Chiedete ai cinesi di Via XI Maggio, qualche cosa inventeranno.  

Giacomo Di Girolamo