Avrebbe aggredito il figlio.L'aggressione sarebbe scaturita da una serie di contrasti familiari. La donna accusava il figlio minore di essere a favore dell'ex coniuge. Nel corso di un'animata discussione avrebbe graffiato al collo il ragazzo sferrandogli un calcio all'anca destra. L'apertura del processo è prevista per il prossimo 7 gennaio. La donna era chiamata a rispondere anche dell'accusa di ingiuria da cui è stata prosciolta per remissione di querela.
VIOLENZA E LESIONI. Filippo Abita, 51 anni, trapanese, è stato rinviato a giudizio con le accuse di violenza privata, ingiurie e lesioni personali. Avrebbe aggredito un vicino di casa provocandogli un infarto.L'episodio è accaduto il 19 ottobre del 2011 a Trapani. Secondo l'accusa, al culmine di una lite scoppiata per futili motivi Abita avrebbe aggredito il vicino sferrandogli uno schiaffo sulla guancia sinistra. A seguito dell'aggressione la vittima fu colta da infarto. L'apertura del processo è prevista per il prossimo primo ottobre. Il dibattimento sarà presieduto dal giudice Emanuele Cersosimo.
DROGA. Il gup di Trapani Fontana ha deciso di non doversi procedere nei confronti di Oussama Chetioui, immigrato di 26 anni, chiamato a rispondere di detenzione di sostanza stupefacente. L'extracomunitario era accusato di avere detenuto tredici grammi di hashish.
VIOLENZA IN FAMIGLIA. Quattro anni e mezzo di carcere per maltrattamenti alla figlia e sfruttamento dell'attività di prostituzione dell'amante. Assoluzione, invece, dall'ipotizzata accusa di abusi sessuali sulla figlia di appena 4 anni. E' il verdetto emesso dal Tribunale di Marsala per un pregiudicato mazarese di 40 anni (T.L.C.) che il 24 giugno 2011 fu arrestato assieme alla sua compagna. A quest'ultima, per un periodo, l'uomo avrebbe imposto anche la presenza dell'amante tra le mura domestiche. Il Tribunale, su richiesta dello stesso pm, ha invece assolto altri due uomini, S.L.P e S. R., che secondo l'iniziale accusa avrebbero ospitato nelle loro abitazioni l'amante di T.L.C. per i rapporti sessuali a pagamento. Secondo l'accusa, T.L.C. avrebbe maltrattato la figlia, legandola a una sedia, picchiandola e costringendola persino ad assistere ad atti sessuali anche di gruppo e a guardare video porno. In aula, però, c'è stato prima il dietro-front dell'amante - che ha dichiarato di avere parlato «per gelosia», affermando che si prostituiva ma non era sfruttata - e poi della compagna del pregiudicato, che si è rimangiata le precedenti accuse.
RICETTAZIONE. Continua a Marsala il processo al marsalese Antonio Ignazio Correra, che dopo avere denunciato per usura ed estorsione Massimo Bellitteri e Antonino Salvatore Sieri (entrambi poi rinviati a giudizio) si ritrova, adesso, sul banco degli imputati assieme ad un'altra persona (Giuseppe Genna).
Per ricettazione di assegni rubati, Correra e Genna sono sotto processo davanti al giudice monocratico Faillaci. Nel corso delle indagini a carico di Bellitteri e Sieri è, infatti, emerso che due degli assegni consegnati dalle presunte vittime di usura sarebbero stati staccati da un carnet di assegni emesso dall'Unicredit e rubati, ad Erice, il 21 gennaio 2008, a Michela Bulgarella. Nell'ultima udienza del processo «Correra + 1» è stato ascoltato il promotore finanziario Giuseppe Nuccio. «Massimo Bellitteri - ha dichiarato il teste - mi chiese di verificare lo stato dei due assegni che gli erano stati dati da Antonio Correra e io ho scoperto che erano bloccati». Un assegno era di 52 mila euro, l'altro di 25 mila. Denaro che sarebbe stato prestato a Correra per l'acquisto di prodotti agricoli (fertilizzanti). Poi, secondo l'accusa, Correra avrebbe denunciato lo smarrimento dei due assegni e Giuseppe Genna sarebbe stato suo complice. Nell'udienza dell'11 luglio saranno interrogati i due imputati.