E per il gruppo nazionale Fiat è andata ancora peggio con un -15,2% in giugno e -11,5% nel cumulato dei sei mesi. Lo stesso si può dire per il semestre che ha limitato le perdite al -10,3% con un totale di 731.000 unità ma di nuovo a fronte del -20% cumulato nei sei mesi dello scorso anno.
Vale la pena ricordare subito che il 2012 si concluse con un totale di 1.400.000 consegne, il che porterebbe a una previsione per quest’anno al di sotto del 1.300.000 unità registrando un nuovo record e riportando il mercato italiano a tempi sempre più remoti come il 1969.
Sono dati che ormai non fanno quasi più notizia dopo 37 mesi di declino costante, come ricorda l’Unrae, e non sembrano tanto incoraggianti per il settore i modesti segnali di apparente rallentamento della caduta. Di fatto l’argine è stato posto da qualche aumento della raccolta ordini di aprile e maggio (rispettivamente del 6 e del 4,2%) che non si possono considerare vera tendenza alla ripresa.
E’ fin troppo chiaro che la scarsa propensione all’acquisto deriva dai soliti fattori, come la rigida chiusura del credito e il progressivo impoverimento generale, altre al fondato senso di incertezza e di sfiducia inevitabilmente dilagante e salito, secondo i dati Istat, al 95,7 in Maggio.
Inevitabile, dicevo, dal momento che sul fronte politico, dai vecchi al nuovo governo, non si è mai sentito alcun cenno a programmi di alleggerimento della specifica pressione fiscale sul settore malgrado i mancati incassi da parte dell’erario. Secondo i calcoli dell’Unrae (le case estere) ad esempio, solo in questi sei mesi sono mancati altri 270 milioni di iva e 1,6 miliardi di fatturato a causa dei mancati acquisti.
Altri dati significativi sono segnalati dall’Anfia (la filiera italiana) in tema di invecchiamento del parco circolante: le auto con più di 10 anni di vita sono passate dal 38 al 44% rispetto al 2000 e il 54% delle auto appartiene alle categorie da euro 0 a euro 3. Inutile dunque elencare di nuovo i provvedimenti che potrebbero quanto meno riequilibrare in parte il colossale crollo destinato probabilmente a peggiorare ancora.
A parte il crollo verticale della Fiat scesa al 27,5% di quota nel mese pur restando al 29,2 nel periodo completo, fra le marche generaliste hanno accusato il colpo in particolare Chevrolet, Citroen, Toyota, Hyundai e Peugeot mentre Volkswagen ha fatto pari, Nissan, Ford e Opel sono andate perfino in attivo accanto alla inarrestabile Kia. Senza dimenticare, tuttavia, che la quota di clienti privati è ferma intorno al 60% che si orientano sempre di più verso vetture a GPL, metano e ibride nella disperata ricerca di qualche risparmio dei consumi.
Fra i modelli, infine, qualche nota particolare: la Golf non figura fra le top 10 delle benzina, ma è terza fra le diesel dove domina la Citroen C3, mentre la classifica diesel ha dato il benvenuto in decima posizione alla Mercedes Classe A sia nel mese, sia nel semestre.