La postura, nello specifico, subisce alterazioni importanti soprattutto nell’età compresa tra i 10 e i 15 anni, periodo nel quale si ha un aumento significativo rispetto a quello ponderale e tutto ciò coincide con il delicato periodo pre-puberale e adolescenziale del soggetto. In questo periodo lo troveremo impacciato, goffo e maldestro, in una parola “sgraziato”. Per il giovane, gestire il proprio corpo
diventa difficile, l’immagine che egli ha di sé è “illusoria” poiché è in continua trasformazione.
I sistemi automatici di controllo della motricità, prevalentemente quelli che governano l’attività posturale, entrano in crisi a causa delle continue modificazioni che avvengono nei vari segmenti corporei in accrescimento e di conseguenza questi automatismi devono essere continuamente rivisti e rielaborati. Nei ragazzi in età scolare il mal di schiena è pari a circa il 33%, del tutto paragonabile a quello che si riscontra nella popolazione adulta. Per quanto riguarda i fattori di rischio, uno dei
possibili determinati potrebbe essere la postura seduta scorretta mantenuta per un lungo periodo a scuola, al computer, ai videogiochi, in poltrona davanti alla tv. Anche il trasporto giornaliero di carichi relativamente pesanti può essere causa di lombalgia. Uno zainetto scolastico non è in grado da solo di causare alterazioni della colonna vertebrale, come ad esempio la scoliosi; resta tuttavia il fatto che, se si deve portare sulle spalle uno zainetto pesante per lunghi tragitti, ciò può condurre a soffrire di mal di schiena, soprattutto se il fisico non è allenato. Per risolvere velocemente la
sintomatologia sarà sufficiente correggere le posizioni sbagliate attraverso nozioni di ergonomia e backschool e avere un buon tono muscolare.
Per scoliosi s’intende una deformazione tridimensionale (cioè in tutti e tre i piani dello spazio) della colonna vertebrale: le vertebre si inclinano di lato, ruotano su se stesse e le curve della schiena che si vedono di profilo tendono ad appiattirsi. Individuare precocemente la scoliosi può ridurre il suo progressivo peggioramento. Per questo si consiglia di far controllare annualmente dal pediatra la colonna dei propri figli.
La colonna vertebrale, sul piano sagittale, presenta tre curve che, dall’alto verso il basso, sono la lordosi cervicale a convessità anteriore, la cifosi dorsale a convessità posteriore e la lordosi lombare a convessità anteriore. Queste curve servono a rendere elastica la colonna e ad assorbire e contrastare la forza di gravità. Il dorso curvo (o ipercifosi) si ha quando la curvatura della colonna dorsale si accentua e supera il limite fisiologico. La presenza del dorso curvo produce un’alterazione della postura del corpo perciò spesso si associano accentuazione della lordosi cervicale e di quella lombare, capo anteposto, spalle interiorizzate e scapole alate. Il dorso curvo
posturale è dovuto ad abitudini e posture scorrette, quasi sempre associato all’abito astenico e ad ipotonia muscolare generalizzata.
Si tratta di un atteggiamento reversibile. È ben correggibile se diagnosticato e trattato precocemente ed in modo adeguato, per impedire l’instaurarsi di
modificazioni scheletriche. Il dorso curvo osteocondrosico, chiamato anche “dorso curvo giovanile” o malattia di Scheurmann, è dovuto a turbe di crescita delle cartilagini delle vertebre. Questa affezione colpisce prevalentemente il sesso maschile. L’evoluzione inizia intorno ai 12-13 anni e termina verso la fine della crescita vertebrale. La scoperta di questa patologia spesso è dovuta al
dolore vertebrale a livello dorsale che ne accompagna l’insorgenza. La curva ipercifotica se non trattata si struttura, diventa rigida e la deformazione irreversibile. Soltanto la diagnosi precoce ed il trattamento adeguato, prolungato fino al termine della crescita vertebrale, possono impedire che l’ipercifosi evolva verso forme severe.
Un conto è la scoliosi intesa come deformazione strutturale permanente della colonna vertebrale, che si evidenzia in modo chiaro attraverso l’esame radiografico, un altro è l’atteggiamento scoliotico, paramorfismo, che si riferisce semplicemente a un atteggiamento viziato che, pur determinando una deviazione laterale della colonna, non comporta alcuna deformazione permanente e può essere semplicemente corretta attraverso la rieducazione posturale. Le cause di questo atteggiamento possono essere diverse e riconducibili, in prima istanza, alla mancanza di adeguata
attività motoria o al mantenimento di posizioni scorrette troppo a lungo.
È la ginnastica che si occupa dei disequilibri della colonna vertebrale in età giovanile che, in gergo medico, sono classificati come paramorfismi se si tratta di atteggiamenti funzionali scorretti, o dismorfismi se hanno, oltre alle funzioni alterate, un danno a livello strutturale. Le terapie utilizzate nel trattamento dei dimorfismi dipendono dalla gravità della patologia e soprattutto dalla loro evolutività. Le terapie possono variare a seconda della gravità: ginnastica posturale, tutore ortopedico, trattamento chirurgico nei casi più gravi. La ginnastica posturale, è utile solo se ben
indicata, controllata e attuata altrimenti non è solo vana, ma può essere anche dannosa. Non si tratta di una semplice rieducazione muscolare, ma deve coinvolgere interamente la psicomotricità del soggetto che, spesso, non ha dentro di sé l’esatta nozione di come è fuori. La rappresentazione di una attitudine viziata crea alla lunga uno schema motorio errato che il soggetto ritiene normale.
Quindi, l’obiettivo principale è la presa di coscienza del proprio difetto per poi intervenire con tecniche di rieducazione posturale, di mobilizzazione, di rinforzo muscolare, di integrazione neuromotoria, di stabilizzazione, di ergonomia e backschool.
Dott. Angelo Tummarello
Pediatra di famiglia
Consigliere regionale della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale
Ricercatore e divulgatore scientifico
Cell.360409851
Email: dott.a_tummarello@libero.it
Con la collaborazione del
Dott. Pantaleo Dario
Tirocinante post-laurea presso U.O.C. di TIN e Patologia Neonatale.
Dipartimento di Scienze Pediatriche,Ginecologiche,Microbiologiche e Biomediche.
Università degli studi di Messina.