Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
30/07/2013 04:43:55

Franca ovvero parliamo di Eva

Eva e Maria. Direbbero gli antropologi: le madri archetipiche. I modelli di riferimento per la femmina della specie umana, la prima nell’ebraismo e poi nel cristianesimo, la seconda soltanto per i cristiani. Rispetto ad altre donne che riempiono interi libri dell’Antico Testamento e molti capitoli dei Vangeli, queste due donne sono quasi mute e scompaiono quasi subito dalla narrazione. Ripeto cosa abbiamo letto da Genesi 3,6:   “La donna osservò che l’albero era buono per nutrirsi, che era bello da vedere e che l’albero era desiderabile per acquistare conoscenza; prese del frutto, ne mangiò e ne diede anche a suo marito, che era con lei, ed egli ne mangiò”.  Poco prima è scritto che Dio aveva detto “ non ne mangiare”. Il gesto di Eva entra in conflitto con quello che potremmo chiamare il “progetto” di Dio, contrasta ed esprime  l’essenza dell’umanità : “acquistare conoscenza”. Vi è un altro particolare che vorrei evidenziare: “ne diede anche a suo marito, CHE ERA CON LEI”. Mi dà molto da pensare questo “che era con lei”.  Già, non è che Eva ha fatto la sua conversazione con il serpente e poi ha maturato la scelta di prendere il frutto in assenza di Adamo. No. Adamo era con lei.  E allora? Ne avranno discusso. Se Eva è stata convincente, Adamo ha trovato che Eva era convincente e la sua scelta era preferibile all’opzione per la vita eterna proposta dal loro Creatore. Dopo la nascita di Gesù, Maria parla in due sole occasioni. La prima quando Gesù, ragazzo, si ferma al Tempio senza avvisare la famiglia che lo cerca disperatamente per tre giorni. La seconda durante le nozze di Cana.  Abbiamo letto i testi poco fa. Luca, 2, 48 e Giovanni 2, 1-5. Maria, malgrado abbia piena consapevolezza della eccezionalità di suo figlio ( di cui essa sola conosce i modi del suo concepimento), non si rivela quel modellino di passività ed obbedienza plasmato in duemila anni di elaborazione di una figura “mariana”  che probabilmente non ha niente a che vedere con la Maria  madre di Gesù .  Per quel poco che ci raccontano i Vangeli, contrasta e rimprovera  senza complessi il ragazzo Gesù; alle nozze di Cana  mostra di conoscere con chiarezza i poteri del figlio, non gli dà ascolto quando lui la rimbrotta perché il suo tempo non sarebbe ancora venuto. E lei che decide che “il tempo è venuto”. Proviamo ad immaginare la scena. Prima di dire ai servi “fate tutto quello che vi dirà”  avrà avuto uno scambio di parole con il figlio o almeno uno scambio di sguardi, con i quali gli avrà detto “stavolta si fa come dico io…tu non devi più nasconderti”.. e Gesù fu ubbidiente a Maria. A questo punto mi viene di forzare un accostamento: “come Adamo  fu ubbidiente ad Eva”.  Dopo di ciò le due donne scompaiono. E’ come se la tradizione delle due religioni ne abbia  paura. Le femmine originarie appaiono dominanti sui maschi archetipici, si mostrano capaci di indirizzare e prendere decisioni anche in contrasto con l’istanza suprema, cioè il Creatore. Le religioni organizzate, non potendo negare i propri “testi sacri”  hanno frullato questi lieviti originari in una enorme purea di maschilismo e patriarcalismo, in cui sono rimasti sommersi per alcune migliaia di anni. Finché il femminismo di quest’ultimo secolo  ha cominciato a cercare sempre più in profondità. Il femminismo dentro le chiese e il femminismo fuori delle chiese e delle religioni. C’è chi è andato a cercare nel modo come si manifestava la fede tra i poveri e i semplici, e come nelle narrazioni popolari il profumo di quegli antichi lieviti si spandesse con forza.  Così è nato l’apologo , cui ho accennato prima.
Il 29 maggio è morta una donna. Il 31 maggio, durante i suoi funerali , il suo ultimo racconto, attraverso la voce di suo marito, è stato un inno alla vita e all’amore.  Ha vissuto i suoi 84 anni amando fortemente, sempre dalla parte dei poveri, degli sfruttati, degli emarginati. La destra, in Italia l’ha odiata e combattuta con durezza  e con ferocia. Nel 1973, cinque criminali dell’estrema destra la rapirono, nel centro di  Milano, la caricarono su un furgone , la violentarono e torturarono, perché stava dalla parte dei lavoratori in lotta. Sopravvisse e riprese con ancora più forza la sua azione di politica e di femminista, attraverso quello che sapeva fare splendidamente, il teatro.
Il 31 maggio 2013, durante il funerale di Franca Rame , il marito, Dario Fo, dà voce all’ultimo scritto di Franca, mai presentato in pubblico.
Da tempo Franca aveva scoperto dei testi apocrifi dell’Antico Testamento; da uno di questi testi ha tratto un apologo. Siamo nel Paradiso Terrestre.  Eva è venuta al mondo per prima, modellata dal Creatore in un’argilla fine e delicata.  Girando per il Paradiso, incontrando tanti animali in coppia, Eva si lamenta di essere unica. Poi incontra Adamo, che rimane molto sorpreso. Eva comincia a provocarlo, ad invitarlo a giocare con lei. Adamo è sconcertato e fugge nascondendosi nella foresta. Il creatore ha deciso di parlare con entrambi e manda un arcangelo, che li accompagna dinanzi a Dio.  Dio li guarda e si compiace; esclama “ non mi siete venuti mica male, e dire che non ero tanto in giornata. Ascoltate ciò che vi dico: voi siete i proprietari assoluti di questo Eden”. E getta loro la chiave. Adamo la raccoglie e la passa ad Eva. E Dio continua: “ascoltate, ci sono in questo giardino due alberi speciali. Questo di sinistra…i suoi frutti vi daranno la proprietà di essere come gli angeli, di vivere per sempre, in eterno. A differenza degli altri animali, ovviamente, essendo eterni, non avrete prole. Quell’altro albero, quello là, produce semplici mele, nutrienti e di buon sapore. Ma se li mangiate non vivrete in eterno. I frutti di quest’albero vi daranno la conoscenza, la sapienza ed anche il dubbio; vi aiuteranno a costruire tanti strumenti, le vanghe , le zappe, i mulini... Ancora, queste mele, mangiandole, produrranno in voi il desiderio di abbracciarvi e di amarvi e di procreare altri esseri come voi: però alla fine tornerete ad essere terra.  Pensateci. Tornerò per apprendere la vostra decisione”.   “No no no” grida Eva “non andartene, Dio, ho già scelto. A me dell’eternità non importa più di tanto. Avere dubbi mi interessa. E poi mi piace questo maschio e cingermi con lui  e fare l’amore. Pur di avere conoscenza, coscienza, dubbi e provare amore e far nascere altri come noi, ben venga anche la morte”  Il Padreterno è deluso ed irato. E si rivolge ad Adamo: “che preferisci?”  E Adamo: “ Sono molto curioso di scoprire questo mistero dell’amore, anche se poi è la fine”.

Giovanni  Lombardo - 28 luglio 2013 - www.chiesavaldesetrapani.com