Già nei giorni scorsi era comparso, sulla transenna che difendeva l’Uomo di Cala Rotonda, un cartello della Soprintendenza atto a segnalare che l’area è da considerarsi archeologica e sottoposta a rilievi fotografici: un avviso un po’ troppo italiano per i turisti stranieri, provvidenzialmente interpretato da un napoletano ad un olandese con un epico “Don’t touch the skull, he’s an italian Flinstone!“.
Ed il nordico capì qualcosa, sgattaiolando via…
‘Rilievi fotografici’ comunque già effettuati dai tantissimi curiosi che, in buona fede e con educato rispetto, hanno sollevato nei giorni le coperture di fortuna per rimirare ed immortalare il curioso compagno di spiaggia.
Compagno di spiaggia che ha caratterizzato in questo Ferragosto l’afflusso di turisti e curiosi, sia terrestri che naviganti, a Cala Rotonda, spettacolare baia dell’isola di Favignana: “Dove andiamo oggi? – Mah, andiamo al Teschietto !” si udiva echeggiare tra i bagnanti in scooter e bicicletta.
Tutti presi da questa inusuale attrattiva, un teschio e parte di uno scheletro di qualche migliaio d’anni fa, comparso per caso sulla spiaggia e da tanti soprannominato “Frufrù”.
Ma l’Uomo di Cala Rotonda, pur conservando la sua dignità ed il suo alto valore scientifico, non è un teschio qualsiasi (!).
E’ spuntato fuori in piena stagione turistica, in una zona di particolare pregio ambientale, là dove leggenda narra sia sbarcato Ulisse sull’isola delle Capre, in un’atmosfera di relax e spensieratezza…
Per cui, tante sono state le battute diffusesi tra i bagnanti, la più simpatica e nel contempo macabra è forse stata: “Frufrù, portaci una birra Pèroni”, schietto giuoco di parole tra la nota birra e le umane componenti anatomiche…
Ciao Frufrù!
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