Arriva da Modena, dove si è reso noto per la lotta alla mafia con lo strumento delle “interdittive”, il prefetto Benedetto Basile. Da qualche settimana al vertice della Commissione Straordinaria di Salemi, governerà, insieme agli altri due Commissari Maria Pia Dammarco e Vincenzo Lo Fermo, la cittadina normanna fino alla prossima primavera. La sostituzione si era resa necessaria dopo la nomina del dottore Leopoldo Falco a prefetto di Trapani. Qualcuno in città il provvedimento ministeriale lo aveva letto come il classico “promoveatur, ut amoveatur”, una promozione per interrompere il difficile e faticoso lavoro intrapreso dalla Commissione guidata da Falco. Alcuni provvedimenti in effetti avevano creato un certo allarmismo. Le diffide inviate a 523 cittadini, titolari dei contributi erogati dalla Commissione terremoto e che non avevano più dato notizie sul percorso della pratica, erano tra questi. Arrivate come un fulmine a ciel sereno, in una sonnolente città, avevano senz’altro procurato, oltre che stupore e incredulità, non poca preoccupazione. Ci riferiamo a quanti, pur avendo percepito il 50% del contributo, non solo non avevano proceduto alla ricostruzione dell’immobile danneggiato, ma addirittura lo avevano venduto a terzi per pochissimi lire/euro. Procedure ritenute legittime fino a qualche anno addietro. Sarà la procura A stabilirlo. Per il momento, il nuovo capo della Commissione ha tenuto, fin da subito, a precisare che il suo operato sarà lineare e non si discosterà “dal solco tracciato fin qui dalla Commissione guidata da Falco”. Insediatosi a Salemi, da due settimane circa, il dottore Benedetto Basile, già prefetto di Modena fino al 30 giugno scorso, può vantare un ricco e variegato curriculum. Una carriera, la sua, caratterizzata da un forte impegno e da una buona dose di “cocciutaggine” , ingredienti che gli hanno permesso di ottenere successi di un certo rilievo. Andato in pensione per raggiunti limiti di età, al momento del congedo gli è stato tributato da parte delle autorità locali, - il presidente della Regione Emilia-Romagna Vasco Errani e il sindaco di Modena Giorgio Pighi- un ampio riconoscimento per il tipo di conduzione nella gestione dell’emergenza per il terremoto dello scorso anno. Ma soprattutto per il costante impegno nel contrasto alla criminalità organizzata. Consapevole che il rischio di infiltrazione delle mafie negli appalti, si è distinto in una efficace opera di prevenzione. Concretizzatasi con l’adozione di una “white list” che ha lo scopo di escludere le aziende in odor di mafia o di drangheta. Insomma una sorta di filtro, creato ad hoc dopo i terremoti 2012 in Emilia, per evitare che gli interessi della criminalità organizzata arrivino a mettere le mani sul processo della ricostruzione attraverso lo strumento delle “interdittive antimafia”. Negli anni precedenti, Basile è stato direttore del Settore relazioni internazionali del Gabinetto del Ministro ( “non la segreteria politica” sottolinea), coordinando la collaborazione con paesi europei ed extra europei nella lotta al terrorismo, della criminalità organizzata e del traffico di stupefacenti. “Pur non essendo un poliziotto, mi sono occupato di collaboratori di giustizia, prima ancora che esistesse la legge in proposito””, chiosa. E’ stato incaricato di seguire la crisi politica del ‘97 in Albania, quando il problema dell’immigrazione irregolare era all’ordine del giorno con lo sbarco dei famigerati barconi, rimasti nella memoria di ognuno di noi, (“dopo di che non sono arrivati più Albanesi” sottolinea con orgoglio. Dopo essere stato nominato a capo della Segreteria speciale e funzionario dell’Organo centrale di sicurezza, fu inviato in missione in Kossovo per occuparsi della spinosa questione dei profughi causati dalla sanguinosa guerra. Quando è stato prefetto di Siracusa, fu nominato Commissario Straordinario per la ricostruzione della Cattedrale di Noto. Gli è stato riconosciuto il merito di avere portato a termine la sua ricostruzione entro i termini più che accettabili. “All’inaugurazione partecipò persino il Presidente del Consiglio Prodi”, sottolinea con compiacimento. Ma è quando ci ricorda della sua attività di direttore centrale dei Vigili del Fuoco che non riesce a nascondere un accenno di commozione. “Una grande e ricca esperienza umana”, la definisce. In pensione, come si è detto, dal primo luglio, poco meno di quaranta giorni di riposo, è subito al lavoro il sessantacinquenne Benedetto Basile. E, per dissipare ogni sorta di equivoco e per smentire certe dicerie messe in giro dai soliti ambienti, con toni stentorei ha tenuto a sottolineare che “noi siamo qui per lavorare per difendere la legalità e lo Stato, senza guardare in faccia a nessuno!”. E quindi, senza porre tempo in mezzo, subito in attività. Intanto approvando i provvedimenti maturati ed elaborati durante la precedente gestione, a cui ormai mancava solo il suggello formale di una delibera. E così è diventata ufficiale l'adesione del Comune alla Consip. Ciò permetterà alla Gemmo s.p.a., a partire dal 1 dicembre, di occuparsi della manutenzione, dell’ esercizio e della gestione degli impianti della pubblica illuminazione comunale. La convezione, della durata di nove anni, prevede inoltre un graduale svecchiamento della rete. Si prevede una sensibile riduzione dei consumi con un conseguente abbattimento dei costi. Conti alla mano, si prevede già per il primo anno, un risparmio di circa 38 mila euro. Un taglio è stato dato finalmente ad un altro nodo gordiano che si trascinava da anni. Ci riferiamo alla vergognosa gestione fallimentare della raccolta dei rifiuti operata dalla Belice Ambiente negli ultimi otto anni, per conto del Comune. Una vicenda questa, che passerà alle cronache politiche come una delle più scandalose, su cui quasi tutti i sindaci, le amministrazioni e le forze politiche che si sono succeduti in questi anni, dovranno un giorno rendere conto a Dio e al popolo. Mentre sul piano giudiziario sarà la magistratura a pronunciarsi dopo la denuncia avanzata alla Procura dalla Commissione, su quello pratico la Commissione ha deciso di mettersi in proprio. Nel senso di provvedere direttamente e autonomamente all’espletamento del servizio della raccolta e smaltimento dei rifiuti. Del resto la legge recente regionale lo permette ai comuni che superano i 10mila abitanti. Si tratta di dare vita al cosiddetto ARO (ambito di raccolta ottimale) e Salemi ha requisiti per istituirlo. Con proprio personale, potrà organizzare il servizio di raccolta, trasporto e conferimento dei rifiuti e bandire autonomamente le gare per assegnare i servizi di raccolta. Le noti dolenti si hanno però per il Bilancio 2013. Si pensa di approvarlo entro settembre. Su di esso grava la spada di Damocle dei tagli statali e regionali. Sulla loro entità pesa l’incertezza. Si calcola che le minori entrate possano procurare uno squilibrio di 800mila euro circa. Esiste comunque una forte discrasia tra i grandi problemi affrontati e in parte in via di risoluzione ( collaudo scala mobile, restauro Collegio dei Gesuiti, 50 loculi cimiteriali recuperati, sistema di video sorveglianza, barriere architettoniche, gara d’appalto per il canile comunale, maneggio comunale, contenzioso con la Suez dell’eolico, interventi di riqualificazione urbana) e la gravissima e non più tollerabile questione dell’ordinaria amministrazione. L’annosa e radicata assenza di raccordo tra chi governa la città e chi dirige gli uffici preposti all’operatività ed esecuzione dei provvedimenti rimane il problema numero uno. L’indignazione dei cittadini contribuenti è ormai alle stelle. Qualche esempio, per capire. E’ intollerabile che le nostre strade rimangano senza una segnaletica orizzontale ( le famose strisce che ogni volta durano lo spazio di un mattino). E’ vergognoso che le erbacce crescano rigogliose sui marciapiedi. E’ mortificante che interi quartieri o addirittura la centralissima Piazza Libertà rimangano al buio, per la gioia di qualche ex sindaco che una volta ebbe ad esaltare lo stato precario dell’illuminazione pubblica, perché in questo modo il paese gli ricordava il “calore del presepe natalizio”. E’ incomprensibile che il manto stradale di moltissime nostre vie rimanga dissestato, senza l’ombra di un intervento. Il prefetto Benedetto Basile dovrebbe cominciare anche da qui. Sarà in grado di interrompere questo perverso corto circuito?
Franco Lo Re