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07/09/2013 06:40:00

Bongiorno e il racket. Tante reazioni

 Sono tante le reazioni all'operazione antiracket  nata dalle denuncia del  presidente di Confindustria Gregory Bongiorno, che per anni ha rivelato di essere stato costretto a pagare il pizzo. 

Come abbiamo raccontato giovedì, tre persone, tutte condannate per mafia, sono state raggiunte da un'ordinanza di custodia cautelare in carcere. Il provvedimento, emesso dal gip presso il Tribunale di Palermo, è stato notificato al boss Mariano Asaro, 57 anni, detenuto presso il carcere di Sulmona, a Gaspare Mulè, 47 anni, operaio e sorvegliato speciale, a Fausto Pennolino, 51 anni, ristoratore, sorvegliato speciale, tutti di Castellammare.


Confindustria Trapani e LiberoFuturo, che da tempo sono al lavoro per costituire un movimento antiracket e un'associazione di imprenditori a Castellammare, hanno espresso grande soddisfazione per l'operazione manifestando piena vicinanza a Bongiorno. Stessa cosa ha fatto ha dichiarato il presidente dell'Associazione Antiracket Trapani, Paolo Salerno: «Al presidente, con il quale ho avuto modo di confrontarmi sui temi della legalità e della lotta alla mafia, esprimo la nostra solidarietà e il nostro pieno sostegno. Ci vuole molto coraggio per fare questa scelta. L'unica possibile se tutti noi vogliamo uscire dalla cappa mafiosa e criminale che inquina l'economia del nostro territorio. L'invito, a questo punto, è che tutti coloro che si dovessero trovare nelle stesse condizioni seguano il suo esempio». 

L'on. Mimmo Turano ha affermato: «Un atto concreto ma con un grande valore simbolico. Gregory Bongiorno ha testimoniato che la Sicilia sta cambiando e che si sta costruendo una nuova classe dirigente in grado di affrontare la sfida contro il malaffare. La politica di Confindustria Trapani, legata al progetto siciliano e nazionale, è un punto di riferimento per chi vuole sfuggire a vecchie logiche che hanno condizionato, per troppo tempo, il nostro territorio». Il Consiglio comunale di Trapani con il presidente Peppe Bianco ha inviato un telegramma di solidarietà al presidente Bongiorno: «Il Consiglio desidera farle sapere di essere accanto a chi reagisce come lei ad azioni criminali che penalizzano l'intera Sicilia e i tutti siciliani onesti».
«La denuncia - ha scritto il sen. Giuseppe Lumia, capogruppo del Pd in Commissione giustizia - è un segnale importante contro il racket delle estorsioni e per combattere la mafia. Ma ancora più importante è che questo segnale venga raccolto da tutti gli imprenditori e gli operatori economici che operano nel territorio. La collaborazione con la magistratura e le forze dell'ordine è l'unica scelta possibile in grado di liberare l'economia dal giogo mafioso che stritola le imprese sane che creano ricchezza e occupazione».
«Al presidente Bongiorno va tutta la nostra vicinanza per un gesto di grande coraggio che può aiutare tanti altri imprenditori nelle sue condizioni. Chi sceglie, con eroismo, di non piegarsi alla prepotenza mafiosa deve trovare nelle istituzioni un riferimento continuo e un sostegno incessante», ha commentato il ministro per la Pubblica amministrazione Gianpiero D'Alia. Il presidente della Commissiome Antimafia dell'Ars Nello Musumeci ha detto: «C'è un solo modo per reagire agli estortori: denunciare. Quello del presidente Bongiorno è stato un atto di coraggio civico e di alto significato. Sono questi gli esempi da seguire, senza mai dimenticare, però, che chi è meno esposto ai riflettori spesso resta in silenzio per timore di non ricevere adeguata protezione. Lo Stato dimostri di valorizzare chi compie il proprio dovere denunciando i propri aguzzini». Linda Vancheri, assessore regionale alle Attività produttive: «Complimenti a magistratura e forze dell'ordine. Sono convinta che il modello legalità è la precondizione essenziale per creare vero sviluppo in Sicilia e un futuro più roseo per le attività produttive siciliane». Il presidente della Camera di Commercio Giuseppe Pace: «Il coraggioso gesto di rappresenta un modello da seguire con fermezza, da prendere come punto di riferimento per l'intero sistema produttivo. L'unica strada per contrastare il malaffare è quella della denuncia degli estorsori, ha dato il buon esempio». Infine anche Salvo Ferlito, presidente di Ance Sicilia ha affermato: «Accogliamo il suo appello per fare fronte comune contro pizzo e mafia e siamo al suo fianco».