Gentile direttore, e adesso? a chi tocca? Dove va Giulia Adamo? Con Crocetta? O direttamente con il Pd? E pealia...nsare che solo fino a pochi anni fa era in Forza Italia...
Vincenzo
Gentile corrispondente,
comincio da una citazione. Questa: «Non è mia intenzione rievocare la sua grigia carriera. Non è questa una colpa. Si può essere grigi, ma onesti; grigi, ma buoni; grigi, ma pieni di fervore. Ebbene, On. Andreotti, è proprio questo che Le manca. Le manca proprio il fervore umano. Le manca quell’insieme di bontà, saggezza, flessibilità, limpidità che fanno, senza riserve, i pochi democratici cristiani che ci sono al mondo. Lei non è di questi. Passerà alla triste cronaca, soprattutto ora, che Le si addice. Che cosa ricordare di Lei? Durerà un po’ più, un po’ meno, ma passerà senza lasciare traccia…».
Sono le parole, durissime, del memoriale di Aldo Moro. Il presidente del consiglio dei ministri, poco prima di essere assassinato dalle Brigate rosse, lascia, dalla sua prigione, un j’accuse fortissimo a Giulio Andreotti, squarciando il velo sui veleni e le trame oscure che caratterizzavano la Democrazia Cristiana, e dunque l’Italia.
Ci pensavo ieri, al memoriale di Moro, leggendo la lettera con la quale il Sindaco di Marsala, Giulia Adamo, comunica all’amico Pierferdinando Casini, ospite di tante cene eleganti a casa sua, di non voler più far parte dell’Udc.
Ci pensavo, per tanti motivi. Perchè pensavo a cos’è rimasto della Democrazia Cristiana, da Moro ai giorni nostri; pensavo anche ad una cosa che un giorno vorrei scrivere: una collezione di tutte le lettere dei politici italiani dal dopoguerra ad oggi (quella di Moro è letteratura, la lettera di Giulia Adamo sembra scritta da Moccia….); ma soprattutto pensavo a quella frase, che poi per me è l’unica cosa davvero importante: lei non passerà alla storia, dice Moro ad Andreotti. Che cosa ricordare di lei? Non lascerà traccia.
Già, cosa ricordare?
E’ una cosa che penso spesso, quando guardo la fauna politica, soprattutto quella locale. Che cosa resterà di loro, della loro spocchioseria, dei potenti locali che ti rinfacciano in ogni momento il loro bel vivere, il loro essere centro del mondo? Nulla. Non lasceranno traccia. Loro passano, in tutti i sensi. Sono mortali, e ogni tanto - come tutti - se ne dimenticano, ma soprattutto sono piccoli. (La letteratura, l’arte, appartegono all’infinito. E siccome io sono assetato di infinito, preferisco sempre la compagnia dello più sfortunato dei teatranti, o anche la carezza di una bella giornata di sole, rispetto a quella del più osannato dei politici).
Dove voglio arrivare. A quella cosa: al non passare alla storia, al non essere ricordati. E al Sindaco di Marsala, Giulia Adamo. Della quale parlano e parliamo, ma che in realtà, con mente più serena, non sappiamo esattamente per cosa verrà ricordata. Sembra invece che ogni cosa che faccia sia destinata al clamore, al commento rumoroso. Ma che cosa esattamente fa?
L’ultima è abbandonare l’Udc. Come Schettino, ha preso la nave, si è fatta nominare comandante da Casini, l’ha portata a sbattere in Sicilia, si è fatta il suo scialuppone, contrattando in tempi non sospetti l’elezione a Sindaco di Marsala con il Pd. E addio Udc. Partito asfaltato. E a qualcun altro toccherà raddrizzare la barca.
Prima era successo con il Pdl Sicilia, embrione di “Forza Sud” di Miccichè. Anche lì: grandi entusiasmi, grandi ruoli, fa la capogruppo all’Ars. Regala con i soldi pubblici una coppa alle nozze del figlio di un assessore (vicenda ancora non chiarita), non le fanno fare l’assessora a sua volta. Allora si arrabbia, se ne va.
E il Pdl? E Forza Italia? Conservo ancora un santino elettorale del 2001 dove ci sono Giulia Adamo, Massimo Grillo, Antonio D’Alì abbracciati che invitano a votare per Silvio Berlusconi. Ora Berlusconi è un porco, Grillo e D’Alì sono scuri e cattivi. Volano insulti e querele. Ma prima erano buoni.
Così com’era buono il centrosinistra quando offrì all’allora vulcanica preside della scuola di Terrenove il posto di assessore della pubblica istruzione nella Giunta Lombardo. Era il 1993. Davvero, un secolo fa.
L’ultima storia d’amore era con Casini. Appena cominciata, sapevamo tutti che sarebbe finita. “Il nuovo corso liberale dell’Udc”. Ma chi ci credeva? L’Udc potrà anche essere un giorno un liberale, per carità, ma Adamo non di sicuro. E non basta annunciare il registro delle coppie di fatto a Marsala (mai realizzato) e finire sui giornali per dirsi “liberali”.
Tanto rumore per nulla, dunque. Il nulla lasciato da Giulia Adamo intorno all’Udc - il partito è scomparso, nel territorio - e il nulla che rappresenta questa storia.
Solo che attorno al Sindaco Adamo si muovono in tanti. “Amici” lei li chiama sempre, quasi fossimo nel programma di Maria De Filippi. “Amici, siamo un gruppo di amici”. In realtà non è l’amicizia il vincolo che unisce queste persone, ma il calcolo: c’è chi fa l’assessore, chi il consigliere, chi è in qualche sottogoverno, chi riceve incarichi. Loro sono sempre gli amici di Giulia, che è un po’ come essere amici del proprio datore di lavoro. Fanno quello che Giulia fa. Ripetono come pappagalli quello che Giulia pensa. Adesso che faranno? Glielo dirà Giulia. Così funziona nel cerchio magico.
A loro non cambia nulla. Possono un giorno sentirsi rivoluzionari alla Crocetta, o rottamatori con Renzi, o grilli, o quello che lei dice.
Ecco, di Giulia Adamo, della sua politica, non rimarrà traccia. Si mettano tutti il cuore in pace. Di tutta questo codazzo di vassalli però, rimarrà sicuramente meno.
Grazie dell'attenzione, e continui a seguirci,
Giacomo Di Girolamo