In Sicilia l’utilizzo di internet è spaccato in due. Circa due milioni di cittadini sono fuori dall’utilizzo della rete, e ciò la dice lunga sul grado di arretratezza dell’isola in quanto a tecnologia, comunicazione e innovazione. Non c’è nulla di innovativo in realtà nell’utilizzo di internet. Ma dalle nostre parti sembra quasi una barriera insuperabile. I dati arrivano dalla ricerca “La comunicazione pubblica ed il rischio Digital Divide in Sicilia”, effettuata dall'Istituto Demopolis. In sostanza il mezzo preferito per informarsi dei siciliani è e rimane la televisione. I quotidiani poi mantengono un loro punto di riferimento nell’informazione. la fruizione di internet cresce soprattutto per i dispositivi mobili. Se non ci fossero quelli sarebbe la fine. E quindi c’è quasi la metà della popolazione che vive in una sorta in analfabetismo informatico che genera in Sicilia un pesante “social digital divide”. In sostanza, un cittadino maggiorenne su due non utilizza internet. Ovviamente il tutto è caratterizzato da differenze per sesso e titolo di studio, con le donne indietro di 10 punti percentuali. Nel dettaglio circa un quarto dei siciliani si informa contemporaneamente su più media, tra radio, tv, internet e giornali tradizionali. Ma sono in molti, 3 su 10, che vengono a sapere di ciò che succede nel mondo soltanto attraverso il filtro della tv, che sia regionale, nazionale o locale. Il digital divide pesa eccome. Eppure il numero di utenti sulla rete, non tanto da pc ma soprattutto tablet e smartphone, sembra in crescita. Il 37% della popolazione maggiorenne si collega su internet quasi tutti i giorni. Il 39% addirittura non ha mai navigato e l’8% ci ha provato un paio di volte, non gli è piaciuto e ha detto “basta, prendo il telecomando”. Per quelli che si connettono c’è ovviamente ai primi posti l’uso di social network. Poi i motori di ricerca, e-mail, video, meteo. L’informazione online da parte dei siciliani si concentra sull’attualità.
Nell’Isola in cui nasce un sito istituzionale quasi ogni giorno, perché fa figo l’ente, questi però non sono praticamente seguiti dagli internati. Appena l’uno per cento dei navigatori ad esempio utilizza il sito web della Regione. Più che altro sono addetti ai lavori, professionisti. Soltanto il 3% dei navigatori visita almeno una volta a settimana il sito del proprio Comune. Motivo, sono praticamente incomprensibili. Informazioni inaccessibili, grafiche obsolete (e soprattutto sul web anche l’occhio vuole la sua parte), architettura dei portali confuse. Tutto ciò va a intaccare quella parolina chiamata “trasparenza” tanto usata dagli enti pubblici quando mettono online il loro costosissimo e alla fin dei conti inutile sito web.