Una cimice inguaia due poliziotti. Omissione d’atti d’0ufficio e falso ideologico in atto pubblico in concorso. Con queste accuse due poliziotti di Mazara del Vallo sono stati rinviati a giudizio dal Gup di Marsala Annalisa Amato. I due poliziotti sono il sovrintendente Vito Pecoraro di 51 anni e l’assistente Vincenzo Dominici di 44.
Tutto nasce, nell’aprile 2012, da un posto di blocco allestito dai due poliziotti, nel quale è stata fermata un’auto, una Fiat Panda. L’auto era priva di assicurazione, di revisione, e circolava malgrado il fermo amministrativo disposto dall’Agenzia delle Entrate. I due poliziotti però non hanno fatto niente, al conducente non è stato fatto nemmeno il verbale e l’auto non è stata sottoposta a sequestro. Il tutto è stato scoperto grazie a una cimice, una microspia piazzata all’interno della panda dai carabinieri che stavano indagando su altri fronti di cui non è dato sapere. I carabinieri all’ascolto sono rimasti attoniti quando hanno ascoltato il comportamento “molle” e permissivo dei due poliziotti, non previsto dalla legge. Allora hanno inviato una relazione al Procuratore Alberto di Pisa che ha affidato l’indagine alla guardia di finanza. Ai due poliziotti si conteste di non aver adottato alcuna azione nonostante le gravi infrazioni di Vittorio Misuraca, il guidatore dell’auto. A bordo dell’auto anche una donna, con la quale i due agenti avrebbero parlato e scherzato prima di lasciarli andare. I due poliziotti adesso rischiano anche un procedimento disciplinare da parte del ministero dell'Interno e la sospensione dal servizio.
MAXITRUFFA SALEMI
Continua il processo sulla maxifrode di Salemi e dintorni. Il pm Trainito ha chiesto la confisca dei beni sequestrati alle quattro aziende coinvolte nell’operazione “Energia Pulita”, scattata ad ottobre 2007. Il pm ha chiesto anche la condanna tra i tre e gli otto anni per otto imputati accusati si truffa ai danni dell’Unione europea. Una maxi truffa per la quale furono sequestrate 4 aziende, automezzi, conti correnti e oltre 500 mila euro. Coinvolto nella vicenda c’è Antonino Scimemi, noto imprenditore di Salemi e patron del Salemi calcio fino a qualche tempo fa. Per lui il pm ha chiesto la condanna a otto anni. 7 anni e 4 mesi sono stati chiesti per De Cesare Sala, di Gibellina. 7 anni per Salvatore Renda. 6 e 8 mesi per Paolo Nassano, di Ameglia. 5 per Francesco Sorrentino. 4 anni per Anna Mari Johansen. 3 anni per Sebastiano Cocola, di Siracusa, e Salvatore Angelo, di Imola.
Al centro ci sono dei finanziamenti europei percepiti per la realizzazione di impianti industriali per la produzione di energia attraverso le biomasse (trasformazione di scarti di macellazione, carcasse animali, rifiuti vegetali e ospedalieri). Per Procura di Marsala e Fiamme Gialle, la truffa avrebbe fruttato all'organizzazione oltre 20 milioni di euro.