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02/10/2013 08:00:00

Superbollo, la Filiera dell'Auto chiede l'abolizione. Persi 140 milioni di euro

 Un fallimento totale il famoso superbollo nato nel 2011. Il mercato, ma anche le casse dello Stato ne hanno risentito con questa decisione,  rimettendoci 140 milioni di euro di introiti in un anno.

Le Associazioni della filiera dell’auto: ANFIA (produttori italiani), ANIASA (autonoleggio), Assilea (leasing), Federauto (concessionari), UNASCA (agenzie) e UNRAE (costruttori esteri), con una lettera inviata al Ministero dell’Economia e delle Finanze, fanno un quadro del fallimento della sovratassa e ne chiedono l'abolizione. 

L’addizionale erariale sul bollo auto era stata introdotta nel luglio 2011 con un importo pari a 10€ per ogni kW di potenza del veicolo superiore ai 225 kW, con effetto retroattivo su tutto il 2011 e su tutto il parco circolante; successivamente, dal 1° gennaio 2012, la sovrattassa è stata portata a 20€/kW ed estesa alle vetture con potenza superiore ai 185 kW.

Le Associazioni evidenziano che nelle intenzioni dell’Esecutivo la misura avrebbe dovuto portare alle casse dello Stato168 milioni di €, ma non è andata così. Nel solo 2012, invece, si è determinata una perdita complessiva, tra minori entrate fiscali e mancato introito, di circa 140 milioni di €, così suddivisa: per lo Stato 93 Milioni € di gettito IVA e 13 Milioni € di superbollo; per le Regioni 19,8 Milioni € di mancato pagamento del bollo; per le Province 5,2 Milioni € di mancata IPT e circa 9 Milioni € di addizionale su RCA.

A causare questo danno per l’Erario, la riduzione delle nuove immatricolazioni di vetture con potenza eccedente i 185 kW: -35% nel 2012 contro il -19,8% del mercato auto nel suo complesso; la proliferazione, nel nord Italia, di “falsi leasing” di autovetture con targa tedesca (o ceca) date in noleggio da soggetti commerciali e utilizzate da clienti italiani (con mancato versamento dell’IVA, del bollo, del superbollo, dell’IPT, delle multe, dell’addizionale provinciale sull’RCA, oltre all’impossibilità di porre sotto sequestro le automobili immatricolate all’estero, la possibilità di sfuggire al redditometro, le difficoltà di effettuare i controlli su strada e di individuare le responsabilità in caso di incidenti); a questo si aggiunge il fenomeno della “esterovestizione” di veicoli, radiati per esportazione in paesi UE, ma che continuano a circolare sul territorio nazionale con targa tedesca, austriaca, bulgara o romena con le conseguenze sopra indicate; Il crollo dei passaggi di proprietà relativi ad autovetture sopra i 185 kW, ridotti del 37% nel 2012 rispetto ai volumi del 2011;

L’addizionale introdotta, oltre a condizionare negativamente sia il mercato del nuovo sia il mercato dell’usato, ha prodotto effetti negativi per l’Erario, non solo in termini di entrate fiscali previste, ma anche di mancato introito di IVA, IPT e bollo, conseguente alla riduzione delle immatricolazioni e del parco circolante.  Con le difficoltà attraversate dal settore a causa della crisi economica, dal 2009 a oggi il carico fiscale sulla motorizzazione ha continuato a crescere, fino a superare, nel 2012, i 72 miliardi di Euro. Negli ultimi giorni addirittura  c'è l’ipotesi di un ennesimo rincaro delle accise sui carburanti per scongiurare l’aumento dell’IVA, quando la componente fiscale del prezzo è già al 59% per la benzina e al 54% per il diesel.