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26/11/2013 18:30:00

Motociclismo. Tourist Trophy, accesso vietato alle “teste calde”

North West 200, Ulster GP, Cockstown 100, Tandragee 100 e Macau Grand Prix. Nomi sconosciuti (o meno) che fanno parte di quel “universo” a sé chiamato road racing; gare motociclistiche su strade chiuse al traffico, bandite dal calendario del Motomondiale quasi quarant’anni fa – alcune mai entrate – per motivi di sicurezza. La branchia è quella del Tourist Trophy con cui condividono alcune assonanze. Manti stradali umidi e differenti dalle piste per aderenza, marciapiedi, muri di cinta, segnaletica stradale e lampioni sparsi per tutto il tracciato, lo stesso che viene percorso con settori da 320 Km/h per alcuni secondi (!). Penserete che tutto ciò sia “folle”, da bandire assolutamente e censurare su qualunque piattaforma mediatica: non è così. Partecipare a gli eventi del road racing necessita di parecchi requisiti: esperienza (più l’evento vanta prestigio, più viene richiesto un passaporto sportivo corredato di un minimo di presenze e risultati durante la carriera), preparazione fisica e psicologica, tecnica, eccellente conoscenza del mezzo dal punto di vista meccanico (od un buon team) ed il massimo della lucidità.

Caratteristiche più che necessarie per portare a termine un solo evento. Non esiste paragone tra essi ed i loro colleghi che calcano solo l’asfalto della pista. Gli ultimi citati – se sanno “cascare” – possono permettersi l’azzardo tra una curva o l’altra, spolverandosi la ghiaia di dosso in caso di caduta e riprovando appena possibile: qua no. Tante le morti, pochi gli infortuni permanenti, ancor meno quelli recuperabili e rarissimi i fortunati usciti illesi. Ne sa qualcosa Olie Linsdell, campione 2013 al Classic TT in sella alla meneghina Paton (meriterebbe un capitolo a sé), conosciuto ad EICMA grazie all’amico Tommaso Restelli di MONDOCORSE. Tre settimane di coma, due anni per riprendersi e riscatto con vittoria davanti a nomi noti come i Dunlop (Michael e William) e John McGuinness.<<È tutto razionale: solo da fuori viene visto come “spericolato”>> viene commentato da Stefano Bonetti (bergamasco, campione italiano salita moto per sette anni e quinto classificato alla NW 200) e Federico Natali (toscano, collaboratore del portale Road Racing Core e pilota di gare su strada e pista). Il feeling è concesso col proprio mezzo purché nei limiti, scongiurando il peggio per i guasti meccanici. Freddezza e tenacia vengono usate per la durata di ogni manche, ma – tolto il casco e riposto la moto – i piloti si ritrovano tutti (o quasi) riuniti tra pareri, aneddoti, risate e cibo. Con gli spaghetti che regnano sovrani sul fish and chips (golosi questi anglosassoni).

 

Foto di Kevin Clague e Luca Colombara per www.roadracingcore.com

Paolo Cudia