“Alla Formazione è finita l’epoca del clientelismo e della manciugghia ed è iniziata una rivoluzione. Quello che ho visto in questo primo anno e’ che nessuno ha mai pensato ai giovani e che l’unico obiettivo nel mondo della formazione era quello di garantirsi la successiva campagna elettorale”. A dirlo è l’assessore alla Formazione della Regione Siciliana, Nelli Scilabra, intervenendo ad un convegno della Legacoop Sicilia, nell’aula magna “Vincenzo Li Donni” della Facoltà di Economia dell’Università di Palermo, dedicato alla promozione di una campagna a favore delle start up giovanili nell’isola.
“Sto facendo di tutto per non tradire la mia generazione e ci sono cose talmente grandi da combattere e da abbattere che spesso ci si sente veramente soli – dice la Scilabra -. Nel mondo in cui sono entrata non viene perdonata l’inesperienza, non viene perdonato l’essere giovane e donna. Noi abbiamo trovato una Regione con un buco di bilancio impensabile. Mi rivolgo ai miei coetanei: abbiate ben chiaro che i soldi pubblici sono anche vostri. E’ il momento di alzare la testa”
“Grazie alla prossima programmazione europea – ha continuato – metteremo in campo risorse per 400 milioni di euro nell’ambito del Piano giovani eliminando tutti i corsi da uno o due allievi e tutti gli sprechi legati ai finanziamenti a pioggia agli Enti. Daremo da un minimo di 10 mila euro a un massimo di 70 mila euro ad ogni impresa. Stiamo già predisponendo un bando ad hoc da incardinare nella prossima programmazione. Il maggiore impegno e le maggiori risorse andranno alle start up e al co-working. Ma non ci saranno solo soldi: ci saranno un binario di accompagnamento, per aiutare i giovani ad avviare l’impresa, e un binario di controllo, anche attraverso protocolli con la Guardia di Finanza, che si snoderà nei primi tre anni dalla nascita della start up, per verificare che i soldi siano effettivamente investiti qui in Sicilia e per quello per cui sono erogati”.
“Abbiamo già pronte – ha aggiunto la Scilabra – due leggi sul diritto allo studio scolastico e su quello universitario e una legge sull’anagrafe scolastica e universitaria per combattere la dispersione, che non c’è solo nelle scuole ma anche nelle università, che non possono diventare parcheggi in perché non ci sono alternative”.