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22/12/2013 08:36:00

I sogni e i magi - Matteo 2:1-12

 

remagi
I sogni guardano in alto! Vedono il cielo pieno di stelle e ne inseguono la più luminosa! I sogni delineano visioni impossibili e si organizzano per renderle raggiungibili. I sogni nascono dentro, nel profondo, nell’imperativo interiore di fame di pane, di conoscenza, di libertà, di giustizia, di verità.I sogni sono viandanti.   Partono da Est, Sud, Ovest e puntano al Nord, alla stella Polare.  Non si lasciano influenzare i sogni, non si lasciano corrompere: puntano con determinazione alla meta. 

I sogni mettono a disposizione “risorse”: economiche, fisiche, intellettive.   Organizzano carovane e si preparano alla partenza: hanno calcolato e valutato i segni dei tempi, scrutato il cielo stellato e misurato ogni sua angolazione; hanno valutato le pergamene astrofisiche, le carte fluviali e desertiche ed hanno tracciato la via più agevole.

Si vestono di tutto punto, i sogni.   Appena una fessura all’altezza degli occhi per permettere di guardare sempre l’obiettivo.   Non possono lasciarsi ferire dai venti caldi del deserto che sollevano sabbia e spostano dune, né tantomeno possono permettere di lasciarsi raggiungere dalle punture mortali di vipere e scorpioni.

I sogni sono pazienti, attendono di essere realizzati, ma non si cullano nella staticità della pigrizia, al contrario fervono e sono animati dalla dinamicità laboriosa del fare. La storia attende e pretende che giungano a destinazione, che ingravidino altri sogni per fare grande il racconto dell’umanità.

Così sono i magi, i sapienti della terra del racconto di Matteo, come i sogni dell’umanità.   Partiti dall’oriente, con una visione ben precisa nel cuore, hanno organizzato una spedizione ricca di uomini, cammelli, acqua, cibo, bestiame per affrontare i pericoli e le avversità che avrebbero incontrato nel deserto.   Dopo mesi di estenuante e difficile viaggio sono giunti incolumi alla meta e si sono prostrati davanti al neo-nato Re dei Giudei, il nostro Salvatore Gesù il Cristo.

Nei nostri giorni, tanti migranti si spostato dai loro paesi natali con tanti sogni nel cuore.   Sogni che parlano di speranza, di libertà, di lavoro, di stabilità economica.

Affrontano difficoltà e pericoli già nella parte iniziale del loro viaggio che dall’interno dell’Africa o dal Medio Oriente li porta a raggiungere la costa del mar Mediterraneo.   Qui si imbarcano in gommoni e carrette del mare nella precarietà più assoluta: senza cibo, senza acqua, senza sicurezza, stipati come carne da macello.

Inseguono un sogno, questi migranti, che, purtroppo, spesso si infrange sul nascere inghiottito dalle acque “golose” di vite, di questo nostro meraviglioso mare.

Siamo amareggiati e dispiaciuti per questi nostri fratelli, sorelle e bambini che perdono la vita travolti dai flutti impetuosi.   Siamo amareggiati anche quando vediamo che i loro sogni non si realizzano, pur riuscendo a raggiungere la nostra terra.

Ma, i loro insuccessi e, talvolta, anche i nostri non debbono scoraggiarci.   Non possiamo permettere che la sfiducia, la disperazione abbia il sopravvento.   Dobbiamo procedere, piuttosto, con maggiore determinazione e con rinata fiducia nella vita e nel futuro per delineare e progettare altri sogni. Sogni fondati su valori spirituali, come la fratellanza universale, il superamento della xenofobia (delle differenze razziali), il conseguimento della pace e dell’armonia nel rispetto della natura, della solidarietà.   Sogni fondati sull’insegnamento di Gesù che è amore e principio di ogni bene.

Come credenti cristiani, impegnati nella realizzazione, sulla terra, del Regno dei Cieli, il sogno del Signore, abbiamo delle precise responsabilità per cui non possiamo chiuderci nell’apatia, nel disinteresse, in una parvenza di fede che è sola apparenza.

La vera fede è tutt’altro: è attiva, laboriosa, sempre in cammino, sempre in ricerca.  La fede è della stessa sostanza dei sogni e i sogni sono della stessa natura del cielo.   S’intravvedono già realizzati al di là delle nubi.

In questi giorni l’umanità intera ha perduto colui che ha fatto di un’idea appena accennata un sogno, riuscendo ad ingravidarlo con altri, ad ingigantirlo.

Un sogno che è diventato realtà concreta anche se tra mille difficoltà e 27 anni di prigionia. Neanche le pareti di un carcere duro lo hanno potuto trattenere!   Ha le ali di un’aquila, il sogno!   L’umanità intera si è arricchita ed ha trovato benefici da questo sogno.   I grandi della terra, presenti al suo funerale, lo hanno omaggiato gioendo insieme per quello che il caro Madiba, il Nelson Mandela della storia, ha rappresentato per tutti i popoli e razze della terra, soprattutto per i neri dell’Africa.   Barack Obama, il presidente degli Stati Uniti d’America, ha detto di lui:« ci ha lasciato un gigante! »   Il suo posto non rimarrà vuoto!   Il suo ideale è vivo e concreto fra gli uomini e le donne che da lui hanno tratto ispirazione, tra coloro che vivono nella speranza.

Nella speranza di una fede che poggia su quel Gesù venuto al mondo in povertà, ma che fu omaggiato e adorato dai grandi sapienti della terra di quel tempo. La fede è il volano dei sogni.   Auguro a tutti noi e soprattutto ai giovani di progettare e inseguire sogni che si ripercuotono sul progresso, sulla civiltà, sull’etica e sulla cultura di tutta l’umanità.

Pina Giacalone - Celebrazione ecumenica del 19 dicembre 2013