“La Sicilia chiude il 2013 con più recessione, più disoccupati, senza riforme, con enti locali al dissesto, con una politica da rissa per il potere”. Insomma, “rivoluzione de ké?”.
Così Maurizio Bernava, segretario generale regionale Cisl, nel primo di una serie di tweet affidati alla Rete, che manifestano perplessità per i “disastri” del governo della Regione, “approssimativo e senza strategia”; denunciano il fallimento di “una politica chiusa dentro a logiche di gestione clientelare”.
E danno voce alla preoccupazione del mondo siciliano del lavoro “per come – dice – il 2013 si chiude sui fronti politico, economico e sociale e perché le previsioni per l’anno che arriva, non sono affatto rosee”.
Nell’Isola, sostiene la Cisl, la situazione economica e sociale è aggravata dalla mancanza di una politica e di un governo regionale, davvero all’altezza: l’una e l’altro, infatti, “hanno consumato gli stessi riti del passato né hanno dato priorità alle emergenze sociali, dell’impresa e del lavoro, sulle quali avrebbero dovuto fondare invece una strategia di vero cambiamento”. Una politica di svolta, che avrebbe avuto bisogno, secondo il sindacato, pure di “scelte difficili di ristrutturazione dei vecchi sistemi legati all’erogazione della spesa pubblica”.
Scelte alle quali, sottolinea Bernava, la Cisl non si sottrae. Anzi, “quelle scelte le ha sollecitate e le sollecita per evitare l’ulteriore sfascio e il fallimento delle amministrazioni pubbliche”. La realtà delle Partecipate (dai rifiuti al trasporto pubblico locale) è sotto gli occhi di tutti, denuncia la Cisl. Che ricorda la manifestazione regionale del 23 novembre che portò in piazza a Palermo, sotto le bandiere cisline, settemila persone, sulla parola d’ordine del “taglio a sprechi, clientele, rendite, prebende e privilegi per spostare risorse in direzione del sociale e dello sviluppo produttivo”.
La Sicilia è “sul punto di un reale fallimento economico, sociale e amministrativo”, ripete il sindacato. Eppure, “governo e politica sono lontani dalla società e girano le spalle alle emergenze. Continuano a misurare tutto in termini di bottino elettorale alimentando una deriva etica che alla luce della grave crisi, avrebbero dovuto risparmiarci”.
Quanto alla Cisl, nel 2014 ripartirà dalle proposte alla base della manifestazione del 23 novembre, annuncia Bernava. “Non daremo tregua a nessuno, favorendo alleanza sociali, ricercando sempre e comunque il confronto. Indicando prospettive. Ma continuando a lanciare le opportune denunce e a organizzare le manifestazioni di protesta che di volta in volta si renderanno necessarie”.