A quasi 45 anni dalla sua pubblicazione, la storia di Jonathan Livingston non dimostra la sua età; eppure, poiché il tempo scorre, è necessario ricordare alle giovani generazioni la favola americana di un gabbiano che non si accontenta di sorvolare l’acqua in cerca di cibo ma dall’ esistenza pretende molto, molto di più.
Il gabbiano Jonathan Livingston racconta di una mente libera da ogni costrizione, da ogni schema mentale, da ogni imposizione. Jonathan comincia a studiare i meccanismi e le diverse tecniche di volo perché vuole carpire ogni segreto, vuole migliorarsi, vuole arrivare sempre più in alto. Spinto da una irrefrenabile ambizione, guidato da una grande passione, ha come scopo principale della vita la realizzazione del suo sogno: imparare a volare, se possibile, oltre ogni limite.
Il volo simboleggia, quindi, qualcosa di più profondo; rappresenta libertà, apertura mentale, desiderio di perfezione. E quando il gabbiano avrà imparato qualcosa in più, il volo diventerà comunicazione, condivisione, insegnamento verso chi è rimasto indietro, amore incondizionato. Jonathan ci insegna che in ogni essere vivente c’è qualcosa di positivo, che l’odio e la vendetta non servono, che guardando dentro l’animo di ognuno è possibile scovarne la parte migliore.
Questa deliziosa metafora sulla vita ci mostra i rischi, i fallimenti, la derisione di chi non comprende, l’isolamento da parte del gruppo abitudinario e conformista. Ci insegna come, con la determinazione e la costanza, possiamo raggiungere vette più elevate. Poiché la perfezione è irraggiungibile, l’esercizio diventa infinito e ciò non deve farci rinunciare, ma piuttosto spronarci a continuare, ad essere ancor più decisi.
“Affamato e felice” è Jonathan, umile e al tempo stesso ambizioso, come il gabbiano che è dentro ognuno di noi, quella parte più vera e pura che risiede nella nostra anima e troppe volte lasciamo inascoltata.
Questo essere così semplice ci propone mille lezioni da imparare, da ripassare, da perfezionare. Il valore dell’amicizia, l’importanza di essere fedeli a se stessi, di guardare oltre l’apparenza: “Non dar retta ai tuoi occhi, e non credere a quello che vedi. Gli occhi vedono solo ciò che è limitato. Guarda col tuo intelletto, e scopri quello che conosci già, allora imparerai come si vola.”
E allora, insieme ai buoni propositi per l’anno nuovo, suggeriamo di rispolverare e rileggere i libri che sono stati fondamentali per la nostra crescita, perché in una fase diversa della nostra vita ricorderemo l’entusiasmo della prima lettura e troveremo nuovi stimoli, nuove sensazioni, seppur da un diverso e più maturo punto di vista.
Soprattutto, approfittando dell’energia che ci regala ogni nuovo inizio, il proposito più costruttivo per uno splendido anno è quello di dare il meglio di sé, di non fermarsi mai, di trovare il coraggio di spingersi oltre, di volare più in alto.
Sabrina Sciabica