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07/01/2014 06:15:00

Fratelli Sfraga, oggi sentenza di appello per il secondo processo a Napoli

Ha passato le feste a Petrosino Massimo Sfraga, il quarantenne imprenditore dell'ortofrutta ritenuto, con suo fratello Antonio, 47 anni, al centro di un accordo tra mafia siciliana, camorra e 'ndrine per la spartizione ed il controllo del mercato della frutta e della verdura nel Sud Italia e in Sicilia e dei relativi servizi di distribuzione e di trasporto.

Massimo Sfraga è stato anche a messa, nella chiesa di Petrosino, salutato da molti suoi concittadini. Nel frattempo, il Suv della ditta di famiglia, che fa parte di una serie di beni confiscati, è ormai diventato l'auto di rappresentanza del Sindaco Gaspare Giacalone. 

 L'indagine sul monopolio nel trasporto dei prodotti verso i mercati campani e laziali fu condotta dalla Dia di Roma e dalla Squadra mobile di Caserta e il 10 maggio 2010 sfociò in 68 arresti. In primo grado, i fratelli Sfraga sono stati condannati a 3 anni di carcere. Oggi è attesa la sentenza d'appello. 

L'anno scorso i fratelli Sfraga hanno subito un sequestro di beni per un valore di sette milioni di euro, deciso dal Tribunale delle Misure di Prevenzione di Trapani. 

 I beni confiscati riguardarono: cinque immobili adibiti ad abitazione, ubicati nei territori di Marsala e Mazara del Vallo; cinque appezzamenti di terreno, di cui uno con annesso fabbricato rurale, ubicati nei territori di Marsala e Castelvetrano, in parte coltivati a vigneto, seminativo e frutteto; le omonime ditte individuali , con il relativo patrimonio aziendale, avente sede in località Strasatti di Marsala , ed operante nel settore del commercio all’ingrosso di prodotti ortofrutticoli; 16 tra autocarri ed autovetturee  (tra cui il Suv oggi auto "blu" del Comune di Petrosino) ; diverse quote societarie; disponibilità finanziarie depositate presso vari istituti di credito.

Il Tribunale oltre che decidere il sequestro dei beni ha anche applicato la misura di prevenzione della sorveglianza speciale per i fratelli Sfraga, per 4 anni e 2 mesi, periodo durante il quale dovranno anche risiedere nel loro Comune di dimora senza perciò potersi allontanare.

Il ruolo criminale messo a disposizione di Cosa nostra dai fratelli Sfraga emerge dall’operazione “Sud Pontino”, coordinata dalla Procura Distrettuale Antimafia di Napoli, nell’ambito della quale gli stessi, nel gennaio del 2012, sono stati condannai, a seguito di “patteggiamento”, a tre anni di reclusione ciascuno, per illecita concorrenza con minaccia o violenza, in concorso: nella veste di referenti del sodalizio mafioso facente capo alle famiglie Riina e Provenzano, per quanto attiene il trasporto di prodotti ortofrutticoli, ed in concorso con altri soggetti, alcuni dei quali appartenenti ad alcuni gruppi camorristici, segnatamente ai casalesi. Questi, infatti, imponevano, sia nei mercati di Catania e Gela e della Sicilia Occidentale, sia nei mercati di Fondi, Aversa e Giugliano e, quindi, ai commercianti che vi operavano, quale ditta che doveva effettuare il trasporto su gomma dei prodotti ortofrutticoli, sulle tratte dalla Sicilia occidentale verso la Campania, il Lazio e altre zone del territorio nazionale, la Paganese Trasporti snc, ovvero altra da questa designata.

I fratelli Sfraga sarebbero stati garanti di quel patto tra i clan camorristici e quelli legati a Cosa nostra, finalizzato ad ottenere il monopolio del trasporto dei prodotti ortofrutticoli, con inevitabili ripercussioni sul libero mercato.