Scattano rincari sulle assicurazioni auto in sette province siciliane. Un aumento del 3,5 per cento dovuto alle addizionali provinciali applicate a Palermo, Messina, Trapani, Ragusa, Agrigento, Enna e Caltanissetta. Un provvedimento che gli agenti, riuniti ieri nella sede di Confcommercio a Palermo, contestano e contro il quale, nei prossimi giorni, consulteranno un legale. «I cittadini devono sapere – dice Enzo Gatto, presidente dello Sna (sindacato nazionale Agenti d’assicurazione)-, siamo noi a doverne rispondere ai consumatori ma gli aumenti non sono determinati dalle compagnie».
Gli aumenti scatteranno dal primo febbraio, a causa dei provvedimenti adottati dai commissari delle province, in applicazione di una legge regionale del 5 dicembre scorso che dà facoltà agli enti di portare l’addizionale dal 12,50 per cento al 16 per cento. Facoltà di cui si sono avvalse tutte le sette province che ad oggi hanno adottato il provvedimento.
L’aumento, già previsto da un decreto legislativo del 2011, era stato annullato in Sicilia da una sentenza della Corte Costituzionale del 2013 ma «prontamente ripristinato a dicembre, come regalo sotto l’albero di Natale», dice Gatto che parla anche di un «gettito di dimensioni incredibili». In Sicilia i premi pagati ammontano a oltre un miliardo e 300 milioni (dati riferiti al 2012). Le province dunque incasseranno da questo aumento circa 40 milioni di euro, stimano i sindacati degli assicuratori. Per i consumatori si tradurrà in un aumento medio delle polizze fra i 17 e i 18 euro annui che, nel caso di un neo patentato può arrivare anche oltre i 50 euro. Rincari che si aggiungono alle polizze fra le più care d’Italia, 550 euro in media rispetto ai 480 di un premio medio nel resto d’Italia. Premi su cui grava un 30 per cento complessivo di imposte.
«C’è in atto – dice Alessandro Lazzaro, vicepresidente nazionale di Anapa (Associazione nazionale Agenti professionisti di Assicurazione) – un rimpallo di norme che crea confusione nei consumatori».
Ma i rincari determinano anche un altro effetto. «Secondo una stima – dice Lazzaro – in Italia circa 4 milioni di veicoli, fra auto e moto, circola senza copertura assicurativa. In genere le regioni del Sud sono quelle in cui accade maggiormente, con buona approssimazione possiamo dire che un 20-25 per cento di queste auto sono in Sicilia». Ciò si traduce in un calo del volume d’affari per gli assicuratori, perdite pari a circa il 6 per cento, in una categoria che in Sicilia conta 650 agenti e cinque mila addetti ai lavori. «Ma la nostra non è una difesa di categoria – precisa Giuseppe Consolo – coordinatore regionale dello Sna – , noi vogliamo solo che il prodotto sia pagato al prezzo giusto».
Sull’applicazione dell’aumento le sigle sindacali avanzano anche perplessità giuridiche, legate alla destinazione dei fondi (che in via teorica dovrebbero essere utilizzati solo per la manutenzione di strade) e alla legittimità dei provvedimenti adottati dai commissari straordinari e invece in passato di competenza dei consigli provinciali. «Le Province sono in fase di scioglimento – dice Giorgio Zacco, vice presidente provinciale di Trapani – , è necessario chiarire se siano legittimate o meno ad adottare questi provvedimenti. Riteniamo sia il caso di intraprendere la via legale».