Nel giorno in cui, con un colpo di mano degno della migliore Democrazia Cristiana, Matteo Renzi soffia al suo collega di partito Enrico Letta il posto da premier, il Pd siciliano ha scelto il suo nuovo segretario: il giovane Fausto Raciti.
Il nuovo segretario regionale dei democratici è il giovane appoggiato da renziani e cuperliani che si impone col 61,2 per cento su Lupo (33,2) e Monastra (5,4). Scarsa l'affluenza ai gazebo, 73 mila votanti nell'Isola. Raciti fa il pieno in sette province su nove. Lupo si impone nelle sole province di Ragusa e Messina.
Così il voto provincia per provincia.
Agrigento: Monastra, 254 voti, 3,57%; Lupo, 1834 voti, 27,40%; Raciti, 5.120 voti, 61,80%. Caltanissetta: Monastra, 399 voti, 5,43%; Lupo, 1.108 voti, 15,09%; Raciti, 5.824 voti, 78,88%. Catania: Monastra, 503 voti, 3,90%; Lupo 3.983 voti, 31,80%: Raciti, 8.039, 62,21%. Enna: Monastra, 201 voti, 2,79%; Lupo, 267 voti, 13,43%; Raciti, 6.032 voti, 83,70%. Messina: Monastra, 827 voti, 6,75%; Lupo, 6.621 voti, 56,27%; Raciti, 4.980 voti, 40,07%. Palermo: Monastra, 1121 voti, 8,46%; Lupo, 5084 voti, 38,40%; Raciti, 7.034 voti, 53,13%. Ragusa: Monastra, 182 voti, 5%; Lupo, 2.431, 54%; Raciti, 1.856, 41%. Siracusa: Monastra, 188 voti, 5,03%; Lupo, 1.164 voti, 31,14%; Raciti, 2.375 voti, 66,55%. Trapani: Monastra, 317 voti, 5,65%; Lupo, 1.462 voti, 26,12%; Raciti, 3.816 voti, 68,11%.
Certo, quello che colpisce di più è l'assoluta pochezza del dato dei votanti. "I parenti ra zita", si dice in siciliano. Tra l'altro i tesserati del Pd sono molti di più degli stessi votanti di ieri. Forse, chi denunciava a Novembre tessere fantasma per vincere i congressi non aveva tutti i torti.
Poco più di due mesi dopo l’elezione di Matteo Renzi, il popolo - o meglio, dato i numeri esigui, il popolino - del Pd siciliano è tornato ai gazebo per la scelta del nuovo segretario regionale. In lizza Fausto Raciti, Giuseppe Lupo e Antonella Monastra. Tra l’assenza del traino del voto nazionale e il logoramento da primarie, si attendevano ai gazebo tra 50 e 60 mila persone: la metà della partecipazione dell’otto dicembre. Intanto, il Megafono lancia il suo tesseramento. Sabato ha riunito il suo gruppo parlamentare all’Ars con i coordinatori provinciali e l’assessore al Territorio Mariella Lo Bello. Un meeting organizzato per avviare il percorso che porterà ai tesseramenti e all’ufficializzazione dello statuto. Si rilancia così l’attività della creatura del governatore Rosario Crocetta, che però è iscritto al Pd. In questa partita, del resto, Crocetta non ha fatto mistero del suo sostegno a Raciti come «candidato unitario».
Raciti ha confermato l'esito della consultazione che era stata fatta tra gli iscritti. Il candidato capace di unire renziani e cuperliani, e forte anche dell’appoggio dei giovani turchi, aveva ottenuto il 66,8 per cento, contro il 22,2 del segretario uscente Giuseppe Lupo, sostenuto dall’area dem, e il 5,5 dell’outsider civatiana Antonella Monastra.
Con Lupo si erano invece schierati i due candidati che nei circoli non avevano superato la soglia di sbarramento del 5 per cento, Giuseppe Lauricella e Antonio Ferrante.
Il sindaco di Palermo e presidente dell’Anci Leoluca Orlando, aveva lanciato nella mischia il suo Movimento 139 definendo la candidatura di Raciti «imposta dagli apparati» e aprendo al sostegno dei suoi a Lupo. Una “invasione di campo” che ha suscitato non pochi malumori nel Pd. All’attacco di Orlando a caldo era andato uno dei big sponsor di Raciti, il deputato regionale Antonello Cracolici.
Crocetta sa chepresto il «dalemino», come qualcuno chiama il leader dei giovani del Pd, busserà alla porta di Palazzo d’Orleans per chiedere con forza «il rimpasto e un nuovo
patto di governo». Spinto forte dai renziani di Davide Faraone che chiedono spazio «come sta avvenendo a Roma», e dai cuperliani guidati da Antonello Cracolici e Vladimiro Crisafulli che da mesi e mesi sostengono l’urgenza di un «esecutivo politico che sostituisca una giunta dei tecnici ormai alla deriva».