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19/02/2014 06:20:00

Pd, Raciti già al lavoro: "Chiediamo a Crocetta un salto di qualità"

 A proclamarlo ufficialmente segretario regionale del Pd, saranno i 300 componenti il «parlamentino» del partito che potrebbe essere convocato per domenica prossima, dalla commissione di garanzia per il congresso, presieduta da Alfredo Rizzo. Intanto, Fausto Raciti, forte del circa 70% di consensi ottenuti, si è già messo al lavoro, perché come ha detto nel corso di una conferenza stampa, «con le primarie si è voltata la prima pagina di una storia nuova. Ora inizia il difficile, il tentativo di ridare al partito forza, autorevolezza e capacità di incidere sui processi decisionali di questa regione». Raciti ha annunciato che sarà presto organizzata una conferenza programmatica, «per ridare respiro al progetto politico». Per il neosegretario, «il Pd siciliano si deve connotare come il partito dello sviluppo in Sicilia».
La larga convergenza di componenti del Pd confluite sulla sua candidatura (cuperliani, renziani e Megafono), per Raciti non sarà una zavorra: «Sono assolutamente sereno, non mi sento e non sarà un vigile nel traffico. Non percepisco alcuna minaccia. Il quadro ampio attorno alla mia candidatura, è garanzia di autonomia».
Sul rapporto con Crocetta e l'eventuale rimpasto di giunta, Raciti è stato chiaro: «Chiederemo al presidente della Regione un salto di qualità nell'azione del governo a partire dallo sviluppo che è la priorità, presentandogli al contempo un Pd unito. Va riformulato un patto di governo, partendo dalla coalizione che ha vinto le elezioni, per fare le riforme che non si fanno per decreto. Di questo bisogna parlare non di nomi o di quote di assessori tecnici o politici. Il Pd è al fianco di Crocetta nella battaglia contro la corruzione e lo spreco. Credo che ci siano tutti gli spazi per ricostruire il patto di governo. Ci sono forti blocchi conservatori eretti attorno al primato della spesa pubblica, ma tra questi e l'idea della rivoluzione c'è lo spazio delle riforme da compiere. E' chiaro che il Pd non poteva contare di più perché era un partito diviso, ma adesso le condizioni sono diverse».
Unità del partito e rilancio della coalizione che ha sostenuto la candidatura di Rosario Crocetta, dunque, sono i punti cardine della segreteria di Raciti che avrà come vice la renziana Mila Spicola. Da un lato, un'apertura di dialogo con il suo predecessore nonché sfidante, Giuseppe Lupo; dall'altro, l'alleanza con l'Udc la cui permanenza nella maggioranza (Pd-Udc-Megafono), dopo l'annuncio di Casini di tornare ad allearsi con il centrodestra, era stata messa in discussione dai renziani.
«Con l'Udc - ha sottolineato Raciti - si è aperta una fase di chiarimento. L'accelerazione di Casini stava in un quadro in cui immaginava elezioni anticipate, prospettiva che si è ormai allontanata».
Riferendosi alla volontà espressa dai dirigenti del Megafono di darsi un'organizzazione partitica con tanto di statuto e tesseramento, il segretario del Pd, ha ricordato che «sul Megafono c'è un pronunciamento chiaro degli organismi nazionali del Pd che pone precisi palertti. Se si configurano due progetti politici distinti, la conseguenza naturale è che si comportino come tali. Se una forza politica si presenta alle elezioni e si struttura, formalizza il fatto che diventa una cosa diversa e se ne dovrà prendere atto».
Infine, una replica anche al sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, che aveva definito di «apparato» la candidatura di Raciti alla segreteria regionale del Pd: «Quando Orlando ha cominciato a fare il sindaco io avevo un anno. Non ho capito perché io sia di apparato e gli ultimi due segretari no. Più che di nuovi o vecchi, con Orlando vorrei confrontarmi su come sta governando la città di Palermo».