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20/02/2014 10:26:00

Liberi consorzi, ancora sorprese all'Ars. Passa la proposta di referendum dei grillini

 Altro colpo di scena nella tarda serata di ieri all'Ars circa il disegno di legge sui consorzi.  A scrutinio segreto, con 39 sì e 37 no, col parere contrario del governo, è stato approvato un emendamento all'art. 2 a firma del M5s, istitutivo del referendum sulla costituzione dei liberi consorzi.L'esito di questa votazione ha provocato parecchio nervosismo.
Dopo tre ore di intenso dibattito, nel pomeriggio l'Ars aveva approvato l'art. 1 di riscrittura che prevede l'istituzione dei liberi Consorzi. Si tratta della norma cornice: funzioni e possibilità di creare nuovi consorzi con limiti di popolazione sono contenuti nell'art. 2.
Non si è conclusa la discussione sull'art. 2 che stabilisce la possibilità per i comuni di aderire ad altri consorzi rispetto al perimetro delimitato e sancisce appunto che ogni Consorzio non possa avere meno di 150mila abitanti. Ed anche in questo caso si sono manifestate riserve sul pericolo che possano nascere nuovi Consorzi rispetto ai nove stabiliti dal ddl. Nel corso della giornata i tentativi di accordo tra i capigruppo della maggioranza a volte estesi alle opposizioni non hanno dato esito. I punti di maggior frizione, anche nell'ambito della maggioranza, sono il metodo di elezione dei Consorzi e dei relativi presidenti e le città metropolitane che, sebbene bocciate a scrutinio segreto, si riproporranno con l'art. 6. In attesa di questi due appuntamenti prosegue l'ostruzionismo delle opposizioni di centrodestra.
Si cammina molto lentamente. Su questi due punti le opposizioni insistono, nella maggioranza non c'è accordo. Il governatore Crocetta è deciso a tirare dritto: «Se qualcuno pensa di potermi fare cambiare idea trincerandosi dietro il segreto dell'urna sbaglia di grosso, io non arretro di un solo millimetro e porterò avanti le riforme. Se pensa di giocare allo sfascio e che io debba subire questo sfascio, sappia che sta facendo male, anzi molto male i suoi calcoli. Sono pronto a ogni sfida». Un messaggio anche e soprattutto alla maggioranza.
Anche il capogruppo del Pd Gucciardi sul voto segreto ha lanciato un messaggio che viene considerato diretto anche ai suo colleghi democrat: «Tutti i deputati, di opposizione e di maggioranza, abbiano il coraggio delle loro scelte e rinuncino al voto segreto». Ed ha invitato i suoi a ritirare tutti gli emendamenti da loro presentati. Ma alcuni non hanno ubbidito.
Le richieste di votazioni segrete dalle opposizioni sono state numerose.
Il prosieguo si prevede accidentato, sebbene il presidente Crocetta si dica ottimista: «Si possono perdere le battaglie, ma l'importante è vincere la guerra. La riforma delle Province va fatta, non farla significherebbe una sconfitta per tutti, opposizione compresa», lo ha detto ai cronisti alla buvette di Palazzo dei Normanni, a proposito del voto segreto di martedì in Aula che ha mutilato le città metropolitane, mettendo a rischio l'intera riforma.
Crocetta, che a ora pranzo si è riunito con i capigruppo della maggioranza per un chiarimento, ha detto: «I franchi tiratori non hanno chiara la partita e anche il centrodestra non può continuare a parlare il linguaggio del passato».
Ma l'opposizione non demorde. Falcone (Fi): «È inutile che il governo tenti di forzare l'esito d'Aula, riproponendo il tema delle città metropolitane, in quanto lo stesso articolo riguarda solo la denominazione, mentre il 2° comma dell'art. 1, cassato, riguardava l'istituzione del medesimo organismo intermedio che, essendo stato soppresso nella parte della sua istituzione, fa cadere la fonte da cui avrebbe dovuto trarre origine».