Dopo mesi di attesa, potrebbe essere arrivato il momento della nomina dei direttori generali delle Asp, delle Aziende ospedaliere e dell'Istituto Zooprofilattico. Lo ha detto il presidente della Regione, Rosario Crocetta.
«Al massimo entro i primi giorni di marzo - ha sottolineato Crocetta - saranno nominati i nuovi manager della sanità. Prima, però, bisogna chiudere la partita delle Province per poi concentrarsi sulle nomine dei nuovi direttori generali, che saranno scelti sull'onda dell'innovazione». Ed ha aggiunto l'assessore alla Salute, Lucia Borsellino: «Al momento, i temi della finanziaria e delle Province l'hanno fatta da padroni. Il nostro assessorato è pronto: fra una settimana si sapranno i nomi».
Nomi sui quali c'è l'assoluto riserbo, ma Crocetta, ha anticipato che tra i nuovi manager ci sarà l'attuale commissario dell'Asp di Palermo: «Confermo Antonino Candela, perché ha lavorato bene, sulla linea della lotta agli sprechi senza tagliare servizi, anzi in nome dell'efficienza e del miglioramento della qualità delle prestazioni. Gli altri nomi li conoscerete entro i primi di marzo. La politica mostra ancora resistenze e vuole tenere tutto com'è. Ma noi spiegheremo a tutti che vogliamo innovare. Senza tagliare teste, nel pieno rispetto delle persone».
«Nei contratti che faremo con i manager - ha spiegato Crocetta tornando alle nomine - non daremo deleghe in bianco senza prevedere check point di valutazione che devono tenere conto di tanti aspetti: i risparmi, ma che siano risparmi sugli sprechi e non sui servizi, i tagli, che riguardino la spesa e non la distribuzione dei farmaci, il modo di rinnovare gli appalti, evitando i rinnovi automatici, i livelli di efficienza, modernizzazione e trasparenza, e così via. Tutto questo deve far parte della valutazione dei manager con giudizi molto oggettivi. Il mancato rispetto di questi criteri potrà essere motivo di risoluzione dei contratti, che non saranno più infiniti. Non può più esistere - ha aggiunto - che il dirigente che lavora bene sia trattato come quello che lavora male. Se tu raggiungi o superi gli obiettivi hai diritto a incentivi, mentre chi non li raggiunge andrà incontro a decurtazioni. Non mi riferisco alle retribuzioni base ma a premialità e incentivi dinamici che tengano conto dell'efficienza».
L'assessore Borsellino dal canto suo ha ribadito che l'assessorato sta lavorando al nuovo Piano sanitario. «In questi giorni - ha spiegato - siamo in giro per la Sicilia per chiudere la rete ospedaliera territoriale che costituisce l'asse portante del piano sanitario e che sarà all'esame della commissione legislativa già dalla prossima settimana».
I MEDICI. Un nutrito gruppo di medici siciliani - con in testa i rappresentanti di 30 società scientifiche nazionali e regionali - ha deciso di creare un fronte comune per rendere pubblica la denuncia delle cose che non vanno offrendo, al tempo stesso la propria disponibilità a collaborare per evitare un drammatico tracollo.
Il primo passo compiuto è stato quello della costituzione di un gruppo interdisciplinare Giss che raggruppa i responsabili delle società scientifiche e delle associazioni mediche e sindacali. Si è poi proceduto alla stesura di un documento che è stato già inoltrato alla VI Commissione all'Ars. Si attende ora un incontro con l'assessore regionale alla Sanità, Lucia Borsellino.
Queste in sintesi, le più pesanti inadempienze fonte di malessere per i medici e i cittadini, con ricadute sui livelli di sicurezza dei professionisti e della tutela dei malati: la mancata stesura di un piano sanitario regionale cui fanno riscontro la mancata nomina, dopo un anno di rinvii, dei direttori generali degli ospedali e delle Asp; la mancata comunicazione e coinvolgimento dei medici da parte dell'assessorato e del governo; l'assenza di una programmazione sanitaria territoriale e ospedaliera basata su volumi e complessità assistenziale; l'assenza di una reale strategia volta a ridurre il rischio clinico e il conseguente ricorso alla medicina difensiva; l'insufficienza dei servizi territoriali; l'irrazionale distribuzione delle dotazioni organiche in riferimento alle reali esigenze di salute dei vari bacini d'utenza; la carente programmazione per l'inserimento delle giovani realtà neo-specialistiche; lo scarso coinvolgimento delle rappresentative specialistiche nei tavoli istituzionali.
Queste, invece, le richieste per la sicurezza e la qualità dei servizi: il ripristino del fondo regionale per la gestione dei sinistri a tutela dei professionisti della Sanità in seguito alla disdetta al 30 giugno dello scorso anno della polizza assicurativa che sottrarrebbe i medici stessi alla bramosia delle lobby assicurative; la revisione e lo sviluppo di una rete ospedaliera basata sui livelli di assistenza per singola area specialistica; l'adeguamento degli standard tecnologici in linea con l'innovazione e la complessità delle attività; il ripristino della piena funzionalità delle sale operatorie per ridurre le liste d'attesa; la rideterminazione dell'area per l'emergenza e dei posti letto; il ripristino immediato sia della guardia medica attiva medica per l'arco delle 24 ore in tutte le aree critiche come anche degli standard di infermieri.
In caso di un mancato riscontro, sarà proclamato lo stato d'agitazione saranno ridotte le attività sanitarie non urgenti.