La Regione Siciliana lancia finalmente il suo Piano giovani per far ripartire l'occupazione nell'Isola, dove la disoccupazione giovanile è arrivata a toccare tassi del 51%.
L'obiettivo, di Crocetta, è invertire la tendenza. Il presidente sprime tutta la sua soddisfazione per essere riuscito a destinare ai giovani siciliani con questo piano 100 milioni di euro, «risorse che andranno ad aumentare anche la reddività delle imprese». «Le misure più importanti - ha spiegato - sono la valorizzazione del tirocinio, che abbiamo voluto fortemente, per favorire l'inserimento di tutti i laureati, e poi l'auto-impiego». Ma - ha concluso - «ovviamente è una Sicilia impreparata ad accogliere queste misure da Nord Europa». Per l'assessore regionale alla Formazione, Nelli Scilabra, che ha presentato il Piano con il governatore è un progetto ambizioso «a cui la Regione lavora da 8 mesi» e «si tratta di azioni dove sarà difficile fallire, anche perché per la prima volta lavoriamo in sinergia con tutti i rami dell'amministrazione».
«Questo piano è molto innovativo - afferma il presidente della Regione, Rosario Crocetta - e risponde agli attacchi dei mesi scorsi. Finora fare il tirocinio era questione di classe o di reddito, così invece sosteniamo tutti i giovani neolaureati». Il riferimento è al "Piano straordinario per il lavoro in Sicilia: opportunità giovani", ovvero 6 linee d'intervento per favorire l'occupazione giovanile, dalla formazione in azienda all'autoimpiego. Complessivamente verranno impiegati buona parte dei 100 milioni di euro risparmiati nel settore della formazione professionale, dando un'opportunità a circa 35mila giovani siciliani tra i 18 e i 35 anni, grazie alla collaborazione con un migliaio di aziende di tutta l'Isola, le università, le scuole e le associazioni delle categorie professionali. Il piano è diviso in 5 priorità, per ognuna delle quali sarà pubblicato un avviso pubblico, a partire dalle prossime settimane.
La prima priorità è divisa in due parti: una rivolta ai giovani professionisti (avvocati, commercialisti, giornalisti, consulenti del lavoro) e consentirà a 3.330 neolaureati di effettuare il praticantato ricevendo un'indennità mensile di 400 euro (300 messi dalla regione, il resto dal datore di lavoro); l'altra garantisce ai ragazzi la possibilità di aprire uno studio in proprio grazie ad un cofinanziamento regionale del 70%. «Ma per il restante 30% - assicura l'assessore regionale alla formazione professionale, Nelli Scilabra - stiamo individuando agevolazioni con l'Irfis. L'obiettivo e non fare fallire i giovani, e per questo abbiamo impiegato 8 mesi per curare ogni passaggio nei minimi dettagli». La seconda priorità punta ai tirocini presso le aziende, e prevede voucher d'impresa e incentivi all'assunzione. «Sconsiglieremo - sostiene Scilabra - le aziende non trasparenti, e redigeremo una black list. Queste procedure, come i voucher, equiparano il nostro apprendistato e i tirocini al resto d'Europa». C'è poi la priorità dedicata al rafforzamento dell'apprendistato di terzo livello, prevedendo percorsi post-laurea in collaborazione con le università, e infine quella che spinge i giovani all'autoimpiego, col sovvenzionamento delle start-up, che vengono sostenute dalla Regione con un contributo fino a 20mila euro a progetto.
«Questi indirizzi verranno sostenuti - sottolinea l'assessore - da un percorso di controllo e di accompagnamento. Per i primi 2 anni la Regione verificherà il corretto utilizzo dei fondi, pena la revoca. Inoltre, per tutto il primo anno d'attività, i giovani professionisti avranno la consulenza gratuita da parte delle associazioni di categoria. E' un piano sperimentale che continueremo con la programmazione dei fondi Ue 2014-2020, per includere anche gli over 35». In più la Regione sta lavorando ad un bando per il co-working (associazioni di giovani che si uniscono per offrire servizi), dove sarà inserito un elenco di settori nei quali è più facile avere successo. «La Sicilia - commenta Crocetta - è impreparata a queste misure da Nord Europa. Molti ragazzi non hanno mai pensato di avere queste opportunità per evitare di andare all'estero. Servirà una grossa comunicazione per diffondere il messaggio, e noi lavoreremo per aprire sportelli d'assistenza. Grazie all'inserimento dei ragazzi valorizziamo le nostre imprese, che così potranno aumentare la loro redditività. Questa comunque non è l'ultima misura, a breve partirà la riforma della formazione professionale. Abbiamo dovuto confermare un'enormità di operatori del benessere che non troveranno lavoro, ma dobbiamo pensare ad una formazione che si leghi alle richieste degli sportelli per l'impiego, altrimenti i giovani e il lavoro saranno lingue separate».