È iniziato a Palermo il processo scaturito dall'operazione Eden, contro i presunti fiancheggiatori del boss latitante, Matteo Messina Denaro. L'associazione antiracket 'Liberofuturo' ha chiesto di costituirsi parte civile al processo insieme ad Elena Ferraro, amministratrice della casa di cura Hermes, che ha denunciato le richieste estorsive di Cosa nostra. "Forze dell'ordine e magistratura - spiegano dall'associazione antiracket - mettono a nudo il complesso sistema a delinquere che ruota intorno all'ultimo grande latitante siciliano e la molteplicità delle attività criminali ed estorsive messe in atto da Cosa nostra. Infatti, ciò che emerge dall'operazione Eden è che, nonostante la latitanza, il boss Messina Denaro riesce ancora oggi a gestire affari e imprese, a fare estorsioni e danneggiamenti, a dirimere controversie, a condizionare le elezioni vendendosi i voti della gente 50 euro cadauno". Da qui l'appello di Liberofuturo agli imprenditori "onesti" e alla società civile "sana" di Castelvetrano e dell'intera provincia di Trapani a schierarsi "con noi dalla parte delle forze dell'ordine e ad isolare i mafiosi. Se denunceremo in tanti saremo tutti più sicuri. Soltanto così potremo costruire un futuro libero e restituire dignità all'immagine della nostra terra che oggi è tristemente nota nel mondo per i suoi latitanti, per le malefatte mafiose, per la vergognosa compravendita dei voti, per le estorsioni"