Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
22/03/2014 21:27:00

Chiesto il sequestro di cinque milioni di euro per il deputato del Pd Genovese

  Il gip di Messina De Marco, su richiesta dei pm, ha autorizzato il sequestro per equivalente di somme di denaro e altri beni per un ammontare di circa 5 milioni di euro ad alcuni degli indagati nell'operazione di ieri sui finanziamenti dei corsi di formazione, compreso il deputato del Pd Francantonio Genovese per il quale è stata chiesta l' autorizzazione all'arresto.
A finire nel mirino, oltre a quindici indagati, anche quattro società loro strettamente legate. Ognuno dei soggetti raggiunti dal provvedimento dovrà rispondere in base all'ingiusto profitto accumulato negli anni, tra cui rientra l'appropriazione illecita di denaro pubblico, l'evasione dalle imposte e, più in generale, i vari reati finanziari contestati.
Per l'on. Francantonio Genovese la cifra si aggira sui 733mila euro, mentre per la moglie Chiara Schirò ammonta a circa 119mila euro. Per il deputato regionale Francesco Rinaldi, anche lui del Pd e cognato di Genovese, la somma è di 81mila euro. Il provvedimento colpisce anche Elio Sauta (681mila euro), Carmelo e Natale Capone (53mila euro ciascuno), Roberto Giunta (333mila euro), Giovanna Schirò (74mila euro), Stefano Galletti (307mila euro), Giuseppina Pozzi (354mila euro), Concetta Cannavò (95mila euro), Natale Lo Presti (661mila euro), Graziella Feliciotto (20 mila euro), Orazio De Gregorio (71mila euro), Salvatore (307mila euro). Tra le società, figurano la Sicilia Service (307mila euro), la Na. Pi. Service (354mila euro), il Centro Servizi 2000 (235mila euro) e la Caleservice (235mila euro).
Intanto a Roma il M5S denuncia che nella giunta delle autoprizzazioni a procedere - a cui mercoledì è arrivata la richiesta d'arresto per il deputato del Pd - "nessuno vuole la patata bollente Genovese". I deputati grillini affermano che nessuno ha voluto istruire la pratica e che il presidente La Russa non ha voluto affidare il compito al M5S. Ma Anna Rossomando, capogruppo Pd nella Giunta, ha smentito.