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24/03/2014 09:03:00

Fiumi nel deserto

Deserto è............... un luogo non abitato dove manca l'acqua e non c'è vita.

Deserto è............. un'immensa distesa di sabbia che si raccoglie in elevate dune e in grandi avvallamenti e la cui conformità muta al soffio dei venti.

Deserto è............... la terra che si apre come un enorme melograno, arida e assetata, immagine recuperata ai ricordi della mia infanzia, quando l'irrigazione non raggiungeva l'interno del territorio e non pioveva per diversi mesi.

Deserto è............... la steppa, la tundra, i ghiacciai dell'Artico e dell'Antartide, dove la vita non è consentita se non solo ad alcune specie animali e vegetali.

 

Deserto è............... il deserto del Sinai, dove gli Ebrei furono costretti a girovagare per ben 40 anni, dopo l'esodo dall'Egitto, prima di poter entrare nella terra promessa.

Deserto è............... il deserto della Giudea, di cui parla il profeta Isaia, arido ed impervio, ma destinato a divenire un giardino.

Deserto è............... la cattività babilonese del popolo ebreo, ma anche la schiavitù del popolo africano, o di altri popoli costretti con la forza o con sanzioni politiche a sradicarsi dalla propria terra d'origine e vivere altrove.

Deserto è............... il ghetto, il campo di concentramento, i campi di sterminio di massa, le camere a gas, i forni crematoi...... lo sterminio di 6 milioni di ebrei........

Deserto è............... il folle pensiero di prendere in considerazione una cosiddetta "risoluzione finale" per un intero popolo e per una minoranza che non rientrava negli standard della razza ariana.

Deserto è............... un'ingiustizia subita, l'umiliazione di essere considerati esseri inferiori, una malattia mortale, i risvolti di fortuna, l'abbandono degli amici, il tradimento, l'esclusione, l'indifferenza.

Deserto è............... la guerra, le tante guerre di ieri e di oggi, combattute dai popoli, volute da uomini che si credono "eroi", che pensano di essere i giustizieri, i liberatori, i "messia", i salvatori del mondo.

Deserto è............... la bomba atomica, le centrali nucleari, i gas nervini, ...... le uccisioni di massa, i genocidi, le foibe.

Deserto è............... la terra dei fuochi, le discariche abusive, i rifiuti tossici, l'inquinamento atmosferico, l'avvelenamento dei fiumi, dei laghi, dei mari. La moria dei pesci, degli uccelli, degli animali. L'equilibrio ambientale violato, le foreste divelte, gli alvei dei fiumi occupati, gli argini superati.

Deserto è............... il lavoro che non c'è, la disoccupazione giovanile, la cassa integrazione per i capi-famiglia, le fabbriche chiuse, il lavoro in nero, le morti bianche.

Deserto è............... la disperazione degli onesti per non riuscire a sfamare i propri figli.

Deserto è............... la famiglia che si sgretola, i figli contesi, i punti di riferimento che vengono a mancare, i valori spirituali svalutati.

Deserto è............... la prostituzione minorile, le baby-gang, i bulli, la droga, l'alcool, lo sballo del sabato sera......i conseguanti incidenti stradali che procurano la morte di tanti giovani.

Deserto è............... un gommone stracarico di migranti, donne, uomini, bambini, in mezzo al nostro mare in una notte di tempesta.

Deserto è............... il campo di "permanenza temporanea" dove vengono ammassati i migranti in attesa di una collocazione più consona, o di un trasferimento adeguato.

Deserto è............... il femminicidio, la violenza, lo stupro, l'abuso psicologico e sessuale, sui minori, sulle donne, sugli uomini, sulle fasce più deboli della società, sugli omosessuali.

Deserto è............... la desolazione, lo smarrimento, l'angoscia, il senso di totale abbandono di chi subisce violenza.

Deserto è............... Chiara, costretta alla segregazione.

Deserto è............... il carcere per tanti prigionieri innocenti, il carcere disumano delle nostre prigioni sovraffollate

Deserto è............... il diritto che non c'è , la legge aggirata, la giustizia che non viene amministrata, i giudici corrotti, la politica che non si occupa del bene comune. I governanti e gli amministratori, che speculano sul denaro pubblico.

Deserto è............... lo stato di dittatura, la libertà del popolo violata, le parole non espresse, i libri incendiati, la scuola no per tutti, le bambine che non possono studiare, i sogni frustati, le opportunità non colte.

Deserto è............... una mano che non si stende, un aiuto che non si dona.

Deserto è............... la chiusura mentale, il non aprirsi agli altri, non avere sogni, non riuscire a guardare al futuro, non saper sperare.

Deserto è............... la violenza psicologica sui deboli, l'abuso della scrittura sacra, cristiana e non, per sottomettere, frustare e colpevolizzare i credenti, per riempire di esplosivo gli zaini dei kamikaze.

"Fiumi nel deserto" è il tema proposto dalle donne cristiane egiziane per la Giornata Mondiale di Preghiera.
Un tema che esprime, in modo significativo, il desiderio di rinascita di una comunità costretta a vivere, ormai da secoli, nella miseria e nella povertà, non solo economica, ma anche sociale e culturale, a motivo di un governo dittatoriale, di una classe dirigente non qualificata, di un sistema politico discriminante e vessatorio.
Il sogno di un fiume ricco di acqua fresca rigenerante, che dia impulso alle varie forme di deserti enunciati prima, che produca un cambiamento in ogni settore della vita sociale e pubblica, da quello economico a quello culturale, apportando scelte mirate in campo produttivo e lavorativo, progettando scuole aperte a tutti e a tutte, promuovendo il libero pensiero e la libera espressione, permettendo le libere scelte in merito alle inclinazioni personali di ciascuno (politiche, religiose, sessuali); questo è l'auspicio della donne cristiane egiziane, ma è anche il nostro. Ed è la nostra preghiera di oggi a Dio: libertà, eguaglianza, rispetto, lavoro, pace, giustizia, benessere, soddisfazione personale per tutti e tutte, per i credenti e non, in ogni parte del globo, nel rispetto della dignità personale e del creato.
Le donne egiziane sono consapevoli della precarietà del loro presente, dei loro deserti odierni, ma hanno memoria del loro passato. L'Egitto è stato culla di una delle più antiche civiltà. I segni di quella civiltà sono ancora visibili e patrimonio di tutta l'umanità. Come non associare le piramidi all'Egitto? Come non ricordare la ricchezza economica che giungeva al territorio desertico dalle acque benefiche e limose del fiume Nilo? Il grande fiume straripava, inondava parte del deserto del Sahara e di quello arabico e li fertilizzava.
Abbiamo ascoltato i testi di Isaia che ci propongono immagini di zone aride e steppose che diventano giardini, pieni di fiori di campo, rallegrati da canti di gioia, solo perché << tra la sabbia bruciata si formerà un lago e dalla terra secca sprizzeranno sorgenti d'acqua >>.
Le immagini di Isaia ci inducono a pensare che la sorgente, il lago rappresentano l'intervento divino benefico e vitale nell'aridità di un territorio, nel deserto dell'anima.
Ma come può riuscire Dio ad intervenire nel mondo, nei deserti territoriali, in quelli culturali, in quelli morali, in quelli personali, se non attraverso e per mezzo dell'uomo e della donna che credono in Lui e che diventano i canali della sua acqua, della sua grazia benefica?
Oggi, parte del deserto della Giudea è irrigato e ricco di vegetazione. Sono stati impiantati agrumeti, vigneti, uliveti, fiori e la loro produzione incide positivamente sul settore agricolo israeliano.
Il nuovo stato d'Israele è riuscito, grazie al ricorso ad un sistema ambizioso di irrigazione, suggerito da una ricerca scientifica e tecnologica avanzata, a portare l'acqua dal lago di Tiberiade alle zone desertiche del sud e a far divenire giardini il deserto, così come aveva profetizzato Isaia (Acquedotto di Xinneret-Negev).
Quando il lavoro umano si coniuga al volere divino, niente è impossibile, il cambiamento in meglio può avvenire, i sogni possono essere pensati e realizzati, tutte le vette possono essere raggiunte.
La donna di Samaria doveva trovarsi in uno stato di deserto interiore assoluto, se pur avendo avuti diversi mariti e convivendo con un uomo, si reca al pozzo di Giacobbe da sola, senza la compagnia di amiche, e non solo, ad un'ora assolutamente insolita, mezzogiorno, l'ora dell'arsura che poi diventa l'ora della rivelazione.
Gesù di Nazareth, si presenta a lei come un fiume d'acqua viva, ristoratore, rigenerante, vitale, ma soprattutto in grado di soddisfare la sete della sua anima in modo totale, soddisfacente.
La stessa arsura provata da Davide nel deserto della Giudea, che lo portava a rifugiarsi in Dio soltanto, era in quella donna che serbava ancora in sé una scintilla di speranza nell'attesa di un "Messia" che doveva fare irruzione nel deserto umano con forza straripante, come un fiume in piena.
Ed ora il fiume in piena entra a far parte della sua vita e la conduce là, da dove era partita, al villaggio di Sicar, fra i suoi compaesani che non la soddisfacevano, che la criticavano, che non riuscivano a comprenderla. L'acqua ricevuta direttamente dal Cristo non è più contenibile, ha urgenza di essere condivisa, donata agli altri e alle altre, come un dono, così come lei stessa l'aveva ricevuta. La parola manifestata in carne ha urgenza di essere donata, evangelizzata, condotta fuori a migliorare la vita degli altri, a produrre speranza, a pacificare gli animi, ad operare giustizia.
L'evangelo della buona novella è urgenza d'amore per gli altri e le altre, le buone parole pronunciate da Gesù che soddisfano e riempiono il cuore e l'anima vanno riferite, riportate e moltiplicate. Le parole di bene, di amore, di gioia, di pace pronunciate da Gesù vanno donate con amore per dare amore, pace, gioia, speranza, benessere ai deserti che vagano in questo mondo, affinchè ogni deserto possa prosperare, verdeggiare, riempirsi di canti e di gioia.
Gesù vuole manifestarsi nella storia dell'umanità attraverso i suoi figli e le sue figlie, che credono in Lui, nel suo messaggio di salvezza, nel suo sacrificio d'amore. Un fiume in piena necessita di canali per raggiungere più territorio desertico possibile: noi siamo i canali di questo importantissimo e lungo fiume benefico, una vera e propria sorgente d'acqua viva che conduce a vita eterna, Gesù. Ma, non possiamo essere canali così aridi da trattenere l'acqua solo per noi. Né tantomeno attorno ai nostri argini possiamo costruire paletti, muri, pareti, perché quando giungerà la piena tutto franerà e ci travolgerà. Lasciamo gli argini aperti, aperti all'amore, all'amore per Gesù, la nostra sorgente, ma anche per i nostri simili.
Il grande teologo Bonhoeffer, nel 1944, dal carcere, parlando dell'amore di Dio, diceva che questo deve essere come un canto fermo per ciascun credente. Se in noi c'è questo canto fermo, il carcere, anche se duro, non rappresenterà mai un deserto per noi.
Sentiamoci al sicuro, ricchi, pieni, soddisfatti.
I deserti non spettano a noi. Il deserto lo ha attraversato Gesù per noi! A noi spetta irrorarli con la parola benefica di Gesù, con la sua grazia misericordiosa.
Amen!

16 marzo 2014 - Pina Giacalone Teresi