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08/04/2014 07:38:00

Regione, nasce il Crocetta bis. Ma è già lite con il Pd: "Gli assessori non sono nostri"

Mezza squadra nuova e mezza confermata: Crocetta rompe gli indugi e vara la sua giunta bis, con un paio di renziani in posti chiave come Calleri all'Energia. Entrano poi Giuseppe Bruno, Roberto Agnello (Economia), Nico Torrisi, Ezechia Reale e Anotnio Fiumefreddo. Ma le deleghe devono ancora esser definite. Confermate invece Stancheris, Scilabra, Valenti, Borsellino, Vancheri e Sgarlata. Spaccato il Pd siciliano: «Sarà la direzione del partito a indicare i suoi nomi», dice il cuperliano Raciti. 

Dopo ore di consultazioni e trattative, ha preso forma il Crocetta-bis. Lo ha reso noto il presidente della Regione Siciliana, nella tarda serata di ieri.

“Dopo l’invito delle parti sociali, della società, – ha fatto sapere Crocetta in una nota – data la necessità di dare impulso alle riforme e ricomporre un largo quadro di alleanze, fedele al quadro politico originario, con l’obiettivo di chiudere velocemente la questione che ormai si prolungava da troppo tempo, confermando la stima nei confronti del mio partito e ribadendo di essere un dirigente del Partito Democratico, su impulso del componente della segreteria nazionale, Davide Faraone; sentiti tutti i partiti, ho colto le esigenze programmatiche che vengono dalla società, dai lavoratori, dal mondo degli imprenditori, guardando prima di ogni cosa ai giovani, ai disoccupati, ai deboli che rischiano di essere schiacciati dalla crisi”.

Il governatore ha annunciato la sua nuova squadra di governo, ”al fine di dare ulteriore slancio a un forte programma di solidarietà sociale, di lavoro, di sviluppo, di lotta alla corruzione, alla mafia e agli sprechi, consapevole del difficile momento, registrando – ha detto Crocetta – persino una sofferenza di una parte del mio partito nei confronti del quale mi sono posto con umiltà e persino con semplicità, senza ricevere alcuna apertura, non rinunciando mai a ricomporre le questioni insolute”.

“Si tratta di professionisti di grande valore, – afferma il presidente – di uomini che scelgono di combattere per liberare la Sicilia e favorire il suo processo di rinascita economica e sociale”.

Ecco la nuova squadra di governo al completo.

Salvatore Calleri, nato a Catania e residente a Firenze da molti anni, presidente nazionale della Fondazione Caponnetto – delega Energia.

Lucia Borsellino, assessore uscente confermato.

Linda Vancheri, assessore uscente confermato.

Nelli Scilabra, assessore uscente confermato.

Giuseppe Bruno (Pd), avvocato.

Mariarita Sgarlata (Pd).

Roberto Agnello (Pd), avvocato, esperto di bilancio, ha lavorato presso il Ministero della Salute.

Nico Torrisi (Udc), imprenditore del settore turistico di Catania.

Patrizia Valenti (Udc), assessore uscente confermato

Antonio Fiumefreddo (Drs), professore della Link University di Roma e giornalista.

Michela Stancheris (Megafono), assessore uscente confermato.

Paolo Ezechia Reale (Articolo 4), avvocato di Siracusa.

“Da questo momento – aggiunge Crocetta – le deleghe sono politicamente azzerate, verranno discusse insieme ai partiti sulla base dell’utilizzo ottimale delle loro competenze e professionalità. La mia – conclude il presidente – non è una decisione autoreferenziale, ma vuole essere in sintonia con la società, la politica e i partiti che spero non creino più ulteriori spettacoli perchè la Sicilia ha bisogno di decisioni e anche in tempi rapidi”.

“Ringrazio di cuore Davide Faraone della segreteria nazionale del Pd per avere interpretato la necessità che oggi è stata chiesta anche dalle parti sociali e dagli industriali, cioè di fare presto – spiega il governatore – . Solo in questo modo la Sicilia potrà ripartire subito”.

Ma il Partito democratico ha preso le distanze. “Nessuna copertura da parte mia. Così come nessuna distanza. Le decisioni sugli assetti di governo egionale competono al presidente e ai livelli politico-regionali”. Queste le parole di Lorenzo Guerini, portavoce del Pd, parlando del governo annunciato “per le prossime ore”. Fonti vicine al presidente Crocetta avevano parlato di una “benedizioni da parte dal Pd nazionale”. Ma adesso arriva la presa di distanza del Pd nazionale. Dal Nazareno fanno saper che è, comunque, Faraone che si occupa del governo Crocetta per la segreteria nazionale del Pd, mentre Raciti se ne occupa per la segreteria regionale siciliana.

A tal riguardo, il segretario regionale del Pd, Fausto Raciti ha dichiarato in una nota: “Il presidente Crocetta vuole difendere me? Il modo migliore per farlo è rispettare il partito e i suoi organismi. Domani il Pd farà i nomi della sua delegazione per il nuovo governo alla Direzione regionale. È curioso che nella giornata di ieri il presidente si sia voluto accertare che non fosse nostra intenzione accelerare sul rimpasto di giunta”.

“In questi due mesi mi sono confrontato con i partiti – ha detto Crocetta – con la società civile, con le parti sociali. Li ho ascoltati e ho raccolto quanto di buono mi è stato proposto. Io ho lavorato solo per il bene della Sicilia. Per il bene comune e per scalfire cuori di pietra, cuori duri con cui mi sono scontrato”. ”Io – ha assicurato – resto il Rosario Crocetta di sempre, quel ragazzo che tanti anni fa faceva volantinaggio davanti alle fabbriche e alle scuole per fare conoscere il partito che voleva. Ho vissuto sempre in quella storia”.

“Da democratico, con la sofferenza di chi non è riuscito a dialogare con una parte del partito – ha detto ancora Crocetta – ho il dovere di andare avanti perché sono il presidente della Regione. Sono stato eletto dal popolo e voglio fare il governo insieme coni cittadini. Le discussioni politiche sono importanti e gli accordi pure ma in questo contesto è difficile pensare che la Sicilia possa essere paralizzata in nome di un dibattito estenuante”.

“Quando si è dirigente di un partito – ha spiegato Crocetta – non si deve essere padroni di un partito, così come io da presidente della Regione non posso essere padrone del governo e della Regione. Mi sono sempre confronato con lealtà, a volte andando anche contro il mio orgoglio. Ho lavorato solo per il bene della Sicilia”.

“Oggi la crisi fa scricchiolare i palazzi del potere – ha spiegato Crocetta - mentre la disperazione sociale è sempre più forte e la gente sempre più sfiduciata nella politica. Ma io sono rimasto la persona più leale di sempre. Sono mite ma intransigente. Il popolo siciliano mi ha delegato a servirlo e questo voglio fare, con semplicità e onestà. Io sono sempre pronto al dialogo, anche a partire da oggi ma devo dare un governo a questa Regione per risolvere i gravi problemi della Sicilia”.

Stessi metodi della nomina dei manager della sanità. Stessa tecnica e stessi annunci. Mantenuti. L’operazione che dà il via libera al rimpasto di governo dopo un mese di stand by, nasce anche dal pressing dei sindacati e delle categorie, Montante in testa con Confindustria, ma è parzialmente concordata con i partiti.

Due gli esterni all’Economia e all’Energia, provenienti da fuori la Sicilia. La soluzione, se pur in autonomia, ha l’imprimatur del Partito democratico a Roma. “Il vertice era l’ultima possibile mediazione offerta ai partiti. Non ho ricevuto nomi – aveva detto il presidente della Regione – non ho avuto alcun feedback. Ora basta, la Sicilia non può più attendere che i partiti compongano un quadro politico. E io non sono stato eletto per risolvere i problemi di Pd o Articolo 4. La questione delle liste per le europee ha reso tutto ancora più complicato. Io non faccio più vertici, né attendo inutili direzioni di partito, le forze politiche lascino lavorare chi lo sa fare”. Così Crocetta aveva liquidato l’argomento, nella giornata in cui da una parte il Pd dichiarava di non avere ricevuto la convocazione del vertice fantasma e Crocetta prendeva la palla al balzo per rilanciare dopo l’ennesimo stallo.