Il presidente della Regione, Crocetta, ha presentato all'Ars la nuova Giunta regionale. Lo stesso presidente della Regione ha ammesso che «l'esigenza della ricomposizione degli assetti di Giunta era stata manifestata dai partiti politici; non era nata neppure come crisi d'Aula, considerato che era appena stata approvata con una maggioranza schiacciante la legge sull'istituzione dei Liberi consorzi».
Questi i nomi ufficializzati da Crocetta: Patrizia Valenti (Funzione pubblica e vice-presidente della Regione), Giuseppe Bruno (Famiglia, Lavoro, Welfare e Protezione); Giusy Furnari (Beni culturali): è lei il colpo di scena, avendo sostitutito Fiumefreddo, contestato anche dal Pd e di cui ci occupiamo in altra parte del giornale. E poi: Nino Torrisi (Infrastrutture); Roberto Agnello (Economia); Maria Rita Sgarlata (Territorio e Ambiente), Ezechia Paolo Reale (Agricoltura); Salvatore Calleri (Energia), Linda Vancheri (Attività produttive), Nelli Scilabra (Formazione), Lucia Borsellino (Sanità), Michela Stancheris (Turismo).
Subito dopo Crocetta ha precisato: «Presentare un governo non è solo illustrare delle nomine. In ogni nome c'è una storia. L'esigenza del rimpasto, e della ricomposizione degli assetti in Giunta, mi era stata presentata come esigenza dai partiti. Con i partiti abbiamo discusso e da qui è derivata la Giunta».
Sono tre le urgenze indicate dal governatore: salva imprese, finanziaria-bis, sviluppo. «Si tratta di tre urgenze che sono la base per una verifica su cui vorrei lavorare». Il governatore ha rivolto, quindi, un appello «sgombro di odio e di pregiudizi» a tutte le forze politiche: «Dobbiamo separare il tema della governabilità da quello delle riforme. Io penso che da posizioni diverse si possa fare un patto per le riforme in Sicilia». Poi, ha confermato con un'interrogativo e una risposta che i nodi non sono stati sciolti: «Ci sono questioni irrisolte nella maggioranza? Sono pronto a risolverle stanotte o domattina. Con questo spirito di apertura a tutti e a ognuno vi chiedo di collaborare con i nuovi assessori e con quelli riconfermati, sapendo che ognuno di loro è aperto a un nuovo dialogo o a un rinnovato dialogo». Il capogruppo del M5S, Cappello, ha respinto l'appello di Crocetta: «Bisogna tornare subito al voto. Questo governo sta distruggendo la Sicilia. A questo punto, noi abbandoniamo l'Aula». Gucciardi, capogruppo Pd: «Dobbiamo superare le divisioni e fare in modo che la nostra azione parlamentare sia davvero utile ai siciliani e sostenga il governo nell'affrontare le tante emergenze dell'Isola. So che nella maggioranza, e anche nel mio gruppo, ci sono sensibilità diverse, ma ora abbiamo il dovere di fare in modo che questo governo, con la sua maggioranza e con il contributo dell'opposizione, affronti e risolva i problemi della Sicilia».
Cracolici (Pd): «C'è l'esigenza di una svolta; Crocetta è circondato da un cerchio non magico, ma tragico, fatto da pochi e buoni a nulla che stanno portando a rischio disastro la Regione». E ha avvertito: «Voglio rassicurare il presidente sul fato che né il mio partito, né parte di esso, sceglierà l'Aventino: è una cultura politica disastrosa che mai ripeteremmo. E ancora sul «cerchio magico» che attorno a «Crocetta si è rivelato un cerchio tragico, incapace d'interpretare e di avere una visione necessaria».
Confermata anche la spaccatura dell'Udc: il capogruppo, Firetto, ha ribadito le perplessità manifestate in questi giorni nei metodi di formazione della Giunta. Ragusa (Udc): «Parlo per conto di mezza Udc», è stato l'esordio del suo intervento. Parole che hanno sancito, nella sede istituzionale, la spaccatura del suo gruppo parlamentare.
Cordaro (capogruppo Grande Sud-Pid-Cantiere popolare): «Offriamo una tregua istituzionale di un mese. Portiamo in Aula il dl salva-imprese e le variazioni di Bilancio. Se questo non dovesse accadere, chiedo al Governatore che ci dimetta tutti». Cioè, che si dimetta da presidente della Regione e provochi lo sciogliemento dell'Ars.
Formica (Musumeci): «Non abbiamo ascoltato dal presidente della Regione alcun impegno per recuperare fondi dallo Stato, che ci spettano in virtù dello Statuto». D'Asero (Ncd): «Aspettiamo che in Aula arrivino provvedimenti importanti come il salva-imprese e la finanziaria-bis per misurare la tenuta di questo governo. Ma fino a questo momento in commissione Bilancio, il salva-imprese non è stato discusso per assenza del governo». Di Mauro (Pds-Mpa): «Siamo rimasti fuori dell'Aula perché sapevamo già che avremmo assistito a una litania, peraltro piuttosto scomposta e confusa, da parte del presidente, Crocetta, su presunti risultati raggiunti. Ci saremmo aspettati che venisse in Aula con una lista di ddl sugli interventi urgenti e necessari per il rilancio economico e per lo sviluppo. La verità è che durante questi quindici mesi di governo nessun vero risultato è stato raggiunto, soprattutto sul delicatissimo tema della situazione finanziaria: oggi appare ancor più grave di come fosse all'inizio della legislatura». Malafarina (Megafono) ha rivolto un invito all'unità di tutte le forze di maggioranza a sostegno di Crocetta «il cui progetto abbiamo condiviso fin dalla presentazione in campagna elettorale».