Per alcuni aspetti è in linea con la media nazionale. Per altri va male, molto male. E’ la situazione delle amministrazioni locali siciliane in tema di tecnologia e Ict. Ormai quasi tutti i Comuni hanno un sito internet (a volte costato fior fior di quattrini), con la posta elettronica certificata largamente diffusa (97,2 % contro il 99% della media nazionale) e l’open source è adottato dal 63,1% degli enti locali.
Ma molti di questi hanno ancora molte lacune. E lo certifica uno studio effettuato dal servizio statistica della Regione Siciliana. Sono stati acquisiti informazioni dagli enti pubblici locali, rielaborato dati Istat, il tutto per il periodo riferibili al triennio 2010-2013.
La Sicilia nella graduatoria nazionale per la spesa nell’Ict è al settimo posto, con 97,66 milioni di euro spesi. E’ prima però tra le regioni del mezzogiorno. Nonostante questo ci sono delle criticità sul versante innovazione. Soltanto il 4,4% degli enti pubblici si appoggia alla fibra ottica, contro il 10,2% della media italiana. E il 5,6% dei siti pubblici consentono il pagamento online a cittadini e imprese, a differenza del 16,4% della media nazionale. Uno dei punti più critici però è il personale, che risulta poco formato e ha poca dimestichezza con web e computer. Infatti a differenza di quanto avviene nel resto d’Italia soltanto il 16,1% dei Comuni siciliani hanno organizzato corsi di formazione Ict, secondo i dati del 2011, con una partecipazione bassissima tra i dipendenti pubblici (solo l’1,6%). La media nazionale è invece rispettivamente del 19,3 e del 6,3%. Inoltre, dal 2008 al 2011, l’organizzazione dei corsi è addirittura diminuita, anzichè aumentare. Eppure i Comuni siciliani segnalano la carenza di staff qualificato (il 61,5% contro la media italiana del 58,6%) e il 18,7% lamenta difficoltà a trovare e trattenere personale specializzato in tecnologie informatiche, contro il 13,6% italiano.
A questi dati fanno il paio quelli sulla trasparenza dei siti istituzionali degli enti pubblici siciliani pubblicati a inizio anno. Secondo un monitoraggio compiuto da Angelo Alù, presidente presidente dell’associazione Generazione ypsilon e coordinatore del portale Diritto di accesso, due enti su tre in Sicilia non rispettano i parametri minimi fissati per legge nei loro servizi online e nei siti internet. Albo pretorio online, trasparenza nella pubblica amministrazione, avvisi su bandi e gare, semplici servizi al cittadino sembrano essere ancora, nel 2014, irraggiungibili per la maggior parte di enti pubblici siciliani: comuni, università, regione, province, asl.