‘’Abusò sessualmente della minore, minacciandola per non farla parlare’’. E’ quanto ha affermato il pm Francesca Rago nel corso della requisitoria tenuta nel processo che vede imputato un pregiudicato marsalese di 51 anni accusato di avere più volte abusato della figlia, minorenne, della sua ex compagna. La presunta vittima, adesso 16enne, è la stessa che ha denunciato di avere subito abusi sessuali all’interno dell’istituto Rubino. Per l’imputato, il pubblico ministero ha chiesto la condanna a dieci anni di carcere. Il pm ha affermato che l'uomo avrebbe più volte abusato della ragazzina, che ‘’non raccontò nulla alla madre perché minacciata’’. Il pregiudicato, infatti, le avrebbe detto: ‘’Se parli, uccido tua madre’’. Un rapporto sessuale non consenziente sarebbe stato consumato anche nel letto che l'uomo divideva con la madre della ragazzina che poi trovò il letto ‘’disfatto e con alcuni fazzolettini sporchi’’. Quando la storia venne fuori, la giovane fu affidata a una comunità. ‘’Le dichiarazioni della madre - ha inoltre evidenziato il pm – costituiscono un riscontro al racconto della minore’’. L’imputato è difeso dall’avvocato Chiara Bonafede. Prossima udienza il 29 maggio, quando il collegio giudicante (presidente Gioacchino Natoli) potrebbe emettere la sentenza. Lo scorso dicembre, l'uomo è stato arrestato dalla polizia per detenzione a fini di spaccio di sostanza stupefacente, porto illegale di arma da taglio, violenza e minaccia a pubblico ufficiale, nonché violazione degli obblighi imposti dal suo status di sorvegliato speciale. Assieme ad un altro pregiudicato marsalese, aveva ingaggiato una furiosa lite con tre romeni, che tentarono di investire con l’auto mentre questi stavano attraversando a piedi piazza del Popolo. Poi, non contenti, scesero dal mezzo e, armati uno di coltello e l’altro di bastone, avrebbero tentato di aggredire i romeni, che però, per nulla intimoriti, reagirono con calci e pugni, riuscendo ad avere la meglio sui due marsalesi.
Distruzione e occultamento scritture contabili, ex collaboratore Mediolanum a giudizio
MARSALA – Distruzione e occultamento di scritture contabili sono i reati per i quali il gup Francesco Parrinello ha rinviato a giudizio l’ex promotore finanziario della Banca Mediolanum Giacomo Di Girolamo. Il processo, davanti al giudice monocratico, inizierà il 17 settembre. I fatti sono relativi agli anni dal 2009 al 2011. Per l’avvocato difensore Ignazio Bilardello, però, ‘’il fatto non costituisce reato’’. Si tratterebbe, infatti, a giudizio del legale, di un illecito di natura amministrativa e non penale. Per l’avvocato Bilardello, Di Girolamo non avrebbe nascosto o distrutto i registri contabili, ma non li avrebbe redatti. La vicenda giudiziaria per la quale l’ex promotore finanziario era salito agli onori della cronaca è quella relativa alla truffa, con appropriazione indebita e falso in scrittura privata, in danno di clienti della Mediolanum. Un raggiro da circa 200 mila euro sulla quale ha fatto luce la sezione di pg della Guardia di finanza della Procura.