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12/05/2014 06:35:00

Domani la manovrina all'Ars. Crocetta: "Voglio un voto morale giusto"

"Un voto etico, morale e giusto". È quello che chiede il presidente della Regione, Rosario Crocetta, alle forze politiche che domani  inizieranno all'Ars l'esame della cosiddetta «manovrina» di 136 milioni di euro che dovrà consentire di pagare gli stipendi ai dipendenti di enti, società e aziende controllati dalla Regione, oltre che avviare al lavoro i circa 24 mila braccianti della forestale e dell'antincendio e gli stagionali dei Consorzi di bonifica.
Due sono i punti, in particolare, sui quali Crocetta ha chiesto un ravvedimento: inserire il tetto di 200 mila euro lordi ai vertici burocratici della Regione e dell'Ars; reintrodurre il limite massimo di 20 mila Isee per nucleo familiare per ottenere gli 832 euro di sostegno al reddito destinato agli ex Pip. Nel primo caso, il presidente della Regione è sulla stessa linea del suo compagno di partito Antonello Cracolici, che aveva presentato l'emendamento sul tetto massimo delle retribuzioni dei brurocrati; nel secondo caso, invece, la pensa in modo diametralmente opposto a Cracolici che si è sempre battuto perché il limite di 20 mila Isee sia personale e non su base familiare.
Per il presidente della Regione, «tale atteggiamento offende profondamente i poveri e i disoccupati della Sicilia che vedono confermati privilegi e clientele. Occorre cambiare passo, occorre cambiare verso. La Sicilia si salva se riesce a risanare il proprio bilancio e la propria economia, attraverso la lotta agli sprechi e ai privilegi, anche più piccoli, che diventano il segno di una politica che non vuole fare sul serio». Per riportare entrambe le vicende sul giusto binario, Crocetta che «il governo intende modificare l'articolo sugli ex Pip, proponendo la valutazione sul reddito individuale esclusivamente per coloro che vivono a carico della famiglia di origine, ma diventa sicuramente inaccettabile che nuclei familiari che vantano patrimoni di milioni possano usufruire di contributi che sono destinati ai poveri».
Nell'ambito della verifica sugli ex Pip avviata dalla dirigente generale del dipartimento Lavoro, Anna Rosa Corsello, è emerso che uno degli ex Pip vive in un lussuoso appartamento nella zona residenziale più esclusiva della città, con un reddito familiare di 500 mila euro l'anno e un patrimonio di 1,5 milioni, incassava regolarmente gli 832 euro di sostegno al reddito familiare. Anche se meno eclatanti, tanti altri casi sono venuti a galla. Un altro discorso, invece, gli ex Pip che continuavano a ricevere l'assegno anche se in carcere per reati molto gravi. Diversi sono stati arrestati nel corso di indagini delle forze dell'ordine. Avrebbero diritto ad essere inseriti negli elenchi degli ex Pip gente con problemi giudiziari alle spalle e sulla via della redenzione. In parecchi casi non è proprio così.
«Sul piano del blocco degli stipendi a 200 mila euro - ha aggiunto Crocetta - il governo è incondizionatamente contro, ritendendola una scelta di giustizia sociale, ma anche di ripristino dei compensi alle reali capacità professionali. È impossibile, infatti, che i nostri dirigenti possano essere più pagati di quelli del Parlamento europeo o addirittura della stessa Onu. Faccio appello a tutte le forze politiche che su questi due punti si possa raggiungere l'intesa con il governo per un voto etico, morale e giusto». Con le decurtazioni decise da governo Crocetta, adesso nessun dirigente generale della Regione guadagna più di 200mila euro lordi l'anno. «Alcuni - dice il governatore - hanno subito riduzioni fino al 20% dello stipendio. Le politiche di rigore devono essere uguali per tutti».

Non è facile raccapezzarsi nella giungla delle retribuzioni e delle pensioni nella galassia di società, enti ed aziende regionali. E così viene fuori che le ex Asi, ora raggruppate nell'Irsap, pagano stipendi e pensioni da fare impallidire i manager delle aziende più importanti del Paese, buone uscite comprese. Per esempio, l'ex direttore dell'Asi di Caltanissetta, nel 2007, è andato in quiescenza con 563 mila euro e 198 mila euro di pensione; quello di Caltagirone con 454 mila euro e una pensione annua di 208 mila euro. L'ex direttore dell'Asi di Messina, 403 mila euro di indennità di fine rapporto e 188 mila euro l'anno di pensione. Sempre a Messina, un altro ex direttore. ha ottenuto 170 mila euro di buona uscita e una pensione di 207 mila euro.
Tra dirigenti ancora in carica e quelli in quiescenza, l'Irsap - presieduto da Alfonso Cicero, che in un cerente passato ha manifestato la sua contrarietà a stipendi così alti - eroga ogni anno circa 6 milioni di euro tra stipendi e pensioni, a fronte di trasferimenti della Regione di appena 15 milioni di euro, rispetto ai 25 milioni del passato. Solo 9 milioni, dunque, per garantire i servizi alle imprese: acqua, luce, gas... Alfondo Cicero ha iniziato da tempo un vera e propria battaglia contro gli sprechi nelle ex Asi, esponendosi a ripetute intimidazioni. Ma non tutti i dipendenti delle ex Asi guadagano cifre da capogiro. Gli impiegati normalmente hanno stipendi tra i 1.500 e i 1.800 euro.

CINQUE STELLE.  "Si predica male, si razzola peggio. E si legifera a comando. Finché si andrà avanti in questo modo, per la Sicilia non ci sarà speranza. Hanno tentato, perfino, l'assalto al carrettino, visto che le casse sono praticamente vuote e che si era concordato di presentare emendamenti che non provocassero aggravio di spesa, ma nei fatti non è andata così". Il gruppo M5S all'Assemblea regionale siciliana commenta duramente la manovra 'salva-stipendi, varata dalla commissione Bilancio dell'Assemblea regionale siciliana, che adesso inizia il suo percorso in Aula.

"Una manovra a rate, perché ce ne saranno altre a breve, di chiaro stampo elettoralistico - afferma il capogruppo Francesco Cappello - impostata con il solito metodo del 'salvatore' Crocetta, se passerà indenne il vaglio dell'aula. Non è casuale che il pagamento degli stipendi avvenga a ridosso delle elezioni. Non è casuale l'assenza del governatore in commissione, non è casuale che l'assessore abbia riscritto e rimodulato la mini manovra per ben tre volte, fino a quando la maggioranza non ha soddisfatto tutte le pretese avanzate nei confronti di un governo in balia non dei siciliani, come sarebbe giusto che fosse, ma di un piccolo gruppo di persone che per l' interesse di pochi è disposto a sacrificare gli interessi della collettività".