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14/05/2014 06:58:00

Marsala, bimbo morto sotto una statua di legno. Mezzo milione per i genitori

Quasi mezzo milione di euro come risarcimento danni ai genitori del bambino di quattro anni (K.P.) morto, il 31 luglio 2005, schiacciato sotto una pesante statua di legno, che gli cadde addosso all’interno della pasticceria ‘’Il Ghiottone’’ di corso Calatafimi. E’ quanto ha disposto il giudice del Tribunale civile di Marsala Gianluca Fiorella. Il magistrato ha accordato 244 mila euro a ciascun genitore. In sede penale, la titolare della pasticceria, Annalisa Busetta, davanti al gup, aveva deciso di patteggiare la pena ed è stata condannata a sei mesi di reclusione (pena sospesa, come previsto dal rito del patteggiamento). Dopo la condanna, i genitori del bambino morto hanno chiesto un risarcimento danni di un milione 187 mila euro. Il giudice ha, quindi, accolto solo in parte la richiesta. Forse, anche sulla base delle argomentazioni del legale della Busetta, l’avvocato Nicola Sammaritano, che affermando di stare valutando ‘’la possibile impugnazione’’ del provvedimento del giudice civile, ha sottolineato che a suo parere vi fu una ‘’corresponsabilità’’ dei genitori ‘’per culpa in vigilando’’. I genitori, insomma, avrebbero dovuto controllare i movimenti del bambino. Nessuno, però, poteva immaginare che quella pesante statua (circa 60 chili di legno) potesse abbattersi con effetti tanto tragici. ‘’Una fatalità’’ la definì, allora, il sostituto procuratore Marco Imperato, il magistrato che coordinò le indagini dei carabinieri.

STAMINA. E' fissata per oggi l'udienza del Tribunale di Marsala sul metodo Stamina. Dopo la presa di posizione degli Spedali Civili di Brescia, che hanno deciso di non riprendere i trattamenti - con conseguente reclami contro la decisione del giudice del Tribunale civile di Marsala Antonio Genna, che aveva ordinato di riprendere immediatamente (e comunque non oltre il 5 maggio) le infusioni per il piccolo Gioele Genova - arriva la notizia che due medici, a Mantova e Trapani, sono disponibili a prestare cure con il metodo Stamina.
Ad annunciarlo all'Ansa è stato il presidente di Stamina Foundation, Davide Vannoni. «Hanno dato la propria disponibilità ad effettuare le infusioni del metodo Stamina - ha dichiarato Vannoni - un anestesista rianimatore dell'Ospedale di Mantova e un chirurgo ortopedico di Trapani. Ovviamente, hanno ribadito la propria disponibilità a garantire i trattamenti anche il pediatra Marino Andolina e la biologa Erika Molino». Questi ultimi, ha continuato Vannoni, «hanno verbalizzato la propria disponibilità davanti all'ufficiale giudiziario, e anche gli altri due medici credo lo faranno a breve. Adesso, gli Spedali Civili di Brescia dovranno dare una risposta». E ciò perché «i giudici, nelle ordinanze che autorizzano i trattamenti per i pazienti, citano specificamente i nomi dei medici che a Brescia sono chiamati ad effettuare le infusioni, se questi medici si rifiutano di farlo, l'ospedale deve comunque garantire la presenza di soggetti terzi che effettuino i trattamenti in ottemperanza delle ordinanze dei giudici». Per Vannoni, il passaggio successivo dovrebbe essere quello di «contrattualizzare in qualche maniera i medici che hanno dato la disponibilità per ospitarli nel nosocomio e permettere loro di operare».
Il Tribunale di Marsala oggi  dovrà decidere sul reclamo presentato dagli Spedali Civili di Brescia contro l'ordinanza del giudice Genna. Ad assistere i genitori del piccolo Gioele, un bambino di circa due anni e mezzo affetto da una malattia degenerativa, la Sma (atrofia muscolare spinale), è l'avvocato marsalese Giovanna Di Girolamo.
Restano intanto avvolti nel mistero i nomi dei due medici che si sono detti disponibili alle cure Stamina. «Non posso renderli noti - dice Antonio Genova, padre di Gioele - non vogliamo creare problemi a chi ci può dare una speranza».