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16/05/2014 07:57:00

Abuso d'ufficio, continua il processo all'ex Sindaco di Castelvetrano Pompeo

’Sono rammaricato per l’interruzione del rapporto di fiducia con l’allora comandante dei vigili urbani Caradonna. Riuscirò a dimostrare la correttezza del mio operato’’. E’ quanto ha dichiarato, in sintesi, l’ex sindaco di Castelvetrano Gianni Pompeo ai giudici del Tribunale di Marsala chiamati a giudicarlo nel processo che lo vede imputato con l’accusa di abuso d’ufficio. Il caso è relativo alla querelle tra l’ex primo cittadino e l’ex comandante dei vigili urbani Marcello Caradonna. A quest’ultimo, nel 2009, Pompeo revocò l’incarico dopo averlo nominato comandante, con contratto di diritto privato, nel giugno 2007. ‘’Come l’aveva nominato – spiega l’avvocato difensore Giovanni Messina – il sindaco poteva benissimo anche revocargli l’incarico. Per Caradonna, Pompeo avrebbe agito in maniera illegittima. Noi non siamo affatto d’accordo e lo ribadiremo nel processo. Alla base c’è solo una questione personale tra i due’’. Il processo è scaturito dalla denuncia di Caradonna. Dopo il rinvio a giudizio, Pompeo e il suo difensore dichiararono: ‘’Prendiamo atto della decisione del rinvio a giudizio che rispettiamo, pur non condividendola. Il giudice ha ritenuto correttamente necessario un approfondimento della vicenda in dibattimento, luogo naturale dove contiamo di dimostrare il corretto operato da sindaco. Continuiamo, altresì, ad avere massima fiducia nella giustizia, oggi come prima, e in coloro che hanno il grave compito di amministrarla’’. La prossima udienza del processo si terrà il 18 giugno, quando saranno chiamati a deporre i testi della difesa.

Processo a 24 presunti spacciatori di droga
 Con la rinuncia del pm Francesca Rago ad ascoltare tutti gli altri testi d’accusa (acquisiti verbali d’interrogatorio effettuati in precedenza e relazioni degli investigatori), si avvia velocemente a conclusione, in Tribunale (presidente Riccardo Alcamo), un processo a 24 persone di Castelvetrano e dintorni accusate di spaccio di droga. L’indagine è stata svolta dai carabinieri. Imputati sono il palermitano Salvatore Musso, di 34 anni, palermitano, l’unico detenuto, i castelvetranesi Giovanni Messina, di 26, Pietro Rosciglione, di 27, Fiorella Nardelli, di 25, Michele Vincenzo Vaiana, di 26, Gaetano Fasulo, di 40, Francesco Favara, di 24, Calogero Clemente, di 27, Gaspare Arimondi, di 40, Maurizio Pisciotta, di 28, Giuseppe Giovanni Romeo, di 24, Nicolò Aspano, di 26, Giuseppe Tummarello, di 28, Riccardo Puccio, di 26, Daniele Gentile, di 31, Fabio Barone, di 31, Gaspare Tortorici, di 25, Giuseppe Crescente, di 33, e Tonino Maggio, di 24, il marsalese Giovanni Angileri, di 50, anch’egli residente a Castelvetrano, i campobellesi Nicolò Passanante, di 52, Gaetana Corso, di 43, e Baldo Moceri, di 39, e infine Massimiliano Vespertino, di 25, di Partanna. Diversi i tipi di droga che sarebbe stata spacciata: hashish, eroina, cocaina e persino sostanze stupefacenti sintetiche come il <subotex>. I fatti contestati sono relativi al periodo tra il 2008 e il 2009. Per alcuni imputati c’è l’aggravante di aver ceduto dosi di droga a minorenni. La prossima udienza del processo è stata fissata per l’11 giugno, quando il luogotenente dei carabinieri Genna, che rispondendo alle domande del pm ha riferito sull’indagine, sarà sottoposto al controesame della difesa (tra i legali, il marsalese Diego Tranchida, il campobellese Giuseppe Pantaleo e il castelvetranese Giuseppe Ferro).

Assoluzione da molestie, danneggiamenti e minacce

 Il giudice monocratico Faillaci ha assolto Michele Lombardino dalle accuse di molestie, danneggiamenti e minacce in danno dell’ex moglie. A difendere l’imputato è stato l’avvocato Mario Noto. I fatti contestati erano relativi al 2009. Dopo la separazione, secondo l’accusa, l’uomo avrebbe fatto continue telefonate all’ex moglie e in un’occasione, con un calcio, avrebbe anche danneggiato l’auto del figlio. ‘’Le telefonate – ha dichiarato l’avvocato Noto - erano motivate dalla necessità di riavere oggetti di proprietà del mio assistito che erano rimasti nella casa della ex moglie’’.