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19/05/2014 02:23:00

Genovese, i legali presentano istanza di scarcerazione

  I legali hanno depositato al Giudice per le indagini preliminari la richiesta di revoca della misura o, in subordine, di applicazione di una misura meno afflittiva, come i domiciliari. «Genovese ha risposto punto per punto alle contestazioni, si è difeso, ha offerto ogni chiarimento, e secondo noi ha portato concrete e convincenti spiegazioni che superano i rilievi d‘accusa», ha aggiunto l‘avvocato Nino Favazzo.
Dopo tre ore di faccia a faccia col giudice che ha disposto il suo arresto, perció, la sensazione che arriva dalle parole dei suoi legali e che già lunedì il deputato prima congelato e poi "scaricato" dal Pd potrebbe tornate a casa, nella sua villetta bifamiliare di Torre Faro dove ha trascorso i domiciliari, da luglio a gennaio scorso, la moglie Chiara Schiró, anche lei sotto accusa per le truffe ai danni della Regione attraverso il sistema della Formazione. Ma la Procura ha espresso parere negativo alla richiesta di scarcerazione.
«È sereno, sta affrontando questo momento molto duro con estrema dignità», ha aggiunto Favazzo a proposito dello stato d‘animo del politico, al suo secondo giorno in una stanza del centro clinico della casa circondariale messinese. Ieri Genovese ha ricevuto il conforto del cappellano del carcere, Padre Alessandrà, col quale si è intrattenuto a lungo. Poi ha cenato in solitudine.
«L‘inchiesta ripercorre anomalie del sistema della formazione professionale che la politica ha tentato di superare, ma da qui a trovare rilievi penali nelle condotte del mio assistito, e non solo, ce ne passa», ha detto ancora l‘avvocato Favazzo, che a proposito delle tanto contestate parcelle fatturate agli enti da parte di Genovese, per circa 120mila euro, il legale ha aggiunto: «Ha spiegato e documentato che ha effettivamente svolto quelle consulenze». L‘attività di consulenza dell‘onorevole, il denaro che ha incassato, traendolo dai finanziamenti per gli enti, sono il principale scoglio delle accuse a suo carico. Attraverso la Caleservice, la società che la Procura definisce poco più che una cartiera, schermo di Genovese in persona, l‘onorevole ha incassato in cambio di una prestazione per una generica attivitá di consulenza legale amministrativa.
Il pool di magistrati guidati dal procuratore aggiunto Sebastiano Ardita gli contestano l‘associazione a delinquere finalizzata alla truffa, riciclaggio, peculato. C‘era anche Ardita, ieri mattina, al faccia a faccia tra Gip e detenuto. Con lui, due dei sostituti impegnati nel caso, Liliana Todaro e Fabrizio Monaco. I pm hanno dato parere negativo alla richiesta di attenuazione della misura cautelare, anche con gli arresti domiciliari, presentata dalla difesa del parlamentare del Pd. Il Gip De Marco ha cinque giorni di tempo per decidere.
Sull'inchiesta e sull'arresto dell'ex uomo forte del Pd in Sicilia, è intervenuto il sindaco di Messina, Renato Accorinti, che ha sostenuto come Genovese abbia «sempre avuto davanti la sua porta file di questuanti, gente che aspirava a un contributo, a un incarico, a un lavoro». E questo, secondo il primo cittadino della Città dello Stretto, lo ha portato ad «avere avuto la responsabilità politica di aver imposto un modello che ha allontanato la gente normale dalla politica, facendone una cosa sporca, una merce... ».