Ci scrive il gruppo consiliare “Cambia Petrosino” in merito alla risposta data dall’ex-Sindaco Biagio Valenti all’appello pubblico rivolto dal Sindaco di Petrosino Gaspare Giacalone, con il quale veniva chiesta la rinuncia all'indennità di fine mandato.
Questo il comunicato diviso in 5 punti:
1) Il compenso previsto per i nostri amministratori è esattamente uguale al compenso dei quelli che li hanno preceduti, con la differenza che gli assessori sono quattro anziché sei con una mole di lavoro decisamente molto più ampia, e facendo rilevare che i nostri amministratori stanno al municipio a tempo pieno a differenza di altri.
2) La critica sulla scelta di utilizzare un’auto confiscata alla mafia al posto di una macchina in leasing con costi che ricadono su tutta la collettività è contradittoria alla logica di spending review diffusa nel suo precedente comunicato. Che lo dica chiaramente che lui è contrario ad un uso pubblico dei beni confiscati alla mafia, così almeno rende più evidente da che parte sta.
3) L’invio di comunicati stampa per legge deve essere fatto solo da giornalisti iscritti all’albo, quindi la figura di un addetto stampa nelle istituzioni pubbliche è inevitabile. Crocetta infatti è indagato per esercizio abusivo della professione perché ha inviato comunicati stampa in proprio. Anche questo è legalità.
4) Chiedere di finanziare il micro-credito togliendo i soldi alle iniziative culturali è una proposta inammissibile perché nessuno vuole far tornare Petrosino un paese morto e senza alcuna speranza di sviluppo turistico, alla visione antiquata e dannosa per il territorio a cui noi abbiamo detto chiaramente di volere cambiare nel nostro programma.
5) Infine la menzogna colossale quando dice di non avere lasciato debiti. A parte il fatto che ci ha lasciati ben 3 milioni di euro di debito con Belice Ambiente, abbiamo trovato svariate centinaia di migliaia di euro di debiti fuori bilancio. A cui si aggiunge perfino questa somma di circa diecimila euro insistentemente richiesta da Biagio Valenti, anche questa infatti è un debito fuori bilancio proprio perchè l'amministrazione Valenti aveva "dimenticato" di prevederla in Bilancio, a dimostrazione di come venivano gestiti i conti. E per concludere l'eredità più grave di cui Valenti fa ancora finta di non sapere è il “dissesto finanziario” certificato dalla corte dei conti.
In conclusione sarebbe stato decisamente più elegante dire chiaramente che non si vuole rinunciare a questa somma piuttosto che tirar fuori argomenti assurdi ed infondati. Rinunciare alla liquidazione non può essere visto come un piacere o un dispetto fatto a qualcuno ma più semplicemente un segnale da dare alla cittadinanza e di cui noi stessi ce ne facciamo portavoce.